– Martin Scorsese, ‘da grande volevo fare il gangster’ (News)


(ANSA) – BOLOGNA, 3 GIU – E’ stato accolto da una lunghissima ovazione dagli oltre 400 spettatori, che gremivano il cinema Arlecchino di Bologna quel “bravo ragazzo” che di anni ne ha ormai 80 e che da giovane sognava di “fare il gangster” diventando invece uno dei registi più acclamati e premiati al mondo,

“Maestro dei maestri”.

Martin Scorsese, in Italia in questi giorni, è stato anche a Bologna (dove è praticamente di casa, ospite più volte in quella Piazza Maggiore che in molti definiscono “il cinema più bello del mondo”) per presentare la rassegna che gli sta dedicando la Cineteca dove ogni titolo della sua filmografia viene proiettato in abbinamento ad un altro titolo da lui stesso scelto, “Carta bianca a Martin Scorsese”. Ieri sera è toccato a Goodfellas (Quei bravi ragazzi) e a Colpo grosso di Lewis Milestone, in mezzo la sua lezione magistrale sollecitato dal direttore della Cineteca, Gian Luca Farinelli. Tanti gli aneddoti che il maestro italo americano ha offerto: da quando ventitreenne rimase folgorato dalla visione di “Prima della rivoluzione” di Bernardo Bertolucci (film in rassegna in abbinamento al suo “Main stream”) “il linguaggio di Bertolucci è pura poesia, sono stato succhiato in quel film e dai personaggi. Avevo 23 anni e volevo essere al posto di Bertolucci, ma dovevo ancora imparare”, ha spegato.
E sui film della serata: “per tutta la vita ho voluto essere un gangster! Colpo grosso è l’olimpo di attori il cui esempio da seguire era l’ideale, da Dean Martin a Franck Sinatra, io invece ho fatto Goodfellas” il film con cui Scorsese ha voluto rendere affascinante e attraente la figura del gangster.
E poi in riferimento a “Francesco Giullare di Dio” di Rossellini (accoppiato al suo “Al di là della vita”), il paragone tra le cose che il santo dice e la messa in pratica che ne fanno quotidianamente i medici di pronto soccorso (“vedi e propri angeli, si pensi alla recente pandemia”, ha detto).
Martin Scorsese nella sua ora di conversazione ha insistito sull’importanza del montaggio e della musica, essendo “il solo regista al mondo – ha spiegato Farinelli – che ama così tanto il cinema e che ha fatto così tante cose per il cinema”. (ANSA). 

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