Il peggior lavoro della mia vita Recensione. La recensione del film “Il peggior lavoro della mia vita” di Rita Ricucci. Thomas Gilou firma la regia di Il peggior lavoro della mia vita che rimane, però, un film di Kev Adams in qualità di autore del soggetto, cosceneggiatore,
coproduttore e attore protagonista. Una commedia francese che fatica a far ridere, al massimo si sorride mentre si osserva la reiterazione di gags prese in prestito qua e là, citando vari autori e personaggi: dal finale alla Groucho Marx alle sitcom dove una simpatica signora attempata, cerca di sedurre il non più giovane amico fingendosi Monica Bellucci, Madonna e addirittura Marilyn Monroe.
La storia è molto semplice, troppo semplice. Milann, Kev Adams appunto, è un orfanello che cresce in un istituto accanto ad un unico amico. Raggiunta l’età adulta Milann, a differenza dell’amico, oramai un giovane avvocato in carriera, ancora si perde in amicizie sbagliate, facendo debiti e risse, che lo portano vicino alla galera se non fosse per l’amico avvocato che commuta la pena in un tempo in cui svolgere un lavoro socialmente utile.
Il lavoro assegnatogli è quello di inserviente in una casa di riposo, Les Mimosas. Ecco un giovane, buono, ribelle Milann alle prese con le conseguenze della vecchiaia: stitichezza, incontinenza, demenza senile, irascibilità. Non può permettersi di sottrarsi ai servizi richiesti, né ritardi, né cellulare, né televisione, pena la galera prevista. È qui che incontra Lino, Gérard Depardieu, ex boxer, la cui voglia ancora di fare a pugni è pari a quella di uscire dalla casa di riposo. Perché è proprio quella casa di riposo, Les Mimosas ad essere una prigione nella quale i clienti-pazienti, come detenuti, sono osservati a vista. Ognuno di loro è stato scelto con cura, infatti, il cui requisito essenziale è quello di non avere famiglia, nessuno, cioè, che possa reclamare le loro eredità. Esattamente orfani come Milann, ma raggirati e usati dal direttore. Tra Milann e i teneri anziani nasce simpatia, ammiccamento, complicità, e, come prevedibile, con Lino nasce un’amicizia vera, di aiuto reciproco: mentre Milann scoprirà la truffa che si annida a Les Mimosas, Lino gli insegnerà a colpire con i guantoni i suoi avversari sulla strada. In effetti, nulla che non si potesse immaginare come già scritto, già visto. Ecco perché manca quel lieve spessore che avrebbe potuto fare la differenza: una relazione più approfondita, una psicologia più dettagliata. Il peggior lavoro della mia vita, rimane un film così leggero che fluttua nei meandri del cielo, fino a scomparire, come un palloncino comprato e subito perso al luna park. Neppure l’interpretazione di Depardieu riesce a decollare. Sembra quasi che faccia il verso a sé stesso, e neppure divertendosi troppo, perché al centro del film di Kev Adams c’è solo Kev Adams. Ogni scena lo vede protagonista senza lasciare respirare le personalità degli altri personaggi, in un cast che avrebbe potuto lasciare segni più evidenti di simpatia e bravura: Daniel Prévoist, Mylène Demongeot, Jean-Luc Bideau, Liliane Rovère. Il peggior lavoro della mia vita resta un semplice gioco teatrale che vuole essere un film, perfino una commedia. (La recensione del film “Il peggior lavoro della mia vita” è di Rita Ricucci)
LA SCHEDA DEL FILM “IL PEGGIOR LAVORO DELLA MIA VITA” (Maison de retraite)
Regista: Thomas Gilou – Cast: Kev Adams, Gérard Depardieu, Daniel Prévost, Mylène Demongeot, Jean-Luc Bideau, Firmine Richard, Marthe Villalonga, Antoine Duléry, Manda Touré, Oussama Kheddam – Genere: Commedia – Anno: 2022 – Paese: Francia, Svizzera – Sceneggiatura: Kev Adams, Catherine Diament – Fotografia: Pierric Gantelmi d’Ille – Durata: 1h 37 min. – Distribuzione: Notorious Pictures – Data di uscita: 24 Marzo 2022
Trama: Il peggior lavoro della mia vita, il film diretto da Thomas Gilou, racconta la storia di Milann Rousseau (Kev Adams), un giovane ragazzo costretto a svolgere 300 ore di servizio comunitario in una casa di riposo per evitare di finire in prigione. Il gruppo di anziani pensionati non vede di buon grado il nuovo arrivato e le prime settimane di lavoro saranno molto difficili per Milann. Con il passare dei giorni, il ragazzo riesce a integrarsi sempre di più all’interno della comunità, soprattutto con un gruppo di 7 pensionati con cui diventerà inseparabile. Milann però nota qualcosa d’insolito: nessuno mai fa visita agli anziani, ciò significa che la casa di riposo sta rubando loro i soldi. Il ragazzo decide così di aiutare il gruppo di anziani e organizza una fuga…
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