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Bussano alla porta Recensione POster

l’Apocalisse? Non credereste loro ma se poi cominciassero a scatenarsi gli elementi, a diffondersi epidemie, a cadere senza spiegazioni gli aerei dai cieli? Tra un vostro affetto e il resto dell’umanità cosa scegliereste? Al diavolo il resto dell’umanità, direste subito, ma poi ne sareste così sicuri? Questo il dilemma morale alla base dell’ultimo film firmato da M. N. Shyamalan, Bussano alla porta, dopo la non esaltante prova di Old. Dilemma profondissimo e impossibile da risolvere, aporia che per funzionare efficacemente avrebbe probabilmente richiesto una trama più strutturata, un intreccio più ponderato, uno spazio più ampio di ambiguità e di non detto rispetto a quanto la sceneggiatura che lo stesso Shyamalan ha tratto dal romanzo omonimo di Paul Trembley mette in campo, la quale sembra al contrario voler fare della essenzialità il suo tratto distintivo, con i pro ma anche i contro che ne conseguono. Consegue che latita la suspance, latita l’horror e, posti in tali termini, anche il dilemma etico appare depauperato di tutto il suo potenziale intrinseco. Questo avviene perchè, date le premesse, nessuno potrebbe prendere anche solo per un momento in considerazione la proposta ricevuta. A fronte di una richiesta così abnorme, sull’altro piatto della bilancia manca la reale minaccia, il senso tangibile di terrore, l’ urgenza pressante del dover compiere una scelta capitale qui ed ora. Bussano alla porta ricorda altri esperimenti centrati su paradossi metaforici ed esistenziali per certi versi simili come The Box di Richard Kelly o il più recente Noi di Jordan Peele, tutti cineasti che possono essere considerati epigoni di Shyamalan ma che hanno finito, in certi esiti come questi, per superare il maestro. Ed è destinato a restare deluso anche chi si aspetta uno degli ormai celeberrimi twist del regista che qui deve registrare il suo secondo mezzo passo falso consecutivo, sintomo forse di un periodo non troppo ispirato in cui però egli è abbastanza intelligente da capire che è necessario tentare di dissimulare la penuria di idee magari cercando di non strafare. Shyamalan però ha già dimostrato di sapersi rialzare anche dopo tonfi clamorosi come L’ultimo dominatore dell’aria e After earth, ha dimostrato con The visit di saper piazzare un montante micidiale, inatteso e fulmineo, capace di mandare ko i tanti che lo avevano dato già per spacciato, siamo quindi più che sicuri che saprà trovare il modo di risollevarsi anche stavolta e non vediamo l’ora. (La recensione del film “Bussano alla porta” è di Mirko Nottoli)