Parthenope Recensione. La recensione del film “Parthenope” a cura di Luigi R. Rami. Paolo Sorrentino è entrato nel novero degli autori cinematografici che si amano o si odiano. Le sue opere, sempre attese sin da quel folgorante esordio registico con L’uomo in più, spesso hanno un’accoglienza divisiva. Le si ritiene delle magnificenze, oppure dei passi falsi. Poche sue pellicole hanno raggiunto il plauso unanime, come appunto il già citato esordio, e poi Il divo, La grande bellezza e infine È stata la mano di Dio.
Quest’ultimo era un “piccolo” film che attingeva dal vissuto del regista quando ancora era adolescente, e sfiorò quasi l’Oscar. Sullo sfondo la Napoli di metà anni ’80, e con Parthenope la città partenopea ritorna in tutta la sua vivacità e tragicità. Parthenope è il nome della protagonista, un omaggio appunto a Napoli.
Lei è la figlia della città prediletta, perché nasce dalle acque che bagnano la costa. E da quella nascita, avvenuta nel 1950, parte, attraverso le esperienze che vive Parthenope, un viaggio nei meandri ambientali, passionali ed emotivi della complessa città. La protagonista diviene metafora di Napoli, ossia un’entità al contempo santa e puttana.
Una città, come spesso viene detto nelle frasi a effetto presenti nel film, tanto miracolosa quanto complicata, tanto bella quanto brutta. Tanto santificata quanto peripatetica.
Un lungo excursus, cinematografico più che storico, che è cento per cento cinema sorrentiniano, ovvero il dare a ogni scena e a ogni inquadratura una (grande bellezza). Certo, a volte sono fini a se stesse, però riescono ad avvolgere e confermare come Sorrentino, con l’ausilio della direttrice della fotografia Daria D’Antonio, crede ancora nel concetto del cinema Bigger than life. Quello che convince meno è la sceneggiatura, scritta dal solo Sorrentino.
Zeppe di frasi ad effetto, di metafore a volte magnifiche, questa epopea femminile è farraginosa nel procedere. Un lungo Coming of Age che giunge fino ai trent’anni della protagonista, che soltanto in quel momento, dopo la rivelazione che gli fa il Professor Marotta, trova il suo equilibrio.
E se come dice Marotta l’antropologia è saper vedere, Sorrentino ha saputo vedere soltanto a metà il genere umano/napoletano. Pertanto in questo opus sorrentiniano c’è uno “squilibrio” tra aspetto visivo e contenuto narrativo, ma si aggiunge la qualità di alcune interpretazioni, che rendono credibili certi personaggi.
La protagonista Celeste Della Porta è una rivelazione, ma quelli che si distinguono maggiormente sono Silvio Orlando, spesso nel ruolo di professore cinico ma dal cuore d’oro, e Peppe Lanzetta, nel sapere incarnare perfettamente un laido vescovo. Velenosa la stoccata a Sophia Loren, attraverso il personaggio di Greta Cool, interpretata da Luisa Ranieri con bravura ma senza anima. (La recensione del film “Parthenope” è a cura di Luigi R. Rami)
LA SCHEDA DEL FILM “PARTHENOPE” (Parthenope)
Regista: Paolo Sorrentino – Cast: Gary Oldman, Celeste Dalla Porta, Silvia Degrandi, Isabella Ferrari, Lorenzo Gleijeses, Peppe Lanzetta, Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli, Alfonso Santagata, Francesca Romana Bergamo, Dario Aita, Paola Calliari, Biagio Izzo, Nello Mascia – Genere: Drammatico – Anno: 2024 – Paese: Italia – Sceneggiatura: Paolo Sorrentino – Fotografia: Daria D’Antonio – Durata: 2 h 16 min – Distribuzione: PiperFilm – Data di uscita: 24 Ottobre 2024 – Il sito ufficiale del film “Parthenope” di Paolo Sorrentino
Trama: Parthenope, il film diretto da Paolo Sorrentino, racconta la vita di Partenope, che ha preso il nome dalla sua città, Napoli, ma non è una sirena né un mito partenopeo. La sua storia ha inizio con la sua nascita, avvenuta nel 1950, e vede ripercorso tutto il lunghissimo repertorio della sua esistenza: la spensieratezza e il suo svenimento, la bellezza classica e il suo cambiamento inesorabile, gli amori inutili e quelli impossibili, i flirt stantii e le vertigini dei colpi di fulmine, i baci nelle notti di Capri, i lampi di felicità e i dolori persistenti, i padri veri e quelli inventati, la fine delle cose, i nuovi inizi…
Lascia un Commento