Avremmo voluto cominciare la recensione così, citando Wikipedia: “Clinton Eastwood Jr. (San Francisco, 31 maggio 1930) è un attore, regista, produttore cinematografico e compositore statunitense. Vincitore due volte del Premio Oscar per la miglior regia, uno alla memoria Irving G. Thalberg
e due come miglior film, 1 Premio César, 6 Golden Globe e 4 David di Donatello, Eastwood è una delle figure più celebri e rappresentative della cinematografia internazionale”. E cosa vuoi dirgli? avremmo voluto chiosare. Invece quacosa da dirgli stavolta l’abbiamo, accodandoci a Paul Schrader che aveva già twittato commenti poco lusinghieri riguardo a Cry Macho, attirandosi accuse di lesa maestà. Invece aveva ragione perchè, pur con tutta la benevolenza di questa Terra, pur con tutto l’amore che possiamo verso Eastwood, Cry Macho è un film completamente sbagliato, nel tono, nei tempi, nei modi. Tratto dall’omonimo romanzo di Richard Nash del 1975, vi si racconta la storia del vecchio cowboy ed ex star di rodeo Mike Milo che a inizio film vediamo essere licenziato malamente dal suo capo. Un anno dopo ritroviamo il suo capo recarsi da lui per chiedergli di andare in Messico a cercare il figlio Rafo, in quanto, dice, il figlio viene maltrattato dalla madre. Dice proprio così, “maltrattato”. Il perchè si rivolge proprio a lui dopo averlo licenziato non l’abbiamo capito. Il vecchio parte e arriva in una tenuta in stile Escobar dove la madre del giovane, un incrocio tra il padrino e un’entraineuse, gli dice che Rafo non c’è, di andarlo a cercare ma di fare attenzione perchè è un delinquente, un demonio. Dice prorpio così, “un demonio”. Il vecchio riparte e lo trova due minuti dopo ad un combattimento di galli. A tu per tu con Rafo possiamo dire che può sembrare tutto tranne un demonio, con quell’espressione imbronciata da adolescente offeso che si illumina non appena gli si parli di ranch e cavalli che fanno clopp clopp. Da lì comincia un on the road tra i più improbabili che si siano mai visti, così improbabile che, dopo aver superato un posto di blocco, invece di filare dritti verso il confine, i nostri eroi decidono di tornare indietro e fermarsi in un paesino dove resteranno come in vacanza per circa un mese. La madre si suppone sia a capo di un cartello di narcotrafficanti e non si aspetta altro che scateni dietro ai due fuggitivi un esercito di sicari senza scrupoli, ma tutto quello che scatena è un povero scagnozzo che prima si fa prendere a pugni da un novantenne, poi soccombe sotto l’attacco di un galletto. I motivi per cui Cry Macho è un film sbagliato sono molteplici – una sceneggiatura che non supera l’esame della logica, una messa in scena approssimativa, un messaggio di fondo che si perde nella confusione dei registri – ma sono tutti riconducibili ad uno ed uno soltanto ovvero al fatto che Clint Eastwood, a novantuno primavere compiute, è semplicemente troppo vecchio. Troppo vecchio per fare a cazzotti, troppo vecchio per domare un cavallo imbizzarito (non a caso deve ricorre tristemente ad una evidente contofigura come neanche Steven Seagal), troppo vecchio per fare il latin lover. Non stupisce infatti che Cry Macho sia un progetto nel cassetto da tempo a cui si era interessato, oltre allo stesso Eastwood, anche Arnold Schwarzenegger, due decenni addietro però. Dispiace dirlo e dispiace che non l’abbia capito, forse per eccesso di vanità, forse confidando che la finzione scenica potesse sopperire alle lacune di realismo, compiendo così al suo quarantaquattresimo film da regista forse l’unico vero passo falso della sua carriera. (La recensione del film “Cry Macho” è di Mirko Nottoli)
LA SCHEDA DI CRY MACHO
Regista: Clint Eastwood – Cast: Clint Eastwood, Eduardo Minett, Natalia Traven, Dwight Yoakam, Fernanda Urrejola, Horacio García Rojas, Brytnee Ratledgeurray, Paul Rudd, Dan Aykroyd, Sigourney Weaver, Bokeem Woodbine, Annie Potts, Ernie Hudson Genere: Drammatico – Anno: 2021 – Paese: USA – Durata: 1h 44min – Distribuzione: Warner Bros. Italia – Data di uscita: 2 Dicembre 2021
Trama: Michael “Mike” Milo, un anziano cowboy allevatore di cavalli ed ex star di rodeo, viene incaricato dal suo capo, e amico di lunga data, di riportare in Texas dal Messico il figlio allontanandolo dalla madre alcolizzata. Durante il loro viaggio, l’uomo trova la redenzione insegnando al ragazzo a fidarsi del prossimo e ad essere un’onesta e brava persona…
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