La recensione del film “La stanza accanto” a cura di Mirko Nottoli. Primo film in lingua inglese per Pedro Almodovar e primo Leone d’Oro all’ultimo Festival di Venezia, Festival al quale aveva già partecipato con Donne sull’orlo di una crisi di nervi aggiudicandosi, allora, “solo” il premio per la miglior sceneggiatura. Constatiamo del resto una tendenza recente dei festival cinematografici internazionali a cedere ad un tipo di cinema più mainstream
rispetto al passato, se un tempo venivano premiati oscuri film taiwanesi o polacchi che difficilmente vedevano le sale, oggi i premi vanno a pellicole meno “elitarie”che non disdegnano il grande pubblico. Pensiamo al caso di Joker ma anche a Povere creature, a Parasite o al recente Anora. E’ il caso anche de La stanza accanto. Non che sia uno scandalo che La stanza accanto abbia vinto il Leone d’Oro, tutt’altro, solo che premiare Almodovar oggi è come andare sull’usato sicuro, è puntare su una decisione che mette tutti d’accordo, quando forse lo scopo di un festival non è proprio quello di mettere tutti d’accordo. A meno che qualcuno non pensi che il meglio di sè Almodovar non l’abbia già dato. E allora forse il Leone d’Oro avrebbe dovuto vincerlo per Donne sull’orlo di una crisi di nervi non per questo La stanza accanto, film assolutamente degno ma, ribadiamolo, forse da un Festival ci si aspetterebbe qualcosa d’altro. Tratto da un romanzo, e anche questa è un prima volta essendo Almodovar abituato a scrivere i film che poi dirige, La stanza accanto è un film in cui assistiamo per lunghi tratti ad un Almodovar particolarmente ispirato, particolarmente “dentro” la materia che racconta, ma è anche un film dall’andamento discontinuo, un film che si può suddividere in tre parti: una prima parte innaturale e verbosa, incline al melodramma, inframmezzata da flashback concettualmente e stilisticamente vecchi; una seconda, che è il vero cuore del film, che sa parlare di morte e di eutanasia, di amicizia, di rapporti interpersonali e bilanci esistenziali in maniera lieve ma allo stesso tempo profonda, con la grazia di chi è mosso da autentica partecipazione, tale da eludere retorica e piagnisteo senza comunque risultare irriguardosa verso il dramma e il dolore; ed un finale frettoloso e posticcio, foriero di sviluppi subito interrotti. A tenere unito e dare forza al tutto, due magnifiche interpreti senza le quali non esisterebbe il film, due figure di donna che vanno ad arrichire la lunga galleria di personaggi femminili a cui il regista ha dato vita, e poi Edward Hopper, Gente di Dublino, l’Upper Side di Manatthan, location e architetture mirabolanti, un mondo fatto di arte e di cultura, di libri, di quadri, di film e di dischi, un mondo, quello di Almodovar, popolato da scrittrici e giornaliste, da artisti e intellettuali, da persone (molte gay) che si circondano e ostentano una bellezza che non le salverà certo dalla morte ma che può aiutare ad affrontarla, a comprenderla e meglio accettarla. (La recensione del film “La stanza accanto” è a cura di Mirko Nottoli)
LA SCHEDA DEL FILM “LA STANZA ACCANTO” (t.o. The Room Next Door)
Regista: Pedro Almodovar – Cast: Tilda Swinton, Julianne Moore, John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, Raúl Arévalo, Melina Mathews, Victoria Luengo, Alvise Rigo – Genere: Drammatico – Anno: 2024 – Paese: Spagna – Scenaggiatura: Pedro Almodovar – Fotografia: Eduard Grau – Durata: 1 h 50 min – Distribuzione: Warner Bros. Pictures – Data di uscita: 5 Dicembre 2024 – Il sito ufficiale del film “La stanza accanto” di Pedro Almodovar
Trama: La Stanza Accanto, il film diretto da Pedro Almodovar, segue la storia di una madre imperfetta e di una figlia rancorosa, separate da un grave malinteso. Tra di loro, un’altra donna, Ingrid (Julianne Moore), amica della madre, è la custode del loro dolore e della loro amarezza. Martha, la madre (Tilda Swinton), è una reporter di guerra e Ingrid è una romanziera autobiografica. Il film affronta la crudeltà infinita della guerra, i modi molto diversi in cui le due autrici femminili si avvicinano e scrivono della realtà, della morte, dell’amicizia e del piacere sessuale come i migliori alleati nella lotta contro l’orrore. Ma evoca anche i dolci risvegli con il cinguettio degli uccelli, in una casa costruita nel mezzo di una riserva naturale nel New England, dove le due amiche vivono in una estrema e stranamente amabile situazione…
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