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The Piper Recensione Poster

Piper, il Pifferaio appunto, un horror che contiene molti se non tutti gli ingredienti che caratterizzano il genere ma quasi mai trova il modo di sfruttarli adeguatamente. Qualche tempo dopo la morte di Catherine, una musicista morta in circostanze misteriose mentre cercava di dare alle fiamme lo spartito della musica che lei stessa aveva scritto, il dispotico direttore d’orchestra Gustafson (Julian Sands) spinge Melanie (Charlotte Hope) che era stata l’allieva prediletta di Catherine, a cercare lo spartito della defunta per poterla commemorare eseguendo la sua  musica in un concerto a lei dedicato. Mel riesce a trovarlo e a impossessarsi anche dei nastri dove era stata incisa la musica, nonostante l’opposizione di Alice, sorella di Catherine, la quale sostiene che quelle note sono maledette e che sua sorella è morta avvolta dalle fiamme proprio mentre cercava di distruggerle. Quando Zoe, la figlia di Melanie, insieme al suo amico Colin ascoltano i nastri e canticchiano la musica, ecco che si manifesta il pifferaio. A questo punto comincia quella che dovrebbe essere la parte più propriamente horror del film, dove un’incalzante tensione dovrebbe coinvolgere e spaventare, ma uno stile narrativo piatto e prevedibile raramente riesce a emozionare. Un peccato, un’occasione persa, con un sottofinale che sembra messo lì per rimediare ma è troppo scontato anche quello. Si salva la fotografia di Daniel Katz che riesce a dare lustro alle ambientazioni gotiche. Il film è dedicato a Julian Sands, scomparso poco dopo le riprese durante un’escursione in montagna. (La recensione del film “The Piper” è a cura di Claudio Montatori)