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CORALINE E LA PORTA MAGICA | recensione | poster

Con un tempismo invidiabile, quindi, Coraline e la porta magica si appresta a tornare in sala in un periodo che migliore di questo non potrebbe essere! Halloween è alle porte! Cosa c’è di meglio da vedere se non questa fiaba luminosa e oscura, satura di colori e sbiadita, immaginativa e criptica, con protagonista un’adolescente che, desiderando la fuga dalla sua grigia realtà, scopre una porticina in una delle stanze della nuova magione della sua famiglia e si ritrova catapultata in una realtà alternativa dove tutto è come lo aveva sempre sognato e desiderato?

Coraline ha undici anni e si è da poco trasferita in una nuova abitazione in compagnia della sua famiglia. Tutto è ancora da scoprire ma il padre e la madre di Coraline hanno pochissimo tempo libero e non riescono a dedicare le giuste attenzioni alla figlioletta.

Lei gioca in giardino, conosce un ragazzino e uno strampalato gatto nero, oltre ad alcuni vicini di casa assai singolari. Un giorno, Coraline trova una porticina in una stanza di casa sua e si avventura in un mondo-altro che è l’esatto opposto di quello originale e rispecchia i desideri della giovane ragazza.

Qui, Coraline incontra le copie dei suoi genitori. Tutto è incredibile, fantasioso e straordinario. Peccato che tutti i personaggi abbiano dei bottoni al posto degli occhi e che, per continuare a vivere in quell’universo parallelo, è necessario che anche la nostra protagonista sostituisca i suoi occhi con i suddetti bottoni. Beh, a quanto pare non è oro tutto ciò che luccica!

Tratto dall’omonimo romanzo di Neil Gaiman, Coraline e la porta magica rappresenta il debutto di Laika nel mondo del cinema e il ritorno di Henry Selick dietro la macchina da presa. Il film è una sorta di Alice nel paese delle meraviglie e risente delle atmosfere di La sposa cadavere e Nightmare Before Christmas. Lo spettatore si può perdere nel mondo costruito in Coraline cullato da una colonna sonora avvolgente e alla ricerca di dettagli che portano in scena il difficile cammino che va dall’infanzia all’età adulta.

Il titolo ha inizio come una fiaba grigia in cui i sogni riescono a modellare un universo colorato e saturo – destinato a svanire perché i sogni difficilmente coincidono con la realtà.

Coraline, quindi, affronta i suoi desideri e l’aspetto buio e ancestrale dei suoi bisogni immaginativi, scegliendo di accettare una realtà che, magari, non è la migliore possibile ma che è autentica, che si lascia osservare e guardare, amare e vivere senza che siano necessari cambiamenti – e, sopratutto, senza che sia obbligatorio indossare dei bottoni al posto degli occhi! (La recensione del film “Coraline e la porta magica” è a cura di Matteo Marescalco)