– GAGARINE recensione


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Gagarine Recensione. La recensione del film “Gagarine” di Rita Ricucci. Gagarine-Proteggi ciò che ami, film d’esordio di Fanny Liatard e Jérémy Trouilh, selezionato per il Festival di Cannes del 2020 arriva in sala il 19 maggio.

Gagarine Recensione Locandina

Gagarine Recensione Locandina

Il protagonista Youri, il commovente Alseni Bathily, vive a Cité Gagarine, l’enorme complesso di palazzi costruito negli anni Sessanta sull’onda di una ripresa economica dallo stampo comunista: un’esplosione di piani dove hanno trovato riparo migliaia di immigrati. Youri è uno di loro. Orfano di padre, sua madre si è rifatta una vita con un altro uomo e lo ha lasciato tra la moltitudine di cemento di Cité Gagarine. Tra gli amici Diana, la bravissima Lyna Khouchi, una Rom della quale è innamorato. Siamo nel 2019 prossimi all’evacuazione dei palazzi per la demolizione dell’intero quartiere. Youri sfrutta ogni goccia del suo talento per evitare il peggio: il suo ingegno meccanico-ingegneristico permetterà, però, solo il rimando di poche ore a quel che oramai è inevitabile. L’impresa di Youri è straordinaria al pari solo di quella di Jurij Gagarin, il primo cosmonauta, di origine russa, che varcò lo spazio e mise piede sulla Luna. Infatti è da lui che Cité Gagarin prende il nome e per questo, Fanny Liatard e Jérémy Trouilh aprono il film con le immagini di repertorio che ne riprendono i momenti più salienti. Gagarine-Proteggi ciò che ami è meritevole di applausi perché riesce a raccontare il disequilibrio tra modernità e umanità con una sorprendente esplosione di colori che lanciano lo spettatore nello spazio dell’anima di Youri. Quanto più è lontano il cielo stellato nell’ottima fotografia ascendente di Victor Seguin, tanto più la macchina da presa stringe sul primo piano degli occhi di un giovane ragazzo che sogna di essere amato così come di avere un luogo dove poter vivere la sua giovinezza. Fanny Liatard e Jérémy Trouilh riescono a mostrare una comunità, quella di Cité Gagarine, che alterna la nostalgia e la rabbia. La prospettiva che mostrano i due registi nell’anticipare quello che poi è accaduto nel 2019, ossia la deflagrazione reale che ha annullato ogni briciolo di storia della comunità di Cité Gagarine. L’esplosione riporta lo sguardo alla folgorante intuizione di Michelangelo Antonioni in Zabriskie Point del 1970 quando ad esplodere è il segno del progresso: elettrodomestici, lusso, televisione… Ciò che si sta per demolire in Cité Gagarine non è solo cemento ma sono storie di uomini e donne e i loro figli, sono la storia dei un’umanità che ha cercato una terra dove mettere nuove radici. Gagarine-Proteggi ciò che ami è un film di banlieue dove però, non domina la violenza, il degrado ma ha l’afflato della memoria di ciò che è stato bello. Gagarine-Proteggi ciò che ami mette a fuoco la categoria dell’appartenenza: appartenenza ad un luogo, appartenenza a qualcuno, appartenenza a se stessi nella misura della possibilità di sognare ad occhi aperti e anche ad occhi chiusi. Youri permette allo spettatore di galleggiare nell’aria, come dentro una capsula nello spazio, senza forza di gravità e partecipa al suo silenzio. È il silenzio di Youri quando decide di vivere nelle viscere del palazzo trasformando lo spazio in un giardino primordiale dove riproduce gli elementi necessari: aria, terra e acqua. Una serra per coltivare semi offre piante di frutti e verdure e fiori mentre una carta celeste, un planetario casalingo, fa addirittura scorgere Giove. Ma come Giona nel ventre del pesce, dopo pochi giorni viene catapultato fuori. vita. “La città è morta” dice, e per quanto alcuni della Cité abbiano trovato conforto in nuove abitazioni, nessuno può competere con il rammarico assoluto di Youri di perdere con Cité Gagarine la sua patria, la famiglia desiderata. Gagarine-Proteggi ciò che ami va oltre Cité Gagarine. Il film offre la possibilità di riflettere sul senso dell’abitare in una economia mondiale che ha fatto della ‘casa’ uno spazio dove si consuma voracemente la vita piuttosto che gustarne il sapore della quotidianità. Fanny Liatard e Jérémy Trouilh vincono davvero per la loro prestazione cinematografica accarezzando docilmente il cuore dello spettatore che, come nel 1961 ha atteso di sapere atterrato il coraggioso di Jurij Gagarin sull’agognata Luna, adesso aspetta che la vita di Youri si riempia della gioia che merita un figlio e di un luogo dove abitare la sua adolescenza. (La recensione del film “Gagarine” è di Rita Ricucci)

Una scena del film “Gagarine” di Fanny Liatard, Jérémy Trouilh – Recensione

LA SCHEDA DEL FILM “GAGARINE” (Gagarine)

Regista: Fanny Liatard, Jérémy Trouilh – Cast: Alseni Bathily, Lyna Khoudri, Jamil McCraven, Finnegan Oldfield, Farida Rahouadj, Denis Lavant – Genere: Drammatico – Anno: 2020 – Paese: Francia – Sceneggiatura: Benjamin Charbit, Fanny Liatard, Jérémy Trouilh – Fotografia: Victor Seguin – Durata: 1h 37 min. – Distribuzione: Officine UBU – Data di uscita: 19 Maggio 2022 – Il sito ufficiale del film “Gagarine”

Trama: Gagarine – Proteggi ciò che ami, film diretto da Fanny Liatard e Jérémy Trouilh, è ambientato nella periferia sud di Parigi e racconta la storia di un ragazzo di sedici anni di nome Youri (Alseni Bathily), che spera un giorno di diventare un cosmonauta. Il giovane è nato e cresciuto nel complesso residenziale della Cité Gagarine, complesso di abitazioni di mattoni rossi, che alla sua costruzione era un simbolo architettonico di modernità. Ora la cittadina rischia di essere demolita a causa del degrado dilagante e Youri, deciso a non rassegnarsi, vuole battersi per salvare il complesso e la sua casa. Mentre gli appartamenti intorno al suo si svuotano e i cantieri aumentano, il giovane si adopera per realizzare la sua missione…

GAGARINE – TRAILER

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