EDWARD MANI DI FORBICE di Tim Burton (Capolavoro)


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Un ragazzo con le mani a forma di forbici, rimane solo dopo la morte dello scienziato che lo ha creato, ma una famiglia lo adotta e lo porta con sè in una piccola cittadina. Prima accolto con entusiasmo dalla gente del paese grazie alle sue doti di coiffeur

Edward mani di forbice Locandina e Recensione

Edward mani di forbice Locandina e Recensione

verrà in seguito emarginato, una volta passato l’effetto novità, proprio a causa della sua diversità..

Idea Centrale

Un film sulla felicità e sull’impossibilità di raggiungerla. Sull’amore che solo può dare un senso alla condizione umana. Non possiamo raggiungerla la felicità ma possiamo conoscerla, sapere che c’è, che esiste. Bisogna essere disposti a soffrire, a sacrificarsi, a combattere, dire sì di fronte a certi abbandoni. Solo gli spiriti puri lo sanno. Agli altri non rimane che la loro misera vita fatta di convenzioni, ipocrisie, perbenismo interessato, futili soddisfazioni, momentanee vittorie

Analisi

Edward mani di forbice è un film che è una favola che è una metafora della condizione umana. E’ un film filosofico che ci parla di amore, di diversità, dell’impossibile concretizzarsi della felicità su questa terra. La summa della poetica di Burton che qui raggiunge le vette massime della creatività. Un film “logopatico” lo definirebbe Julio Cabrera intendendo quella capacià empatica di entrare nel cuore di certe questioni cognitive che è propria del Cinema. Di certo cinema. O di certi film. Nessuna opera filosofica infatti saprebbe espimere con la medesima intensità quanto vuole comunicare Edward mani di forbice. Altrimenti detto: per giungere al cuore dei grandi temi totalizzanti la speculazione razionale a volte non basta, ci vuole qualcosa che sappia parlare più in profondità, ci vuole il dato esperienziale, emozionale. In una parola, ci vuole la Poesia, altrimenti anche il ragionamento più acuto e intelligente rimarrà solo allo stato teorico di abbozzo. Edward mani di forbice arriva direttamente al cuore dell’emozione attraverso l’uso della favola, e quindi della trasfigurazione, della metafora e dei simboli. Le forbici, la neve, il paesino con le case tutte uguali sono tutte immagini eidetiche, fortemente significanti. Inutile e riduttivo cercare di ricondurre la trama ai concetti di realismo o verosimiglianza. Inutile chiedersi da dove venga il ghiaccio o della vera natura di Edward. Edward è un mostro, ha delle forbici al posto delle mani con le quali riesce però a fare cose sorprendenti. Perciò la popolazione prima lo accetta (perché tutti apparentemente vogliamo essere aperti di mentalità), ma poi lo rifiuta perché Edward non si adegua, non si adegua al ruolo di mostro che gli è stato “gentilmente” concesso (perché siamo tutti disposti ad accettare il mostro solo se mostro rimane e resta distinto da noi), non si adegua ad essere quello che non è, il singolare fenomeno da baraccone del momento a cui tutti vogliono essere amici perché “del momento” appunto, non si adegua a fare da giochino sessuale alla zitellona del paese in cerca di emozioni forti. E questo è inamissibile! Perché se noi ti facciamo credere di far parte della nostra comunità, dimostrando(ci) quanto siamo buoni e caritatevoli e altruisti, tu poi non puoi pretendere davvero di essere uno di noi. E’ impudente e ingrato. Da qui dunque scatta la rivalsa vile e falsa, scattano le ritorsioni e le calunnie. Pretende anche di amare e di essere amato… Ma si può amare un mostro con delle forbici al posto delle mani? Sì che si può. No, che non si può. Nella scena più più struggente ed emblematica di tutto il film, lei dice a lui abbracciami e lui non riuscendoci risponde non posso. E proprio in quel momento rivede le mani che lo scienziato gli aveva preparato un attimo prima di cadere al suolo morto, lasciando la sua creatura così, incompiuta. Le mani è un altro simbolo, rappresentano il contatto fisico, il calore umano, il limite agognato ma inaccessibile. Al posto delle mani non a caso un paio di forbici che sono l’opposto delle mani. Infatti mentre le une sfiorano, accarezzano, afferrano, le altre lacerano, tagliano, feriscono, indipendentemente dalla loro volontà, da cui lo scarto tra ciò che si vorrebbe essere e ciò che si è, tra intenzione e risultato, e tra come le due cose possono venire di volta in volta interpretate. Edward non vuole fare del male ma, caduto in disgrazia, ogni suo gesto è appreso dalla popolazione in termini superficialmente letterali, come semplice atto d’offesa intenzionale. Il messaggio è chiaro: solo chi ha la coda di paglia, chi ha qualcosa da nascondere si ferma alle apparenze, interpretandole a seconda della convenienza. Gli altri, quelli che vivono pienamente, vanno oltre. Nel finale di Batman il commissario della polizia dice: “ci ha lasciato un segno” accendendo il riflettore con l’inconfondibile sagoma del pipistrello. Anche Edward c’ha lasciato un segno: la neve. Prima non c’era. E’ un dono. Tutte le volte che la vedremo cadere sapremo che lui è là, ricorderemo ciò che è stato e ciò che siamo in grado di provare, ci sentiremo come il monaco di Friedrich davanti alla tempesta, tanto piccolo ma anche tanto grande, così grande da avere in sé il senso abbacinante dell’infinito, e anche se non potremo mai afferrarla concretamente sapremo comunque che la felicità esiste e che la portiamo dentro di noi, pronta a rifiorire ogni volta che la neve cade. La neve è per noi. O meglio: è per lei e per tutti quelli che la sanno capire.

Note e Curiosità

Ultima apparizione sul grande schermo di Vincent Price, idolo di Tim Burton al quale è dedicato uno dei primi cortometraggi animati del regista, intitlato appunto “Vincent”. Il film rappresenta l’inizio del sodalizio tra Burton e Johnny Depp, vetta ineguagliata nella filmografia del regista e grande successo per l’attore che si impone al grande pubblico nel primo dei tanti personaggi “alternativi” che segnaranno la sua carriera . Musiche di Danny Elfman (come in tutti i film di Burton). Tratto da un vecchio racconto dello stesso Burton. (Articolo a cura di Mirko Nottoli)

LA SCHEDA DI EDWARD MANI DI FORBICE (Edward Scissorhands)

Regista: Tim Burton – Cast: Johnny Depp, Winona Ryder, Dianne Wiest, Anthony Michael Hall, Vincent Price, Kathy Baker, Robert Oliveri, Conchata Ferrell, Caroline Aaron, Dick Anthony Williams, O-Lan Jones, Alan Arkin, Susan Blommaert, Linda Perri, Biff Yeager, Marti Greenberg, John McMahon, Kelli Crofton – Fotografia: Stefan Czapsky – Sceneggiatura: Caroline Thompson – Musica: Danny Elfman – Genere: Fantasy – Anno: 1990 – Paese: USA – Durata: 1h 43 min – Distribuzione: Twentieth Century Fox – Data di uscita: 24 Aprile 1991 (Italia)

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