Rustin Recensione. La recensione del film “Rustin” a cura di Mirko Nottoli. Tutti sappiamo chi è Martin Luther King, sono meno quelli che conoscono Rustin Bayard, colui al quale si deve la grande manifestazione che il 28 agosto
1963 vide invadere Washington da una marea di persone giunte da tutto il paese a sostegno dei diritti in favore degli afroamericani. Contro tutto e tutti, contro anche i principali movimenti per i diritti dei neri, con il sostegno fondamentale dello stesso Martin Luther King, l’evento fu organizzato in poche settimane mobilitando congregazioni religiose, sigle sindacali, associazioni di lavoratori e di volontariato. Si attendevano 100mila partecipanti, si temeva ne arrivassero meno di 80mila, alla fine furono oltre 250mila coloro che davanti al Lincoln Memorial, sulla spianata del National Mall, ascoltarono il famoso “I have a dream”. A tutt’oggi la manifestazione politica più grande che la storia ricordi. Grazie a questa mobilitazione di massa, pochi giorni dopo il governo presieduto da J.F. Kennedy avrebbe approvato il Civil Right Acts, e un paio di anni dopo si sarebbe tenuta la marcia di Selma, altro passo fondamentale sulla via della totale emancipazione delle minoranze nere, altro evento storico fondamentale al centro di un film, Selma appunto, che con “Rustin” potrebbe formare un’ideale dittico (se ci mettiamo anche “Il processo ai Chicago 7” arriviamo al trittico). Rustin, di George C. Wolfe, già regista di Ma Rainey’s Black Bottom (ancora storie di neri, ancora targato Netflix), racconta tutto questo focalizzando la sua attenzione sulla personalità vulcanica e indomita del protagonista Rustin Bayard, attivista nero ed omosessuale che ha combattuto una vita intera contro le ingiustizie non assurgendo mai alla fama planetaria di altri suoi più illustri colleghi. Film di solido impegno politico e civile, com’è nella tradizione di tanto cinema americano, ben ritmato, serrato, avvincente quanto basta, incline forse all’eccessiva glorificazione del protagonista dove ben netta rimane la distinzione tra buoni e cattivi, un peccato tutto sommato veniale per prodotti come questo in cui l’exemplum conta più della verità cronachistica. Prodotto da Michelle e Barack Obama per Netflix, candidato all’Oscar per il miglior attore protagonista (Colman Domingo che divide il set con, tra gli altri, il sempre insopportabile Chris Rock, Aml Ameen nei panni di Luther King e Jeffrey Right in un cameo), Rustin è il classico film in linea con i tempi all’insegna del politicamente corretto e dell’ideologia woke. Ma va bene così perchè, come dice Martin Luther King, “è sempre il momento giusto per fare la cosa giusta”. (La recensione del film “Rustin” è a cura di Mirko Nottoli)
Il Film “Rustin” di George C. Wolfe è disponibile in streaming su
LA SCHEDA DEL FILM “RUSTIN” (Rustin)
Regista: George C. Wolfe – Cast: Colman Domingo, Aml Ameen, Glynn Turman, Chris Rock, Gus Halper, Johnny Ramey, CCH Pounder, Michael Potts, Audra McDonald, Jeffrey Wright, Lilli Kay, Jordan-Amanda Hall, Ayana Workman, Grantham Coleman – Genere: Biografico – Anno: 2023 – Paese: USA – Sceneggiatura: Julian Breece, Dustin Lance Black – Fotografia: Tobias A. Schliessler – Durata: 1 h 46 min – Distribuzione: Netflix – Data di uscita: 3 Novembre 2023 – Il sito ufficiale del film “Rustin” di George C. Wolfe
Trama: Rustin, il film diretto da George C. Wolfe, racconta la storia di Bayard Rustin (Colman Domingo), attivista per i diritti civili, celebre per aver organizzato la leggendaria marcia su Washington del 28 agosto 1963. Evento ricordato soprattutto per il discorso di Martin Luther King e del suo “I have a dream”. Rustin, afroamericano e omosessuale dichiarato, ha sempre dovuto lottare contro le discriminazioni di cui è stato vittima. Nel 1953 fu anche arrestato a causa del suo orientamento sessuale, considerato all’epoca illegale in molti Stati americani. L’attivista trova numerosi ostacoli anche all’interno del movimento stesso che preferisce tenerlo in ombra…
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