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Tutti amano Jeanne Recensione Poster

 commedia drammatica che racconta la vita di una giovane donna che combatte con il dramma interiore la cui voce è animata da una pulzella dai capelli lunghi neri. Jeanne, la perfetta e bravissima Blanche Gardin, dalla folta capigliatura e chiara, assume pienamente il colore del suo stato emotivo in un outfit monocolore: nero. Fallito il sogno del suo progetto green a salvaguardia delle acque marine dai rifiuti tossici come la plastica, la sua vita si riempie improvvisamente delle scorie del web nel quale il video del suo maldestro tentativo di salvare la sua invenzione si trasforma in cyberbullying in meno di un secondo. Tanto più è virale il video, tanto più le finanze della sua società Nausica sono in perdita e non resta che dichiarare il fallimento. L’ennesimo della vita di Jeanne. L’unico conforto è il fratello che, prestati i soldi per il volo, la invita a svuotare la casa della madre, a Lisbona, e vendere per recuperare il più possibile. Céline Devaux riesce a percorrere la strada impervia del distacco da ciò che tiene imprigionati in una rete: la mancata elaborazione del lutto di un genitore, la depressione e il disagio relazionale che questa comporta. Vitor, il premiato attore portoghese Nuno Lopes, è l’altro modo di vivere, di sopravvivere alla fragilità del proprio essere. L’incontro è casuale ma fin da subito Jeanne ne intuisce l’opportunità per evadere dal suo stato ipnotico, concentrato sugli insuccessi della vita e non sulle occasioni. Anche Vitor ha conosciuto e vinto la depressione. L’ha fatto però, con i colori: del sorriso, della sincerità, della creatività fino ai confini della comicità. Tutti amano Jeanne è un film sincero e vero, dove l’animazione della pulzella dai capelli neri fa le veci di una coscienza naufragata sull’isola dell’insicurezza e dell’incertezza e contribuisce al divertimento dello spettatore che, con molta probabilità, ha riso per primo di fronte all’assurdo tuffo-salvataggio di Jeanne. Da Parigi a Lisbona è un viaggio faticoso per Jeanne: ritrova il colore del dolore per l’assenza della madre nella sua vita; il colore del tradimento dell’amore giovanile, nella simpatia audace di Jean, lo straordinario Laurent Lafitte, attore della Comédie-Française; il colore della solitudine che la rende apatica e incapace di prendere decisioni. La madre, figura ingombrante ma altrettanto fuori dagli schemi, è sempre presente. Fino all’arrivo in soccorso del fratello. Così Céline Devaux rende leggero un film drammaticamente cupo, rende piacevole addentrarsi nei meandri della coscienza di una donna che ferita dalla vita, è incapace di staccare la spina dal passato. I colori di una Lisbona solare sorreggono una sceneggiatura perfetta, firmata dalla stessa Devaux, resta puntuale nel tragicomico. Le riprese sono briose come la freschezza delle musiche di Flavien Berger che presenta Jeanne con Ad Gloriam de Le Orme: “ho lavorato tutta la vita ma in tasca non ho mai una lira”. Il colore vincente e acceso del talento autoriale di Céline Devaux, classe ‘87, è già ben visibile nella direzione dei due grandi attori protagonisti, Blache Gardin e Nuno Lopes che, insieme, riempiono lo schermo di empatia, simpatia, e tenerezza. Per questo Tutti amano Jeanne, ma Jeanne, ancora non lo sa.
(La recensione del film “Tutti amano Jeanne” è di Rita Ricucci)