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The Princess Recensione Locandina

conciliasse l’ipersensibilità da sartina che frigna per le corne subite con la teatralità da manipolatrice dei media che sa come passare per vittima quando le fa comodo e come posizionare lo stacco di coscia in favore di teleobiettivo quando le fa gioco…”. Ecco, su Lady Diana la pensiamo più o meno allo stesso modo. Insomma, non ci è mai stata molto simpatica. Assistiamo nell’ultimo anno ad un suo inspiegato ritorno in auge, dopo un lungo periodo di quiete, se consideriamo il recente lavoro di Pablo Larrain, Spencer, e questo docufilm firmato da Ed Perkins che, alla presenza dello stesso regista, ha aperto la 18ma edizione del Biografilm Festival di Bologna, tornato a pieno regime dopo i due anni di pandemia trascorsi a mezzo servizio. Va detto, che da The Queen a The Crown, da Meghan Markle alle recenti celebrazioni per il giubileo della Regina, è tutta la corona inglese a non passare mai di moda e a trovare sempre qualche motivo per fa parlar di sé. Un documentario, The princess, che si potrebbe fregiare dell’aggettivo di “definitivo”  nella misura in cui ambisce a quella cosa cui molti documentari ambiscono ma che non tutti ottengono ovvero “l’obiettività”. Perkins infatti decide di fare un passo di lato come autore, compiere un grande lavoro di ricerca e montaggio per lasciare parlare solo i filmati di repertorio, quelli originali di allora, montati assieme attraverso una selezione dei momenti salienti della vita della principessa Diana, dal 1981 al 1997: il fidanzamento con Carlo, le nozze, il tradimento di lui, il tradimenrto di lei, il divorsio, la relazione con Al-Fayed e, infine, la morte. Nessun commento, nessuna voce fuori campo, nessuna ricostruzione, nessuna intervista realizzata ad hoc. Ha affermato il regista che The princess non è un film su Diana, sulla quale già è stato detto fin troppo, ma un film su di noi.  E’ indubbio infatti che al di là del giudizio morale che ognuno ne può dare, Lady Diana ci ha riguardato tutti, perchè tutti, come per l’11 settembre, ci ricordiamo dove fossimo e cosa stessimo facendo alla notizia della sua morte, pur avendo i due eventi una portata storica nemmeno lontanamente paragonabile.  E lasciando parlare le immagini, il film riesce, in parte, a far emergere in controluce, i controsensi che ci guidano, le contraddizioni che in quel frangente hanno guidato migliaia di persone, suggestionate dalla favoletta della “principessa triste”, a disperarsi e a omaggiare qualcuno che in fondo per loro non rappresentava niente – e qui si aprirebbe un altra domanda: erano i rotocalchi ad aizzare e condizionare le folle o, viceversa, i rotocalchi davano alla folla quello che la folla chiedeva? – addittando e accusando i reali  di essere i maggiori responsabili dell’accaduto, e sono le stesse migliaia di persone che oggi, senza che nulla di rilevante sia successo, senza che nulla di sostanziale sia cambiato, inneggiano ed esaltano quella stessa regina divenuta per incanto emblema di forza, tenacia, fermezza e sobrietà. Scelta radicale e per certi versi audace quella di Perkins, resta comunque il fatto che nei confronti di chi quegli eventi li ha vissuti e li ha seguiti, The Princess non dice davvero nulla di nuovo.  (La recensione del film “The Princess” è di Mirko Nottoli)