– NOSTALGIA recensione


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Nostalgia Recensione. La recensione del film “Nostalgia” di Rita Ricucci. Nostalgia è l’ultimo film di Mario Martone, presentato nella Selezione Ufficiale di Cannes, e in sala dal 25 maggio. Dopo Qui rido io, Martone resta nella sua

Nostalgia Recensione Locandina

Nostalgia Recensione Locandina

cara Napoli, addentrandosi nelle sue viscere più profonde, Rione Sanità, perché come ha detto il regista “fare cinema a Napoli, è una dolcezza speciale”.
Felice Lasco torna a Napoli dopo 40 anni di assenza per rivedere sua madre molto anziana, Teresa. Dopo il Libano, la sua vita è maturata nel Cairo, Egitto. Ora è un imprenditore facoltoso e sposato. Tornare a Rione Sanità dove è cresciuto fino ai 15 anni è tornare a vivere un’adolescenza mancata, rapita dalla malasorte. Il viaggio è sempre un cammino verso l’ignoto e quando ci si perde, il sentimento più intenso che emerge è quello della Nostalgia perché la lontananza non cancella il luogo dove si è conosciuta l’ardore e la complicità della prima amicizia. Solo Rione Sanità non è cambiato: Felice naviga nei vicoli notturni della città, osserva, conserva i particolari, li trasferisce nel luogo remoto del cuore e li riconosce uguali. Mai dimenticati. Ancora più vivi. Nella straordinaria fotografia di Paolo Carnera penetriamo i meandri di Rione Sanità dove la notte ha il colore di una zolla di terra ancora incolta, secca. I flashback, nel montaggio di Jacopo Quadri incantano permettendo la delocalizzazione dal luogo reale e l’immersione in uno nuovo, onirico e simbolico: siamo nei vicoli di Rione Sanità ma dentro spazi della memoria del protagonista. La prima navigazione destabilizza dalla molta genuina bellezza del paesaggio in cui ci troviamo. L’incontro con la madre, una splendida Aurora Quattrocchi, soave nell’aspetto quanto lieve nella recitazione svela la personalità di Felice, il figlio ritrovato, uno strepitoso Pierfrancesco Favino. Convertito all’Islam, lo vediamo fare le abluzioni prima di spogliare la madre e lavarla in una stanza del bagno simile a un hammăm. Una scena incantevole di cura e tenerezza, di pura commozione quando le mani del figlio sfiorano la fragilità della madre. Felice incontra anche don Luigi, Francesco di Leva, un giovane parroco che combatte la camorra, la sua meschinità, la sua violenza. A lui confessa il suo desiderio di incontrare il suo amico di gioventù, Oreste. Nostalgia diventa un viaggio di espiazione e di riconciliazione tanto selvaggia e silente. Oreste è rimasto sempre lì, a Rione Sanità. È diventato o’ malommo, come lo chiamano tutti, il peggiore tra i peggiori. Il dominio sul rione è nelle sue mani sporche di sangue. Ma è proprio lui che Felice ha bisogno di ri-vedere per poter legittimare la sua stessa identità, di figlio, e di uomo. Per potersi riappacificarsi con un passato ancora così presente da non sentirsene liberato, né salvato. La potenza del film si consolida nella straordinaria interpretazione dei tre protagonisti sorretti dalla sceneggiatura dello stesso Martone con Ippolita di Majo, nell’adattamento dell’omonimo romanzo di Ermanno Rea. Favino dà prova di una maestria ineludibile perfino nel suo accento trasformato, dove il suono gutturale delle consonanti arabe fa eco alla lingua napoletana e il suo portamento da signore altolocato “straniero” si fa stridente con il folklore della gestualità tipicamente partenopea. Favino strabilia e commuove. Tommaso Ragno, nella veste di Oreste, dopo la straordinaria interpretazione teatrale, nella stagione appena trascorsa, di M. Il Figlio del Secolo, per la regia di M. Popolizio, aggiunge brividi ai brividi, in una recitazione più che naturale. Al primo sguardo su di lui, sul suo corpo ben costruito vestito da una canottiera, fa capolino il ricordo di Ralph Fiennes, Amon in Schindler’s List di Spielberg: sono uomini non capaci di male, ma male fatto uomo. Così basta un dialogo tra Felice e Oreste, i due non più amici, in un campo e controcampo che sottolinea l’intensa drammaticità di ciascuno, in un conflitto atavico tra bene e male. Infine la freschezza di Francesco Di Leva, don Luigi, che ci riporta sulle tracce del sorriso di Puglisi nell’interpretazione di Zingaretti, Alla luce del sole, di Faenza. Lo stesso coraggio, sul sagrato della chiesa, nell’omelia contro i camorristi, nell’attenzione ai più fragili, agli stranieri, a tutti quei ragazzi facile preda della malavita. Magistrale il dialogo con Felice che si consuma attorno alla tavola di una famiglia “buona”, dove una degli otto figli, è riuscita a laurearsi. Con Nostalgia, ancora una volta Mario Martone non delude. La regia evoca, come una poesia, sentimenti la cui profondità è lasciata alla sorprendente interpretazione di Pierfrancesco Favino e Tommaso Ragno che, nella bellezza di Rione Sanità, diventano napoletani fino all’osso per raccontare l’autentica Nostalgia. (La recensione del film “Nostalgia” è di Rita Ricucci)

Pierfrancesco Favino in una scena del film “Nostalgia” di Mario Martone – Recensione

LA SCHEDA DEL FILM “NOSTALGIA” (Nostalgia)

Regista: Mario Martone – Cast: Pierfrancesco Favino, Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora Quattrocchi, Sofia Essaidi, Nello Mascia, Emanuele Palumbo, Artem, Salvatore Striano, Virginia Apicella – Genere: Drammatico – Anno: 2022 – Paese: Italia, Francia – Scenaggiatura: Mario Martone – Fotografia: Paolo Carnera – Durata: 1h 58 min – Distribuzione: Medusa Film – Data di uscita: 25 Maggio 2022 – Il sito ufficiale del film “Nostalgia” di Mario Martone

Trama: Nostalgia, film diretto da Mario Martone, è tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea ed è ambientato a Napoli nel Rione Sanità. È qui che il protagonista Felice (Pierfrancesco Favino) torna dopo quarant’anni di assenza, lontano dalla sua terra. L’uomo, tornato per sua madre, resterà qui dove è nato più a lungo di quanto aveva previsto, mentre riscopre i luoghi, i codici del quartiere e fa i conti con un passato che lo divora. Da giovane Felice insieme a Oreste (Tommaso Ragno), suo amico d’infanzia, nonché compagno di bravate, ha commesso qualche piccolo…

NOSTALGIA – TRAILER

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