– LA PRIMA REGOLA recensione


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La prima regola Recensione. La recensione del film “La prima regola” di Rita Ricucci. In sala il nuovo lungometraggio di Massimiliano D’Epiro, La prima regola, un film drammatico che si svolge nella terra pugliese di Bari, sulle paure, i pregiudizi e le false ideologie. Tratto dalla

La prima regola Recensione Poster

La prima regola Recensione Poster

 pièce teatrale di Vincenzo Manna, La Classe, La prima regola rischia di confonderne il linguaggio. L’incarico del nuovo professore di storia, Gabriele, Marius Bizau, un bosniaco fuggito alla guerra e ora trapiantato in Italia, riceve l’incarico per Storia al corso di recupero serale di un Istituto Professionale. Fuori dall’Istituto c’è uno dei più grandi campi nomadi che raccoglie Rom, esuli politici, profughi. Sono stranieri, sono lo “zoo”, come soprannominato nel testo teatrale di Manna. Arianna, Nicolas, Talib, Maisa e Vasile sono tra i più complessi e vivaci della scuola, protagonisti delle lezioni. Hanno bisogno di sorveglianza continua che il buon custode, Milan, Darko Peric, anche lui un immigrato dell’Est ora stabile in Italia, si mostra in grado di dare, tenendoli a bada con piccole concessioni. Una di queste è per il giovane di colore Talib al quale permette di dormire in uno degli sgabuzzini della scuola anziché fuori, al campo, in un container con altre 10 persone, senza neppure permettersi una doccia in autonomia. Quello che accade, fin da subito, è chiaro, forse troppo chiaro, tanto che spinge lo spettatore con fatica a seguire il resto del film di cui già ci si immagina il proseguo. Il conflitto dei giovani con il professore nasce immediatamente. Al primo incontro, Nicolas, Andrea Fuorto, il più mordente, quello che osanna la violenza, nei confronti degli stranieri, come soluzione di tutto, sfida il giovane docente con un coltellino e dichiara La prima regola: “nessuno tocca nessuno”. Il professore diventa l’arco da tendere per stillare vendetta contro un sistema, quello istituzionale come la scuola, che li vede costretti a mettere una firma sul foglio presenze per ottenere i crediti e potersi diplomare. La povertà di cui si parla dunque, è subito colta: è la povertà degli studenti, non quella dei profughi. Lo straniero è ciascuno di quei ragazzi che, come Arianna, Antonia Fotaras, degna di una nota positiva, è straniera a sé stessa, non riuscendo a confessare gli abusi di cui è vittima. Ognuno di loro è un povero e uno straniero; uno di fronte all’altro non si riconoscono come simili ma solo come antagonisti. Il personaggio di Nicolas, però, non ha nulla di nuovo che non sia già stato visto al cinema. Perfino le inquadrature, il piano americano del ragazzo, con lo sfondo bianco delle mura della scuola, la carrellata indietro fino al primo piano, fanno eco al mitico (e insuperabile!) Alex, di Arancia Meccanica senza averne però la giusta inquietudine, il carisma del ‘male sociale’. Perché Nicolas è uno che parla, parla tanto, tiene comizi nella palestra della scuola: grida libertà; incita alla violenza; dichiara il suo razzismo su basi retoriche e scontate. Tutto questo, però, l’abbiamo già visto in molte pellicole degne di nota. Tra le molte: Freedom Writers di Richard La Gravenese, 2007; L’onda di Dennis Gansel, 2009 e infine La classe-Entre le murs di Laurent Cantet, 2008, film del quale La prima regola ha molto in comune: le mura entro le quali avviene tutto. La prima regola, infatti, è tutto girato dentro le mura della scuola, con le finestre sbarrate; non ci sono esterni, non ci sono orizzonti, sembra non esserci nessuna speranza. Se l’intento di D’Epiro era quello di mettere sotto i riflettori l’attualità della situazione migratoria e l’integrazione, la messa a fuoco non è stata per niente nitida; se invece, era quella di osservare la povertà culturale che genera l’ideologia, è mancato l’affondo narrativo, limitato solo a espedienti fotografici come nel caso del rapporto tra Arianna e Maisa, quando si muovono, galleggiando, una opposta all’altra, come dentro a un videoclip che però non restituisce nessuna enfasi al racconto. Anche la scelta della voce di Porto Leon con il pezzo San Pietro, risulta ridondante.  Insomma, La prima regola non convince pienamente.  (La recensione del film “La prima regola” è di Rita Ricucci)

Una scena del film “La prima regola” di Massimiliano D’Epiro – Recensione

LA SCHEDA DEL FILM “LA PRIMA REGOLA” (La prima regola)

Regista: Massimiliano D’Epiro – Cast: Marius Bizau, Haroun Fall, Andrea Fuorto, Ileana D’Ambra, Luca Chikovani, Cecilia Montaruli, Antonia Fotaras, Fabrizio Ferracane, Darko Peric – Genere: Drammatico – Anno: 2022 – Paese: Italia – Scenaggiatura: Massimiliano D’Epiro, Vincenzo Manna – Fotografia: Matteo Calore – Durata: 1h 36 min – Distribuzione: Notorious Pictures – Data di uscita: 1 Dicembre 2022 – Il sito ufficiale del film “La prima regola”

Trama: La prima regola, film diretto da Massimiliano D’Epiro, racconta uno spaccato del periodo storico che stiamo vivendo: una scuola superiore di periferia, strutture, studenti e corpo docente sono lo specchio esemplare di una depressione sociale ed economica che sembra irreversibile. A peggiorare la situazione, a pochi metri dalla scuola, tra le case del quartiere, lo “Zoo”, uno centro di assistenza ai migranti diventato con gli anni un campo profughi permanente. Un professore viene chiamato a tenere un corso di recupero per sei studenti sospesi per motivi disciplinari…

LA PRIMA REGOLA – TRAILER

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