– Golino, ‘è di moda far fare film alle donne, approfittiamone’ (News)


(ANSA) – Il cinema italiano “sta vivendo un momento complesso, servono prodotti, soprattutto dall’arrivo delle piattaforme. In questo mercato va di moda ‘fare lavorare le donne’: è ghettizzante e offensivo ma approfittiamone, per essere sovversive in quest’ingranaggio. Difendiamoci facendo cose belle”. Lo dice

Valeria Golino, protagonista con Valeria Bruni Tedeschi, Paola Cortellesi, Jasmine Trinca, Kasia Smutniak, Ginevra Elkann dei Dialoghi sul futuro del cinema”, uno degli incontri promossi da Fondazione Cinema per Roma e Anica, in collaborazione con Cinecittà Spa e Siae. A moderare Piera Detassis. “Ho iniziato a vedere questo cambiamento da attrice – sottolinea Kasia Smutniak, che ha appena debuttato alla regia con il documentario Mur -. Con il movimento femminista arrivato dall’America è diventata evidente da parte delle piattaforme la ricerca di registe e ‘tecnici’ donne”. Anche nelle serie, che “ora sempre più spesso sono dirette da più registi, si cerca la partecipazione di una cineasta, anche se poi resta centrale il punto di vista maschile sulla forza femminile”. Questo “è un punto di partenza ma non posso accettare di essere considerata una portabandiera di facciata. Ho la sensazione che c’è ancora tantissimo da fare”. D’accordo Jasmine Trinca: “È vero, spesso si fa il ‘pink washing’ ma i risultati si possono ottenere anche da delle forzature. Dobbiamo prendere tutto il bene che viene da questo movimento”. Per Paola Cortellesi, che ha aperto la Festa del cinema di Roma con il suo debutto alla regia, C’è ancora domani, già venduto in 11 Paesi “contano le cose ben fatte, l’importante è sostenerle e farle viaggiare”. Non c’è “una bacchetta magica nel creare qualcosa che funzioni – osserva Valeria Bruni Tedeschi -. Io non mi sento una donna che fa dei film ma una persona che cerca di fare qualcosa di vero. Non avevo capito che quest’incontro sarebbe stato centrato solo sulle donne… non sarei venuta”. Resta il fatto che “le donne nel cinema siano un minoranza e questo è un problema – riflette Ginevra Elkann, che ha iniziato nel cinema da produttrice – Sono le le quote che hanno permesso di avere i finanziamenti per tanti progetti”.

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