Paradise is burning Recensione. La recensione del film “Paradise is burning” a cura di Claudio Montatori. Capita spesso che nelle opere prime di giovani registi traspaia l’emozione di raccontare le storie che hanno dentro e che tale emozione arrivi fino allo spettatore, anche quando a un occhio più critico la struttura narrativa appaia non del tutto sufficiente. Semplicemente ci si innamora della storia e dei personaggi e certe ingenuità registiche diventano un elemento pregevole del racconto stesso (chi scrive queste righe si innamora spesso di questi film).
È il caso di “Paradise is Burning” della regista svedese Mika Gustafson, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2023, nella sezione Orizzonti, dove ha vinto il premio per la migliore regia, raccontando la storia di tre sorelle. Laura, Mira e Steffi vivono in un quartiere emarginato, da qualche parte in Svezia, hanno rispettivamente sedici, dodici e sette anni, figlie di una madre assente e di un padre non pervenuto, vivono una vita libera, un po’ anarchica, ai limiti della legalità, autogestendosi come possono, unite da un profondo legame di sorellanza.
Laura (Bianca Delbravo), la più grande, funge da educatrice, diciamo così, per le altre due e deve vedersela con Mira (Dilvin Asaad) che è appena diventata donna, con tutti i turbamenti che l’arrivo delle mestruazioni comporta per l’universo femminile; e poi c’è Steffi (Safira Mossberg) che ha solo sette anni ma ha una gran fretta di crescere.
Nonostante i disagi tutto sembra procedere in discreta armonia, fino al giorno in cui arriva una telefonata da parte di servizi sociali che intendono incontrare la loro madre. Ma una madre disponibile non c’è, bisogna inventarsene una al più presto, altrimenti le tre sorelle rischiano di venire affidate a qualche famiglia sconosciuta e di essere separate.
Nasce così la conoscenza di Laura con Hanna (Ida Engvoll), una giovane donna con cui il rapporto sembra sfociare in qualcosa di più intimo.
La regista Gustafson muove i suoi personaggi all’interno di un contesto di emarginazione sociale, di miseria materiale, ma ama parlare, per sua stessa ammissione, del legame di solidarietà che va sotto il nome di sorellanza e che non necessariamente prevede legami di sangue come nel caso in oggetto, qualcosa di più o comunque di diverso del più generico termine di fratellanza.
Dunque un film tutto al femminile con punte surreali che si fa apprezzare anche grazie alla magnifica prova delle tre giovani protagoniste, girato con piglio deciso, coinvolgente anche per i maschietti. (La recensione del film “Paradise is burning” è a cura di Claudio Montatori)
LA SCHEDA DEL FILM “PARADISE IS BURNING” (Paradiset brinner)
Regista: Mika Gustafson – Cast: Bianca Delbravo, Dilvin Asaad, Safira Mossberg, Ida Engvoll, Mitja Siren, Marta Oldenburg – Genere: Drammatico – Anno: 2023 – Paese: Svezia, Italia, Danimarca, Finlandia – Sceneggiatura: Mika Gustafson, Alexander Öhrstrand – Fotografia: Sine Vadstrup Brooker – Durata: 1 h 48 min – Distribuzione: Fandango – Data di uscita: 29 Agosto 2024 – Il sito ufficiale del film “Paradise is burning” di Mika Gustafson
Trama: Paradise is Burning, film diretto da Mika Gustafson, racconta la storia di tre sorelle di età compresa tra i 7 e i 15 anni, che vivono da sole perché la madre si assenta spesso e per lunghi periodi. Quando i servizi sociali chiedono di incontrare tutta la famiglia, le ragazze capiscono che devono trovar qualcuno che finga di essere la loro madre per evitare di finire in affidamento ed essere separate l’una dalle altre…
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