La recensione del film “No other land” a cura di Claudio Montatori. Nessun’altra terra. Nel senso che “è questa la nostra terra e non ne vogliamo un’altra”. Ma anche nel senso, se possibile più drammatico, che “non abbiamo altra terra dove andare”. Questo è il senso, il grido anche di No Other Land, il sorprendente documentario girato da una cooperativa di cineasti, i palestinesi Basel Adra e Hamdan Ballai e gli israeliani Yuval Abrham e Rachel Szor, che documenta con inequivocabile efficacia i soprusi che gli abitanti della comunità agricola di Masafer Yatta, nella Cisgiordania
meridionale, sono costretti a subire da parte dell’esercito israeliano. Vera e propria forza di occupazione che non esita a buttar fuori di casa gli abitanti e distruggere a colpi di ruspa le loro abitazioni, i loro edifici pubblici, le loro scuole, in breve tutto il villaggio (i villaggi), davanti ai bambini, agli adulti e agli anziani, costringendo la popolazione a tornare a vivere nelle grotte, come i loro avi. Con la scusa ridicola che quelle terre servono al governo israeliano per esercitazioni militari, così, per nascondere l’accertata e inconfessabile intenzione di consentire nuovi insediamenti coloniali.
No Other Land è di una forza trascinante fatta di immagini girate con mezzi semplici che coprono un periodo che va dal 2019 al 2023 e calano lo spettatore nella realtà di quelle terre, di quelle genti che le abitano da sempre, non genti bellicose e arroganti che vogliono distruggere Israele, ma semplici contadini che vivono lì da molto prima che Israele esistesse e vorrebbero solo vivere in pace.
Basel Adra, che può essere considerato l’ispiratore del film, nato e cresciuto a Masafer Yatta, aggiunge alle immagini girate nel periodo ’19-23 quelle da lui documentate fin da quando aveva 15 anni ed era già impegnato nella lotta contro le prevaricazioni israeliane subite da lui, dalla sua famiglia e da tutta la sua gente. In quelle vicende noi spettatori entriamo e veniamo assaliti da indignazione e perfino rabbia, perché sono immagini vive, vere, e senti i bambini piangere e gli adulti cercare di resistere alla loro stessa indignazione per evitare di essere arrestati com’è capitato al padre di Basel in passato.
A dar forza all’idea di una possibile convivenza tra israeliani e palestinesi ci sono però le immagini della bella amicizia che nasce tra Basel e Yuval Abraham, un giovane giornalista investigativo, israeliano di Gerusalemme, che si reca in quei luoghi per documentare e denunciare gli abusi del suo stesso governo. L’amicizia tra i due fa da filo conduttore del film ed è, forse, un esempio.
No Other Land ha vinto numerosi premi in giro per il mondo ed è il lizza per gli Academy Awards di quest’anno nella categoria documentari.
Un film potente per la forza di immagini mai viste prima e da non perdere perché si perderebbe davvero “qualcosa”. (La recensione del film “No other land” è a cura di Claudio Montatori)
LA SCHEDA DEL FILM “NO OTHER LAND” (t.o. No Other Land)
Regista: Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor – Genere: Documentario – Anno: 2024 – Paese: Palestina, Norvegia – Sceneggiatura: Yuval Abraham, Basel Adra, Hamdan Ballal, Rachel Szor – Fotografia: Rachel Szor – Durata: 1 h 32 min – Distribuzione: Wanted Cinema – Data di uscita: 16 Gennaio 2025 – Il sito ufficiale del film “No Other Land” di Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham, Rachel Szor
Trama: No Other Land, il documentario diretto da Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham e Rachel Szor, è opera di un collettivo israelo-palestinese che ha filmato per quasi dieci anni le operazioni di espulsione forzata degli abitanti di Masafer Yatta in Cisgiordania da parte dell’esercito israeliano. Le riprese mostrano la distruzione delle case e gli abusi subiti dalla comunità palestinese dei territori occupati. Il gruppo di attivisti palestinesi, sostenuto da membri israeliani, documenta la propria lotta contro la missione israeliana. Basel Adra, un giovane palestinese, scopre grazie a questo progetto la possibilità di avere un grande amico israeliano, si tratta del giornalista Yuval Abraham. Un’amicizia che si oppone all’odio distruttivo tra i due popoli…
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