– SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA | recensione | film


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Sbatti il mostro in prima pagina Recensione. La recensione del film “Sbatti il mostro in prima pagina” a cura di Claudio Montatori. Riappare oltre cinquant’anni dopo, restaurato e digitalizzato dalla meritevole Cineteca di Bologna, il film di Marco Bellocchio del 1972, forse uno dei meno riusciti del regista che all’epoca fu molto criticato. Bellocchio subentrò alla regia in un secondo momento e ne rielaborò la sceneggiatura insieme a Goffredo Fofi, dando vita a una pellicola (allora il digitale era ancora di là da venire) che anche se imperfetta racconta molto di quegli anni.

La storia si ispira a un fatto realmente accaduto un anno prima, quando fu rapita e uccisa Milena Sutter, figlia sedicenne di una famiglia dell’alta borghesia industriale di Genova, un delitto che colpì molto l’opinione pubblica e di cui i giornali si occuparono a lungo.

Sbatti il mostro in prima pagina Recensione Poster

Sbatti il mostro in prima pagina Recensione Poster

Il film è ambientato a Milano e  si apre con le immagini di repertorio  di un comizio fatto in quella città, in quell’anno,  di Ignazio Larussa, allora giovane esponente della destra estrema e oggi Presidente del Senato.

Seguiranno le immagini (sempre autentiche) di scontri tra manifestanti antifascisti e polizia cui fanno seguito le riprese dei funerali dell’editore Giangiacomo Feltrinelli, saltato in aria poco tempo prima durante un attentato a Segrate.

In questo clima  il redattore capo del quotidiano Il Giornale (quello vero, fondato da Indro  Montanelli nasce qualche anno più tardi), Giancarlo Bizanti (un Gianmaria Volonté sempre in gran forma) individua in un fatto di cronaca, la violenza e l’uccisione di una ragazzina di sedici anni, lo strumento per distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dalle tensioni politiche  che nella fase elettorale che il paese sta vivendo rischiano di causare disordini e spostare l’elettorato verso i partiti di sinistra.

Così, in accordo con il suo direttore e con la proprietà, indirizza Il Giornale e fa aumentare le pagine sul delitto della minorenne, e grazie alle manipolazioni di Bizanti che riesce a influenzare le indagini della polizia, a farne le spese sarà Mario Boni, uno studente anarchico che verrà incriminato anche in seguito alla testimonianza di Rita Zigai un’insegnante,  fragile e manipolabile, interpretata da una grande Laura Betti.

Attraverso questa vicenda, che assume i toni del thriller politico, il film racconta di come la manipolazione dell’informazione possa diventare uno strumento pericoloso di cui il potere costituito fa uso quando si sente minacciato,  lasciando che forze oscure cerchino di indebolire la democrazia per raggiungere scopi reazionari.

Non si può però capire l’importanza storica di questa pellicola se non si fa riferimento anche alla vicenda tragica che cambiò la vita di tutto il Paese e che è sottesa alle vicende narrate, la strage di Piazza Fontana a Milano, 12 dicembre 1969.

Nello stesso anno del film, il 1972, usciva dal carcere, per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, Pietro Valpreda un anarchico arrestato tre anni prima, pochi giorni dopo la strage con l’accusa di aver messo la bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura. Il poveretto fu sbattuto in prima pagina da tutti i giornali, anche quelli della sinistra ufficiale, e delle tv nazionali come il mostro che aveva causato tredici morti e numerosi feriti, in base alla labile testimonianza di un tassista. Fu grazie alla contro-informazione e in particolare al libro che ne raccoglieva le inchieste, La Strage di Stato, che cominciò a insinuarsi nell’opinione pubblica l’dea che tutto quello che raccontavano le fonti ufficiali non era vero. Sulla copertina di quel libro La cinepresa di Marco Bellocchio si sofferma qualche attimo, significativamente, durante le riprese della perquisizione d un circolo anarchico da parte delle forze dell’ordine.

Un film che allora non piacque soprattutto alla critica (anche Bellocchio non fu soddisfatto della sua opera), ma che visto oggi assume la forza di un documento storico importante per chi abbia voglia di capire il clima politico e sociale di quegli anni. (La recensione del film “Sbatti il mostro in prima pagina” è a cura di Claudio Montatori)

Una scena tratta dal film “Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio – Recensione / Analisi

LA SCHEDA DEL FILM “SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA” (Sbatti il mostro in prima pagina)

Regista: Marco Bellocchio – Cast: Gian Maria Volonté, Jacques Herlin, Laura Betti, Fabio Garriba, Corrado Solari, John Steiner, Carla Tatò, Jean Rougeul, Michel Bardinet, Marco Bellocchio, Gianni Solaro, Gérard Boucaron, Gisella Burinato, Enrico Dimarco – Genere: Drammatico – Anno: 1972 – Paese: Italia – Sceneggiatura: Sergio Donati, Goffredo Fofi, Marco Bellocchio – Fotografia: Luigi Kuveiller, Erico Menczer – Durata: 1 h 33 min – Distribuzione: EURO FILM, 01 Distribution in collaborazione con Minerva Pictures (per la versione restaurata in 4K del 2024) – Data di uscita: 4 Luglio 2024 – Il sito ufficiale del film “Sbatti il mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio

Trama: In un periodo politicamente caldo, l’8 marzo 1972, alla vigilia delle elezioni e quando la sede de “Il Giornale” ha subito un’aggressione da parte di gruppuscoli di sinistra, la quindicenne Maria Grazia, figlia del noto professor Italo Martini, viene trovata violentata e strozzata in un prato nella periferia di Milano. Il redattore-capo Bizanti, sentito il parere dell’ingegner Montelli, finanziatore de “Il Giornale”, incarica di seguire il caso Roveda, un giornalista principiante, affiancandolo allo smaliziato e senza scrupoli Lauri. Dal canto suo Bizanti avvia indagini private: avvicina la professoressa Rita Zigai, amante di Mario Boni (della sinistra extraparlamentare) e in possesso del diario della defunta...

SBATTI IL MOSTRO IN PRIMA PAGINA di Marco Bellocchio (2024) – Trailer Ufficiale HD

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