“Pickpocket” Recensione. Diventato ladro per un’insana passione, Michel (Lassalle) viene avvicinato da un borsaiolo (pickpocket) professionista che lo coinvolge nelle sue malefatte. Orgogliosamente convinto che gli esserei superiori – come lui – possano mettersi al
di sopra della legge, Michel continua nei suoi furti ma il suo cuore arido comincia ad aprirsi all’amore per Jeanne (Green), una ragazza madre: quando verrà arrestato, penserà di suicidarsi ma la vista di Jeanne riuscirà a spezzare la corazza del suo egoismo e i due …
Idea Centrale
Lontanissimamente ispirato a “Delitto e castigo” di Dostoevskij, il quinto lungometraggio di Bresson è costruito intorno alla sfida di raccontare il sentimento dell’orgoglio, attraverso una sorta di viaggio nell’anima umana sprovvisto però di qualsiasi alibi psicologico o deriva spettacolare.
Recensione
Facendo leggere alla voce di Michel alcuni passi del suo diario, Bresson facilita l’identificazione tra lo spettatore e il suo protagonista, ma poi allontana ogni possibile “simpatia” filmando il comportamento sdegnoso e freddo di Michel, sempre più schiavo del proprio vizio: ciò che appare sullo schermo sono così solo personaggi che “esistono appena”, si muovono come sonnambuli, hanno lo sguardo sfuggente e l’andatura esitante, confusi con uno sfondo talmente banale da apparire opaco”. Ma questo processo di astrazione, che sembra cogliere solo frammenti sparsi della realtà permette alla fine di un cammino lungo e sofferto di “far emergere l’anima e mostrare la vera ricchezza umana”, quella che, nonostante la mediocrità di Jeanne e il vizio di Michel, li spingerà all’incontro col loro destino, tanto più improvviso quanto più inevitabile: è questa la “più bella storia d’amore di tutto il cinema di Bresson, dolorosa certo ma anche piena di slanci e desiderio, capace di portarli a superare i propri limiti e ad aprirsi l’un l’altro”. Uno stato di grazia, lontano ancora dal cupo pessimismo delle opere degli anni Ottanta, che si vede anche in una delle più belle scene girate dal regista, quella dei furti alla parigina Gare de Lyon, dove l’alternarsi di piani medi e primi piani, i movimenti di macchina (panoramiche e carrelli laterali molto corti) e il ritmo del motaggio trasmettono “l’esaltazione e l’eleganza di un’attività che sembra – paradosso morale – naturale per l’uomo”, mentre il rischio di essere scoperti innerva le sequenze del piacere angosciante del pericolo.
Note e Curiosità
Qualcuno sostiene che i dialoghi siano stati scritti in gran parte da Jean Cocteau, ma non ci sono prove convincenti. Il futuro regista Pierre Etaix è il secondo complice. (La recensione del film “Pickpocket” di Robert Bresson è tratta da “Il Mereghetti – Dizionario dei Film ed. 2002” di Paolo Mereghetti).
Il Film “Pickpocket” di Robert Bresson è disponibile in Streaming su
LA SCHEDA DEL FILM “PICKPOCKET” (Pickpocket)
Regista: Robert Bresson – Cast: Martin Lasalle, Marika Green, Pierre Leymarie, Jean Pélégri, Dolly Scal, Kassagi, Pierre Étaix, César Gattegno – Fotografia: Leonce-Henri Burel – Sceneggiatura: Robert Bresson – Genere: Drammatico – Anno: 1959 – Paese: Francia – Durata: 1h 15 min. – Distribuzione: Lab 80 Film – La scheda del film “Pickpocket” di Robert Bresson su Wikipedia
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