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The Watchers Recensione Poster

sua quando le due erano soltanto delle bambine); le creature minacciose all’esterno del parallelepipedo, invece, sono allergiche alla luce del sole e si muovono soltanto di notte. Nessuno le ha mai viste e leggenda narra che chi le ha viste sia morto a causa della follia scatenata dalla visione. I quattro seguono delle regole ben precise per non innervosire le creature e la superficie del vetro è riflettente; di notte, quindi, le creature possono osservare gli umani, che si esibiscono per loro, ma gli umani vedono soltanto il proprio riflesso e non i mostri che vivono all’esterno.

La foresta, dicevamo, una natura ostile e primordiale, i dispositivi di controllo e sorveglianza, l’isolamento in un contesto lontano dal mondo e i mostri che abitano la nostra psiche sono tutte tematiche ampiamente trattate nel cinema di M. Night Shyamalan, da cui la giovanissima figlia attinge a piene mani. Il risultato è un collage piuttosto confusionario che spazia da Lady in the Water a E venne il giorno, e ancora da Signs fino inevitabilmente a The Village e Bussano alla porta. La prima parte del lungometraggio funziona perché è molto suggestiva, evita di mostrarci le ipotetiche creature maligne, ci isola in un contesto probabilmente ostile, distilla tantissimi dubbi e getta lo spettatore in un contesto di incertezza.

Peccato, però, che poi il film provi a dare risposta a tutti i quesiti lanciati nel corso della prima parte, che mostri le creature in modo fin troppo continuo e ostentato, e che finisca per rimarcare le impronte paterne tra buchi di sceneggiatura e sviluppi drammaturgici a cui diventa davvero difficile credere – complici personaggi non propriamente ben sviluppati e una protagonista capace di cambiare idee molto rapidamente. Alcuni passaggi di sceneggiatura girano a vuoto e, come già vale per il cinema di M. Night Shyamalan, anche per godersi The Watchers è necessario un atto di fede davvero importante.

Peccato che, a differenza del padre, Ishana Night Shyamalan non sia, ancora, una grandissima edificatrice di atmosfere e suspense, capace di costruire cinema soltanto attraverso le immagini portate in scena. Nel finale, il suo film diventa davvero denso, presenta un twist che ribalta parzialmente quanto visto e fornisce una spiegazione al mondo delle creature che ci porta dalle parti del folklore irlandese – mixato in maniera un po’ caotica e raffazzonata. The Watchers racconta l’orrore che alberga dentro e fuori l’animo umano ma, per farlo, indugia in esagerate spiegazioni e perde parte della potenza drammaturgica in un finale che è troppo carico e denso, e disperde la leggerezza misteriosa del primo segmento del film.

Insomma, The Watchers arriva a corto di energie sul finale ma, prima di allora, nel complesso, era stato capace di raccogliere l’eredità del cinema di M. Night Shyamalan e di rielaborarla a modo suo, complice la costruzione di un’atmosfera opprimente e allucinata da affrontare, però, sempre a occhi aperti. (La recensione del film “The Watchers” è a cura di Matteo Marescalco)