Quel che conta è il pensiero Recensione. La recensione del film “Quel che conta è il pensiero” di Rita Ricucci. Luca Zambianchi scrive, produce, interpreta e dirige il suo primo lungometraggio, Quel che conta è il pensiero, una commedia mancata.
Siamo a Bologna. Giovanni (Luca Zambianchi) è uno studente di medicina, coinquilino di Michele che come don Giovanni colleziona rapporti occasionali. Alla ricerca di un terzo coinquilino, arriva Asia, laureanda in economia che confessa di non aver mai toccato un uomo. Giovanni è irrequieto, paranoico e per questo consulta una specialista, psicologa. Ha lasciato la sua ragazza per fare spazio ai suoi progetti, fittizi e fallimentari: con alcuni compagni sgangherati mette in scena una pièce teatrale “Lavanderia da Sigmund”. Ovviamente si riferisce al grande filosofo Freud. I clienti sono infatti, tutti i più grandi pensatori del Novecento, Kant, Hegel, Schopenhauer, Marx. Mentre si capisce che la commedia teatrale sarebbe stata essere un fiasco, come nell’intenzione del regista, il film di Luca Zambianchi non avrebbe voluto esserlo. Ma di fatto, è come assistere a un tentativo di imitazione della poetica magistrale morettiana (i riferimenti sono molteplici al grande Nanni Moretti). Purtroppo manca di un quid intellettuale, come avrebbe voluto esserlo, ed emotivo, come ha tentato di eludere nel cinismo dei personaggi. Non bastano infatti la costellazione di citazioni colte e i poster appesi nella camera di Giovanni: Gaber, Allen…e nemmeno la sua lettura di Il vangelo secondo Gesù Cristo di Saramago. Non si fa cultura con un rimpiazzo verbale insistente. Luca Zambianchi scrive, scrive molte battute inefficaci. Restano parole cariche di retorica, di “già detto” e “già sentito”: non c’è nulla di nuovo. Neppure la generazione presa in esame sembra dire la verità di sé stessa, perché ci spinge a dubitare che i giovani studenti possano essere così rassegnati al nulla. Una sorta di melensa dicotomia tra desideri (che non si vedono) e realtà (per lo più annacquata dai tanti tentativi di stupire). I personaggi mancano di cura: Asia è una ragazza semplice non ancora formata nella recitazione che restituisce indifferenza. L’unica nota di merito è alla spontaneità della madre di Giovanni: Licia Navarrini, un’attrice bolognese di teatro, cinema e televisione. Il problema è che Luca Zambianchi non prova neppure a stringere lo zoom sul volto, sugli occhi. Resta un piano fisso e monocorde che non esalta neppure l’amichevole partecipazione dell’attrice. C’è ancora molto da fare per Luca Zambianchi regista. Molto di più per Luca Zambianchi sceneggiatore. Neppure il titolo è credibile perché non è vero che al cinema Quel che conta è il pensiero. (La recensione del film “Quel che conta è il pensiero” è di Rita Ricucci)
LA SCHEDA DEL FILM “QUEL CHE CONTA E’ IL PENSIERO” (Quel che conta è il pensiero)
Regista: Luca Zambianchi – Cast: Luca Zambianchi, Michele Petrini, Alessandra Rontini, Enrico Zambianchi, Matteo Celli, James Foschi, Luciano Baldan, Gianfranco Boattini, Alex Ravaglia, Francesco Lega, Giuliano Gavagna, Francesca Ragni, Laura Zecchini – Genere: Drammatico – Anno: 2020 – Paese: Italia – Scenaggiatura: Luca Zambianchi – Fotografia: Luca Zambianchi – Durata: 1h 28 min – Distribuzione: Trent Film – Data di uscita: 26 Maggio 2022 – Il sito ufficiale del film “Quel che conta è il pensiero”
Trama: Quel che conta è il pensiero, film diretto da Luca Zambianchi, racconta la storia di Giovanni (Luca Zambianchi) e Michele (Michele Petrini), due studenti universitari che condividono lo stesso appartamento e sono alla ricerca del terzo coinquilino. Il primo studia Medicina, ma invece di dedicarsi agli esami, lavora nella mensa e pensa a mettere in scena il suo spettacolo amatoriale, La Lavanderia di Sigmund; il secondo è uno studente fuoricorso, ma il ritardo con gli esami non lo preoccupa ed è molto ottimista, nonostante continui a trascorrere il suo tempo tra feste e ragazze…
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