La recensione del film “The Brustalist” a cura di Mirko Nottoli. Brutalismo: corrente architettonica, nata negli anni cinquanta del Novecento in Inghilterra, vista come il superamento del Movimento Moderno in architettura. Il termine nacque nel 1954 nel Regno Unito (Brutalism) e deriva dal béton brut di Le Corbusier, che caratterizza l'”Unité d’Habitation” di Marsiglia (fonte: Wikipedia). Alla corrente brutalista appartiene László Tóth (Adrian Brody in odore di secondo Oscar il cui sguardo triste ben si attaglia al personaggio dell’ebreo perseguitato), architetto
d’invenzione, di origine ebrea/ungherese, scampato all’olocausto e sbarcato a New York, protagonista di The Brutalist di Brady Corbet. 215 minuti di durata, girato in formato VistaVision (l’ultimo film in VistaVision è stato I due volti della vendetta, di e con Marlon Brando, anno 1961), su pellicola 35 mm poi portata a 70 in fase di stampa, 10 anni di lavorazione, candidato a 10 premi Oscar e già vincitore di 3 Golden Globe, Orso d’Argento all’ultimo festival di Venezia.
Film monstre, monumentale, bigger than life, definitelo come volete. The Brutalist è un film, in tutti i sensi, grandioso, ambizioso, capace per almeno i primi tre quarti di toglierti il fiato, per la grandeur, l’epica, la drammaticità e il senso di infinito che emana, magnificamente assistito dalla colonna sonora anch’essa “brutalista” firmata da Daniel Blumberg.
Sorprendente per un regista di 37 anni (sì, lo sappiamo, Orson Welles ne aveva 26 quando fece Quarto potere) con giusto un paio di film all’attivo, forse più noto finora come attore che come regista, che qui si candida al rango di nuovo Autore con la A maiuscola. Film sull’ambizione, sulla storia, sulla memoria, sulla forza interiore dell’individuo, sull’amore, sulla politica e la società americana, puritana, perbenista, bigotta, fintamente accogliente, fatta di opportunità e opportunismo.
Ma un film che pulsa soprattutto di amore per l’arte, di ammirazione per il genio insito nell’essere umano che, anche quando è esternamente umiliato, piegato, vinto, ridotto a corpo vuoto e martoriato, custodisce dentro di sè la fiamma viva della poesia che può trasfigurare il suo intimo sentire in un oggetto simbolico, dal potere evocativo e salvifico, un manufatto, un’opera d’arte, un’architettura in questo caso, che ci sopravvive, destinata a rimanere e a parlare alle generazioni future dello spirito di chi e del tempo che l’ha creata.
The Brutalist racconta la costruzione di un edificio che rivela la sua natura all’esterno ma che porta dentro un segreto, da scoprire e interpretare, gli orrori patiti, i soprusi, le ingiustizie, le sofferenze, un cuore duro, aspro di bellezza. Come tutte le opere d’arte degne di questo nome i livelli di lettura sono molteplici. Gli elementi strutturali in bella vista, i volumi elementari, l’assenza totale di orpelli e decorazioni (“ornamento e delitto” diceva Adolf Loos, uno dei padri del Modernismo) significano dare importanza all’essenziale, significano porre attenzione alle cose che contano.
Solo verso l’avvicinarsi della terza ora ci coglie la sensazione che il film si disunisca, che perda di compattezza, causa di scelte narrative non immediatamente decifrabili, spiazzanti, che conducono la pellicola verso lidi che ci hanno lasciati un po’ perplessi. Ma forse è solo una sensazione.
Alla notte degli Oscar, il 2 marzo prossimo, se la dovrà vedere, quasi sicuramente, con Emilia Perez. Noi però faremo il tifo per The Brutalist. (La recensione del film “The Brustalist” è a cura di Mirko Nottoli)
![](https://www.cinema4stelle.it/wp-content/uploads/2025/02/the-brutalist-recensione-film.jpg)
LA SCHEDA DEL FILM “THE BRUTALIST” (t.o. The Brutalist)
Regista: Brady Corbet – Cast: Adrien Brody, Felicity Jones, Guy Pearce, Joe Alwyn, Raffey Cassidy, Isaach De Bankolé, Stacy Martin, Alessandro Nivola, Ariane Labed, Michael Epp, Emma Laird, Jonathan Hyde, Peter Polycarpou – Genere: Drammatico – Anno: 2024 – Paese: Gran Bretagna, USA, Ungheria – Sceneggiatura: Brady Corbet, Mona Fastvold – Fotografia: Lol Crawley – Durata: 3 h 35 min – Distribuzione: Universal Pictures – Data di uscita: 6 Febbraio 2025 – Il sito ufficiale del film “The Brutalist” di Brady Corbet
Trama: The Brutalist, il film diretto da Brady Corbet, si svolge nell’arco di 30 anni e racconta la vita dell’architetto ebreo László Toth e sua moglie Erzsébet (Adrien Brody e Felicity Jones). Siamo nel 1947 in Ungheria, quando la coppia, sopravvissuta all’olocausto, decide di andare a vivere negli Stati Uniti. Toth è un architetto visionario di grande talento e spera di trovare oltreoceano, terreno fertile per i suoi progetti. I primi tempi sono duri, la famiglia deve affrontare umiliazione e fame. Il “sogno americano” finalmente si avvera quando incontra il ricco industriale Harrison Lee Van Buren (Guy Pearce) che gli commissiona la realizzazione di un grande monumento modernista. Per László è la sfida più importante della sua carriera. Ma dopo aver raggiunto l’apice, dovrà fare i conti con il rovescio della medaglia…
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