Nel settimo giorno della Mostra il programma delle Giornate propone tre film molto diversi tra loro che raccontano la varietà delle opere della diciannovesima edizione tra eventi speciali, Notti Veneziane (in accordo con Isola Edipo) e naturalmente il concorso. Di nuovo al centro le connessioni tra persone, uno
dei fil rouge di questa selezione, quelle unioni che fanno la forza, nel bene e nel male, nelle organizzazioni criminali come nelle storie di amicizia e di passione.
Si cresce insieme e insieme si vivono le disgrazie nei racconti di formazione come accade nel film canadese in concorso. “The Maiden”, dice il regista Graham Foy, “è una visione poetica sull’amicizia adolescenziale, sulla perdita e il lutto, con due parti attraversate da un legame cosmico.” The Maiden, reduce dalla vittoria del premio TRT First Cut + per i work in progress al Festival di Karlovy Vary, racconta la giornata estiva di tre adolescenti che finisce in tragedia. Con la sua opera prima Foy si chiede se possiamo considerarci veramente soli quando siamo connessi profondamente. La periferia canadese – luogo di provenienza del regista – fa da sfondo al legame quasi ultraterreno che i protagonisti instaurano tra loro, un mondo di specchi che si apre agli occhi dello spettatore con la scoperta del diario di Whitney, una dei tre giovani protagonisti. Una storia con le suggestioni del paranormale, tra la dimensione del sogno e un possibile aldilà.
Daria e Antonio sono i teatranti di Siamo qui per provare. Il film, evento speciale alle Giornate, è diretto da Greta De Lazzaris e Jacopo Quadri. Davanti alla macchina da presa c’è la coppia artistica seguita tra Roma, Rimini e la Francia per diversi teatri svuotati dalla pandemia. È il racconto di un progetto ispirato al Ginger e Fred di Federico Fellini al quale Daria e Antonio iniziano a lavorare con un gruppo di altri attori, tra lezioni di tip tap e la scrittura della drammaturgia che si sviluppa giorno per giorno. La vita delle persone che varcano le scene si mescola continuamente con lo spettacolo che sta prendendo forma tra dubbi ed euforia creativa. “Per accentuare la confusione tra lo spazio teatrale e il “fuori”, dicono i registi, “abbiamo sentito l’esigenza di muoverci con loro sul palco e quindi di gestire da soli le riprese, per non essere d’intralcio. Durante i mesi di prove, in piena pandemia, abbiamo condiviso con la compagnia, registi e attori, i dubbi, il sentimento di inadeguatezza, la fatica. Così la paura di non arrivare a niente, che ci accomuna, trova una forma, come se fosse la vita in divenire con le sue imprevedibili traiettorie”. Greta De Lazzaris (Marsiglia) ha lavorato come DOP di documentari come L’Orchestra di Piazza Vittorio di Agostino Ferrente, Nadea e Sveta di Maura Delpero e Liberami di Federica di Giacomo. Jacopo Quadri, come montatore, ha lavorato con Bernardo Bertolucci, Paolo Virzì, Marco Bechis, Alessandro Rossetto, Zhang Yuan, Gianfranco Rosi, Mario Martone e altri.
“La vicenda degli spaccaossa mi accompagna da quando una notizia di cronaca ha conquistato i miei pensieri assumendo le fattezze di un cancro da espellere. Per farlo, sentivo la necessità di raccontarlo.” Così Vincenzo Pirrotta, regista e sceneggiatore, presenta la sua opera prima Spaccaossa, tra i film delle Notti Veneziane, co-sceneggiato da Salvo Ficarra, Valentino Picone e Ignazio Rosato. Una storia ambientata a Palermo – città natale dello stesso regista e del direttore della fotografia Daniele Ciprì – che segue una banda di delinquenti che frantumano, mutilano gli arti a vittime consenzienti simulando finti incidenti per riscuotere lauti indennizzi assicurativi. Il protagonista Vincenzo recluta questi miserabili che abitano le vie della città. “Mi impressionò”, continua Pirrotta, “il mondo dei tormentati e afflitti che erano coinvolti e che venivano adescati; il più delle volte erano proprio loro a chiedere di farsi spaccare le ossa per motivi spesso futili o disperati.” Vincenzo Pirrotta è un drammaturgo, regista e attore, i cui spettacoli teatrali sono stati ospitati dai maggiori teatri e Festival internazionali. Come attore per il cinema ha lavorato in Noi credevamo di Mario Martone, Il primo re di Matteo Rovere, Una storia senza nome di Roberto Andò, Il traditore di Marco Bellocchio. Prossimamente sarà tra i protagonisti di The Bad Guy, la nuova serie italiana di Prime Video.
Da non perdere l’appuntamento con il terzo dei quattro Talk MUBI. I protagonisti questa volta sono Salvatore Mereu, regista del film Bentu in concorso alle Giornate e Ciro De Caro, che era nella selezione dello scorso anno alle Notti Veneziane con Giulia, tra i film italiani di maggiore successo dell’ultimo anno.
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