Nido di vipere Recensione. La recensione del film “Nido di vipere” di Matteo Marescalco. Arriva finalmente anche in Italia Nido di vipere, neo-noir coreano che guarda al cinema di Quentin Tarantino e dei fratelli Coen. Capace di stratificare e
mescolare i generi e, allo stesso tempo, di metabolizzare e rielaborare le influenze estere, il titolo diretto da Kim Yong-hoon porta in scena l’imperscrutabile caos dell’esistenza e il modo in cui i fili del destino intrecciano strutture e impicci segnati da una casualità spesso beffarda. La vicenda raccontata in Nido di vipere ha inizio a partire da una sorta di MacGuffin, ovvero una borsa Louis Vuitton piena di denaro scoperta casualmente dall’impiegato di un hotel gravato da numerosi debiti. Attorno a questa borsa ruota l’interesse di una serie di pericolosi personaggi: una donna seduttiva e letale (la tradizionale femme fatale), un serial killer, un detective con una linea di condotta decisamente peculiare, e tanti altri ancora. Ciò che è certo è che ognuno di questi personaggi è disposto a far scorrere il sangue pur di mettere le mani su questa borsa. Valigie piene di soldi, personaggi doppiogiochisti, femme fatale disposte a uccidere, serial killer che si credono più furbi degli altri sono gli ingredienti di questo cocktail che, shakerato, raggiunge livelli assoluti di delizia. A metà tra Fargo, Non è un paese per vecchi, Pulp Fiction e persino Rapina a mano armata, Nido di vipere presenta un ritmo serrato, colpi di scena dinamitardi e una credibilità totale nella messa in scena: elementi che trasformano il film in un perfetto blockbuster in grado di funzionare sul versante artistico e commerciale. Suddiviso in sei capitoli segnati da altrettanti cartelli, il progetto coreano si apre anche al comico e all’esistenzialista, ed è capace di saltare avanti e indietro con la cronologia senza mai perdere la bussola del racconto. Il meccanismo narrativo, infatti, non risente mai dell’andirivieni temporale perché ogni singolo personaggio è ben oliato e scritto con una dovizia di particolari che non lascia nulla al caso. Ce ne fossero di noir del genere! (La recensione del film “Nido di vipere” è di Matteo Marescalco)
LA SCHEDA DEL FILM “NIDO DI VIPERE” (Jipuragirado jabgo sipeun jibseungdeul)
Regista: Yong-hoon Kim – Cast: Do-yeon Jeon, Jung Woo-sung, Bae Sung-Woo, Yuh-jung Youn, Shin Hyeon-bin, Jeong Man-sik, Jin Kyung, Ga-ram Jung, Jun-han Kim (II) – Genere: Giallo/Drammatico – Anno: 2020 – Paese: Corea del Sud – Scenaggiatura: Yong-hoon Kim – Fotografia: Tae-sung Kim – Durata: 1h 48 min – Distribuzione: Officine UBU – Data di uscita: 15 Settembre 2022 – Il sito ufficiale del film “Nido di vipere”
Trama: Nido di Vipere, film diretto da Kim Yong-hoon, racconta le difficili esistenze di un gruppo di persone tra loro sconosciute, ma legate dal destino e da una borsa piena zeppa di denaro, che a ognuno di loro occorre per motivi differenti. Joong-Man (Sung-Woo Bae) era il proprietario di un negozio ormai fallito, motivo per cui ora lavora come dipendente part-time in una sauna, prendendosi cura della madre malata. Un giorno, mentre è a lavoro, rinviene in un armadietto una borsa contenente moltissimi soldi e decide di nasconderla nel magazzino, tenendo all’oscuro anche i suoi colleghi, così da potersene appropriare in caso nessuno si presentasse a reclamarla. Tae-Young (Jung Woo-sung) è un funzionario della dogana…
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