Cinema4Stelle

Gli occhi del diavolo Recensione Poster

 nel mitico film del 1973 “L’Esorcista” di William Friedkin. Da allora ci sono stati molti tentativi di ripeterne il successo e i risultati, con qualche distinguo, sono sempre deludenti.
Non supera la prova neanche Gli occhi del diavolo (Prey For The Devil nel titolo originale) del regista tedesco Daniel Stamm che avendo ottenuto un certo successo nel 2010 con “L’ultimo Esorcismo”, ora ci riprova confezionando un film che ha una discreta cura formale e l’originalità di affidare il ruolo di esorcista protagonista a una donna, nientemeno che una suora. Come è noto, quello dell’esorcista è un ruolo che il Vaticano vieta alle donne, così Sorella Ann (Jaqueline Byers) è solo una specie di auditrice ammessa alle lezioni di un istituto per la formazione di preti esorcisti di Boston. Nel suo passato, in famiglia, ha già dovuto misurarsi con gli effetti dell’azione di Lucifero e ora che cura una ragazzina, forse posseduta anche lei, nell’ospedale dove esercita la sua opera assistenziale, cerca di saperne di più seguendo le lezioni all’istituto dove una psichiatra (Virginia Madsen) insegna come riconoscere la possessione del maligno. Presto a Sister Ann verrà riconosciuta una certa attitudine alle pratiche esorcistiche e affronterà il male con il crocifisso in mano. A parte il tentativo di solleticare istanze femministe da supermercato con l’affidare il ruolo a una donna, non resta molto altro al regista, perché l’argomento è sempre quello e quando deve far vedere una creatura posseduta bisogna che questa inarchi il busto durante l’esorcismo che urli e si agiti e tutte le solite cose che conosciamo. Un altro film sul maligno assolutamente insufficiente a rinnovare il filone horror-satanico. Una domanda: perché mai a subire le influenze infernali, almeno al cinema, sono quasi sempre le donne? (La recensione del film “Gli occhi del diavolo” è di Claudio Montatori)