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La stanza delle meraviglie Recensione Poster

La routine dell’impresa materna viene sconvolta quando Louis, attraversando la strada sullo skateboard, viene investito da un furgone. Entrato in coma, Thelma è disperata e distrutta fino a quando trova il suo diario. Scopre così i desideri e i sogni di quel figlio al quale non ha mai rivelato né parlato di suo padre. “10 cose da fare prima della fine del mondo”, ha scritto tra i disegni ripresi dai manga di KGI tra cui il muso di un affascinante lupo. Tra lo stupore e la fatica, Thelma decide di realizzare i desideri di Louis nella speranza che si risvegli.

Dopo I Love America, Lisa Azuelos torna con un film convincente e sicuro. La sceneggiatura firmata dalla triade Juliette Sales, Julien Sandrel e Fabien Suarez rende limpida la narrazione e ciascuna emozione è salvaguardata da vicende verosimili che non lasciano dubbi negli occhi dello spettatore.

Anche il cast contribuisce alla verità del film con una perfetta Thelma, Alexandra Lamy, dai connotati ordinari che invece compie gesta stra-ordinarie come addentrarsi nell’arcipelago nipponico per raggiungere il mito del figlio, KGI, autore dei suoi manga preferiti. Disposta a tutto per la vita del giovane Louis percorre anche la strada della memoria con l’aiuto di sua madre, Odette, Muriel Carrez; fronteggia l’ostilità della scienza che vuole staccare la spina al futuro di Louis nella proposta della dottoressa Bongramp, Eye Haidara; osa sfidare la sua paura dell’acqua nuotando nell’oceano con le balene dove a insegnarle il respiro della vita è una persuasiva skipper, Paula, Maria Fernanda Cândido. Dominante, infatti, è l’elemento dell’acqua, che riprende il tema mitologico dell’estremo oriente che vede l’uomo nascere dalle acque. Così le acque blu e limpide dei mari che incontra Thelma diventano il confine senza limiti del sonno di Louis, e gli enormi cetacei i compagni di viaggio nel silenzio del mondo.

Per questo, La stanza delle meraviglie è un film, riuscito e compiuto, sul coraggio delle madri: Thelma è costretta a vivere pienamente la sua vita, i suoi sogni negati; Odette, sua madre, si ritrova a ripercorre il suo passato, dalla nascita della figlia nel sapore nostalgico della sorpresa e della gioia provata nonostante la solitudine che l’avrebbe attesa, anche lei sola, senza un padre dare alla figlia. Lisa Azuelos sembra aver fatto pace finalmente con la sua storia personale che aveva maldestramente tradotta con I Love America, nel 2019, piena di cliché che non hanno aiutato la sua rappresentazione filmica.

Con La stanza delle meraviglie la regista francese restituisce una figura di madre traboccante di fragilità emotive e per questo sincera e vera, degna di compassione e di affetto. Per questo La stanza delle meraviglie, stanza 405 dove Louis è in attesa di riprendere il suo cammino, è un inno alla vita: la vita è qui davanti a te, non fartela scappare, vivila, impara Thelma. Non ultime sono le parole di Louis del suo diario, ultimo gesto desiderio da realizzare…anche sempre: “dire alla mamma che l’amo”.  (La recensione del film “La stanza delle meraviglie” è di Rita Ricucci)