– Paola Cortellesi debutta da regista con una dramedy femminista: “Dedicato alle donne che nessuno ha mai celebrato” (News)


“C’è ancora domani” di Paola Cortellesi è stato il film d’apertura, e in concorso, della 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma. Per il suo esordio da regista la Cortellesi punta su una dramedy in bianco e nero con derive musical e animo femminista e spiega: “Volevo raccontare la vita di quelle donne che

 nessuno ha mai celebrato, quelle che, come niente, si prendevano uno schiaffo in faccia dal proprio marito e poi come cenerentole tornavano a lavorare”.

La storia. Siamo nella Roma del primissimo dopoguerra, qui Delia (Cortellesi) è una madre di tre figli e moglie di Ivano (Mastandrea), un uomo dal brutto carattere, autoritario, uno che la picchia (per lui è normale). In casa c’è anche il suocero, Ottorino (Giorgio Colangeli) il più maschilista di tutti, capace anche di dare consigli al figlio. Uno su tutti: “Non devi picchiare Delia così spesso, altrimenti si abitua. Devi picchiarla molto più forte, ma raramente così se ne ricorda”. E poi c’è l’amica fruttivendola (Emanuela Fanelli) l’unica con cui si confida.

“Storie incredibili di nonne e bisnonne che venivano considerate delle nullità, che nessuno ricorda. Certo c’era anche Nilde Jotti a quei tempi, ma quella era un’eccezione, le donne allora non contavano nulla. Un esempio: mia nonna quando parlava diceva cose sensate, ma chiosava poi così, ‘ma che capisco io?'”, ha raccontato la neo regista.

Il registro tragicomico. Nel film, ambientato in una Roma dolente degli anni Quaranta e dove la violenza di Ivano verso Delia è come coreografata, da uno schiaffo o un tentativo di strangolamento può partire un romantico balletto. “Il doppio registro, tragicomico, nasce dal fatto che mi sono chiesta quanto potevamo spingerci nella comicità trattando di una violenza domestica. Abbiamo allora preferito farli ballare e che a lei scomparissero i lividi appena subiti. Non mi sono mai piaciute le scene violente iperrealiste che vengono sempre scavalcate da una sorta di vojerismo”.

Il film parla dell’oggi. L’attrice ha parlato di quanto il suo debutto da regista parli dell’oggi: “Abbiamo studiato atti processuali recenti sulla violenza alle donne e le dinamiche sono le stesse di allora. Isolare la donna, svilirla e poi usarle violenza. Insomma è chiaro che abbiamo voluto parlare di cose che sono vive ancora oggi come anche il divario di trattamento economico tra uomo e donna”. Invece la scelta del bianco-nero “fa parte di come immaginiamo le storie del passato che ci raccontavano”. Comunque, ci tiene a dire la Cortellesi: “Certi personaggi maschili non sono affatto cambiati, sono gli stessi di allora”.

Debutti da registe. Alla Festa del Cinema di Roma sono in programma diversi debutti dietro la macchina da presa per attrici italiane. Da Margherita Buy con “Volare”, passando per Giovanna Mezzogiorno con il corto “Unfitting” e Kasia Smutniak con il docu-film “Mur”.

Paola Cortellesi, quanti anni ha, quanto è alta e chi è il marito dell’attrice. Paola Cortellesi è nata il 24 novembre 1973.E’ alta 172 centimetri e pesa circa 60 chili. È sposata dal 2011 con il regista e sceneggiatore Riccardo Milani, con cui ha una figlia di nome Laura, nata nel 2013.

Paola Cortellesi, la filmografia: quanti film ha fatto l’attrice. Paola Cortellesi ha una carriera ricca di successi sia in televisione che al cinema, dove ha recitato in diversi film di genere comico e drammatico. Nella sua filmografia ci sono 32 pellicole tra le quali ricordiamo “Tu la conosci Claudia?”, “Nessuno mi può giudicare”, “La befana vien di notte”, “Come un gatto in tangenziale” e “Figli”. Dopo tante sceneggiature (tra le quali “Gli ultimi saranno ultimi”, “Come un gatto in tangenziale”, “Ma cosa ci dice il cervello”), esordisce qui nella regia cinematografica con una storia scritta insieme a Giulia Calenda e Furio Andreotti. Tornerà a fare la regia, le chiedono alla presentazione del film alla festa del Cinema di Roma? “Se è per questo vorrei essere già al terzo film. Certo che voglio rifarlo, è stato bellissimo”. (dal tgcom24)

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