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Wonka Recensione Poster

 due film che ne sono stati tratti (Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato e La fabbrica di cioccolato), Wonka conquista gli spettatori più giovani e le famiglie per il carattere dinamitardo delle sue coreografie, per i colori caldi e suadenti e, sicuramente, per la descrizione dettagliata della preparazione di alcune tra le migliori creazione del cioccolatiere più noto di tutti i tempi. Non tutto, in questo film, funziona a dovere, però. Wonka mostra l’arrivo del giovane Willy in una città dominato da un cartello di tre cioccolatai, che fanno di tutto per rendere impossibile il suo ingresso nel mondo del commercio. C’è ben poco da fare, però: il cioccolato di Willy Wonka è il migliore che esista. Questa verità addolora i tre maestri cioccolatai del cartello, che cercano in tutti i modi di sabotare l’attività del giovane e, addirittura, di eliminarlo dal volto della Terra. In questo, Willy riceverà l’aiuto da parte di alcuni nuovi amici e potrà contare sul (pericoloso) sostegno di un Oompa Loompa. Dicevamo che, senza dubbio, il film colpisce per l’utilizzo dei colori (sgargianti e caldi a volte, e freddi e dei toni del blu nelle sequenze in cui la vita del giovane Willy è messa a repentaglio) e incanta per il modo in cui è descritta e mostrata la creazione delle migliori magie cioccolatose del giovane Wonka (aspetto che, in effetti, mancava ne La fabbrica di cioccolato di Tim Burton). Qualsiasi fantasia più ardita (in grado di agire sull’umore e non solo) diventa realtà dolciaria grazie a Willy Wonka – portato in scena da un familiare e rassicurante Timothée Chalamet. Il film è diretto da Paul King, noto per aver già realizzato i due episodi della saga di Paddington, l’adorabile orsetto che emigra a Londra (in effetti, Wonka potrebbe essere considerato a tutti gli effetti come il terzo capitolo del franchise!). Un plauso a parte merita la capacità di aver dato vita a uno spettacolo per famiglie, come non se ne vedeva da tempo. Per certi versi, Wonka somiglia molto a The Greatest Showman – ha la sua stessa capacità di incantare, rassicurare, conciliare, accarezzare in un periodo come quello del Natale in cui i buoni sentimenti abbondano e, sicuramente, abbiamo tutti bisogno di sentirci cautelati. Ciò di cui Wonka è privo è quella sfumatura che un interprete quale Johnny Depp era stato in grado di infondere al suo Willy Wonka – ovvero un non so che di perturbante. Idee di cinema diverse – Paul King non è Tim Burton e viceversa, tautologicamente. Timothée Chalamet si limita a svolgere un compitino rassicurante e privo di carattere e personalità. Peccato, perché sembra che il suo Willy Wonka abbia ben poco da dire e da fare, se non essere semplicemente il tipico ragazzo della porta accanto. (La recensione del film “Wonka” è a cura di Matteo Marescalco)