Belle Recensione. La recensione del film “Belle” di Rita Ricucci. Belle il nuovo film di Hosoda è in sala dal 14 marzo. La Bella e la Bestia viene rivisitata e reinterpretata attraverso l’animazione giapponese di cui un maestro
è proprio Hosoda. Belle di Hosoda fa riferimento più propriamente alla prima versione edita della fiaba, ossia quella di Madame Gabrielle-Susanne Bardot de Villeneuve. Infatti, Hosoda mantiene vivi, e anzi ne fa il motore drammatico dell’azione, i dolori subiti dai personaggi nella, e a causa della, famiglia. Ciò che è nuovo, originale invece, è trasportare l’antica fiaba nel regno della “rete”, dei social. Nulla di più reale come vivere una storia su Instagram, nulla di più attuale come condividerla, nulla di più vero che contare i like e le views. Suzu è un adolescente il cui umore non oltrepassa la soglia della tristezza: quando era molto piccola, ha assistito alla scomparsa della madre nel tentativo di salvare una bambina dalle acque di un fiume; il suo giovane amico di infanzia, Shinobu, del quale è innamorata, ha cura di lei come fosse malata e domanda solo “come stai”; suo padre non riesce a costruire una relazione con lei se non mantenere quella primaria del nutrirla ma anche per questa Suzu si mostra inappetente. Sola a scuola, sola a casa, nel suo silenzio, Suzu sogna di cantare e poter raccontarsi cantando. Un giorno visualizza una nuova app, U, seguita da miliardi di persone, che viene venduta come “un’altra realtà dove puoi ricominciare”. Le dita di Suzu, pur non sicure, scivolano sul consenso e parte una connessione biometrica, il body sharing: il corpo, la vista, le emozioni, le paure, le tensioni vengono caricate e trasferite nel sistema e in pochi secondi ecco apparire Belle, la nuova Suzu. Belle canta divinamente, le parole di Belle sono quelle dell’amore ricercato e sperato, sono quelle dell’affidamento: “o canzone, stammi accanto…guidami…” Tutto ciò che manca nella realtà di Suzu. Il successo social arriva in un attimo, i like spopolano e tranne la sua miglior amica, Hiroka, nessuno immagina quale possa essere la vera origin di Belle. Ma, anche e soprattutto in quel mondo, più che reale, c’è una bestia, un hacker, nella veste di un Drago che danneggia, ostacola, aggredisce Bell e si suoi fan. Perché? Hosoda riesce a raccontare in chiave digitale il tormento interiore di un adolescente, il peso di una storia, quella personale e familiare, che incide sul vissuto più che in qualsiasi altra età. L’uso delle maschere per nascondere il dolore, il senso di smarrimento, la paura della morte è il vero lavoro che opera il regista giapponese. Hosoda si era prodigato già a raccontare il dramma dell’infanzia, quando un bambino soffre dell’arrivo della sorellina con Mirai, 2018, che gli valse la Nomination agli Oscar. Mentre Mirai si proiettava al futuro (Mirai significa futuro), nella relazione che si sarebbe dovuta costruire tra il bambino e la sorellina e poi con i genitori, in Belle la messa a fuoco è su un passato ingombrante, penoso, così pesante da impedire lo sbocciare di giovani ragazze e giovani ragazzi. L’incomunicabilità, la diffidenza, la sofferenza, sono disegnati abilmente negli occhi di Belle e del Drago i cui primi piani raccontano oltre le parole. Il passo da fare però, con coraggio, con estrema fiducia, è quello di svelarsi, di procedere all’unveil: questa l’arma vincente. Hosoda non si “perde” in rete, il suo obiettivo è focalizzato sulla fase di crescita degli adolescenti che si portano sulle spalle zaini carichi della loro stessa storia, ancora incapaci di poterne evidenziare i confini dal loro quotidiano. Amori non dichiarati, dolori non espressi, abusi familiari subiti senza sapere a chi chiedere aiuto, capacità non espresse…La realtà virtuale di U diventa il luogo del nascondimento di sé mentre la vita chiede di essere vissuta anche al prezzo del fallimento. Come in ogni cultura di La Bella e la Bestia, la musica è capace di narrare le vicende emotive dei protagonisti e assume pienamente il ruolo di verità degli stessi. La drammatica di Belle, così, si snoda più leggera di quanto non lo sia il conflitto adolescenziale di Suzu e regala la speranza, poi realizzata, che la sua vita, così giovane e bella, si riempia dell’amore di suo padre e del suo desiderato Shinobu. (La recensione del film “Belle” è di Rita Ricucci)
LA SCHEDA DEL FILM “BELLE” (Belle)
Regista: Mamoru Hosoda – Genere: Animazione – Anno: 2021 – Paese: Giappone – Sceneggiatura: Mamoru Hosoda – Durata: 2h 2 min. – Distribuzione: Koch Media, in collaborazione con I Wonder Pictures – Data di uscita: 17 Marzo 2022 (Italia)
Trama: Belle, film diretto da Mamoru Hosoda, racconta la storia di Suzu, una ragazza di 17 anni che vive in un paesino rurale insieme al padre e che ha perso la madre durante l’infanzia. Il suo villaggio è un chiaro esempio del fenomeno dello spopolamento della campagna in Giappone, dove la maggior parte delle persone si sta muovendo verso le grandi città moderne. Un giorno Suzu entra in un mondo virtuale, denominato “U”, frequentato da miliardi di utenti. Qui la giovane si crea un avatar, Belle, e una nuova vita online. All’interno di U, Suzu aka Belle diventa una cantante, raggiungendo una grande notorietà in tutto il mondo. Ma quando davanti ai suoi occhi appare una misteriosa creatura simile a un drago, Suzu si ritroverà ad affrontare un’avventura grandiosa…
Lascia un Commento