– ALL’OVEST NIENTE DI NUOVO di Lewis Milestone (Ieri, Oggi e Domani)


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Una delle trasposizioni del celebre romanzo “Niente di nuovo sul fronte occidentale”. Forse la prima che porta sullo schermo l’opera di Erich Maria Remarque. “All’ovest niente di nuovo” è un film del 1930 diretto da Lewis

All'ovest niente di nuovo di Lewis Milestone Recensione Analisi Locandina

All’ovest niente di nuovo di Lewis Milestone Recensione Analisi Locandina

Milestone che, in questo modo, porta sul grande schermo un classico dell’antimilitarismo. E un film che gli è valso il premio Oscar come miglior film. La storia è quella del romanzo. Siamo nel 1916 in un piccolo villaggio tedesco nel quale un professore di liceo, esaltando gli ideali bellici e patriottici, convince i propri allievi ad arruolarsi. Un entusiasmo che, però, si trasforma subito quando, durante l’addestramento e in seguito agli ordini del sottufficiale Himmelstoss, capiscono la vera realtà del fronte, ben diversa dalla retorica del professore.  Dopo un breve e brutale addestramento i soldati vengono assegnati a un’unità di veterani. Nonostante questi non siano accomodanti, hanno dalla loro parte il veterano Stanislaw Katczinsky. Le reclute sono poi inviate in un camion a svolgere una missione durante la notte, ma i nemici tendono loro un’imboscata e suscitano panico tra le file combattenti. Tutti, nascosti nelle trincee, guardano impotenti la scena. Le stragi alle quali assistono fanno aumentare nei superstiti l’attaccamento disperato alla vita e a quanto hanno di più caro. C’è anche lo spazio per una discussione semiseria sulle reali cause di una guerra tanto spaventosa; Katczinsky, il più ragionevole e sarcastico, propone ai re, ai diversi ministri e ai generali di non mandare tutti a combattere un conflitto per il loro esclusivo tornaconto. Un giorno i fanti attaccano le linee nemiche in un cimitero e Paul si trova faccia a faccia con un nemico francese ed è costretto a ucciderlo con la baionetta e ad assistere alla sua lenta agonia, ma prima che l’uomo muoia gli chiede perdono e promette di scrivere alla moglie.  Successivamente viene ferito e mandato in licenza. Ne approfitta per tornare al paese e, dopo qualche ora lieta in casa sua, si reca a visitare l’antica scuola nella quale cerca di opporsi alla retorica nazionalistica e patriottica del professore. Gli studenti, però, non lo capiscono e lo trattano come un traditore. Paul decide, quindi, di tornare al fronte dove assiste alla morte di Katczinsky, ucciso da una bomba sganciata da un biplano. In quello che sembra un giorno di calma e di pausa militare del 1918, poco prima dell’armistizio, il giovane si sporge dalla trincea, per osservare e tentare di catturare una farfalla per la propria collezione, ma questo gesto gli costerà la vita, freddato da un cecchino francese. Il film termina con un sottofondo d’immagine relativa a un cimitero. “All’ovest niente di nuovo” è uno dei primi kolossal del sonoro e il lavoro per la realizzazione del film ne è la chiara dimostrazione. Oltre al fatto che furono allestiti 35 set e impiegate 10 tonnellate di polvere da sparo, 6 di dinamite e 6000 bombe, la preparazione è costata anche la vita a un uomo. Quello che si può notare fin dall’inizio del film è che l’opera è in grado di comunicare con lo spettatore. Non a caso si viene immediatamente catapultati all’interno di una parata militare lungo le vie di una cittadina tedesca, come se si fosse stati lì da sempre. E, infatti, le urla della folla (che canta l’inno nazionale) entrano addirittura in una classe di liceo che ha semplicemente le finestre spalancate. Ad andare ancora di più a scavare in questo senso e nell’attenzione che il regista pone ai dettagli è il fatto che la bocca del professore che sta spiegando qualcosa agli studenti sembra muoversi in concomitanza con l’inno nazionale che si sente da fuori. Questo a significare che l’insegnamento in generale (e quindi la promozione della cultura) vadano di pari passo con la politica e con quello che essa porta avanti. L’insegnante altri non è che il mezzo attraverso il quale

All'ovest niente di nuovo Locandina e Recensione
Una scena tratta dal film “All’ovest niente di nuovo” di Lewis Milestone – Analisi Critica

diffondere questi concetti, come se la sua bocca fosse un megafono che ha il solo scopo di amplificare la propaganda del governo tedesco. E questo non è l’unico momento nel quale vengono utilizzate tecniche del genere. Durante tutto il film ci sono trovate sia visive che sonore che vanno ad avvalorare questa teoria. Tra le scene degne di nota che vanno a sottolineare ancora di più la volontà del regista di rendere evidente l’assurdità della guerra ci sono gli assalti visti in soggettiva dalla “camera-mitragliatrice” o l’uccisione di Paul che protende la mano di afferrare, nel finale, la farfalla. Un finale che si discosta dall’opera letteraria, ma che viaggia in sintonia con il film. Paul è ormai un estraneo rispetto agli altri, alla vita di trincea e a quello che aveva lasciato prima di tornare a casa. Sembra quasi non appartenere più a questa vita e quello che tenta di fare, cioè accarezzare la farfalla, è come se fosse un ultimo tentativo di assaporare qualcosa di bello. Una farfalla in mezzo alla disperazione e agli orrori di quei momenti è come una sorta di segnale, un’ancora alla quale Paul tenta di aggrapparsi, ma invano. Sempre a proposito del finale, poi, con i soldati che si rivolgono con lo sguardo direttamente allo spettatore mentre sullo sfondo si staglia un’enorme distesa di croci bianche, è sintomatico di quanto mostrato fino a quel momento. Rappresenta una delle conclusioni più agghiaccianti e memorabili che rimangono impressi nello spettatore ancora oggi, a distanza di quasi un secolo. E, come detto, al di là delle tematiche affrontate, dell’intento e delle raffinate tecniche, visive e sonore, per l’epoca, c’è da dire che è importante anche per l’uso quasi perfetto del “parlato” cinematografico, nato solo tre anni prima con il celebre “Il cantante di jazz” di Alan Crosland. Infine, come non menzionare le problematiche che la sua uscita in sala ha portato all’epoca. “All’ovest niente di nuovo”, alla sua uscita, nonostante la vittoria del premio Oscar come miglior film, scatenò violente polemiche soprattutto in Germania dove, durante la “prima” i nazisti tentarono di interrompere la proiezione lanciando topi in platea. In Italia la censura fascista bloccò sia il film che il libro di Remarque da cui è tratto. Fu distribuito solo nel marzo 1956, dopo oltre vent’anni dalla sua realizzazione. Ma un film e un’opera che ancora oggi fa parlare di sé. È, infatti, del 2022 l’ultimo rifacimento dell’opera di Remarque che, anche in questo caso, ha portato a casa vari riconoscimenti. Lo era IERI, lo è OGGI e lo sarà DOMANI. (di Veronica Ranocchi)

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