Sanremo Recensione. La recensione del film “Sanremo” di Rita Ricucci. Sanremo è l’ultimo film, 2020, del cineasta bosniaco Miroslav Mandic, un film poetico e drammatico che realizza frammenti di quell’umanità relegata ai
confini della realtà per via di una avanzata demenza senile, ai limiti dell’Alzheimer. Bruno è in una casa di riposo dove si cimenta con il decoupage con ritagli di riviste e altre piccole attività proposte dagli assistenti. Il suo desiderio, rimane, però quello di tornare nella sua casa, da sua moglie e dal suo cane che non ricorda essere morti molti anni prima. Dusă è la migliore compagnia che abbia ri-trovato in quel luogo: anche lei è malata ma con la memoria stabile e diventa una finestra aperta sul cuore nebuloso del protagonista. Bruno, il persuasivo e convincente Sandi Pavlin, grazie al quale la sceneggiatura dello stesso Mandić con Nina Robnik, prende corpo in maniera credibile e generosa, e Dusă, la veterana Silva Cusin, amano la natura, la respirano a pieni polmoni e cercano di calpestare ogni millesimo di metro quadro del bosco intorno alla casa nella quale vivono adesso. Mandić, con Sanremo, ha la capacità di non infierire sulla malattia senile con un film di genere comico o commedia e neppure drammatico. Quello che è in grado di far vedere Sanremo sono gli anfratti emotivi che si scatenano nella mente di un uomo che vive porzioni di realtà decurtate di un passato, diventato evanescente, e che si insinuano nel presente, tormentato e affannoso. Con un’accurata scrittura scenica, Mandić conduce lo spettatore sulla via della metafora che legge la memoria come un ghiacciaio, i ricordi come stalattiti. È Dusă infatti a vedere il fluire dei sentimenti di Bruno nelle foto delle cascate che ritaglia: ti vedo così, posso avere anche una tua foto? Gli domanda. L’acqua che scende è quella dentro Bruno, è l’acqua dell’amore: per sua moglie, per il suo cane mentre è completamente congelato nella memoria il fiume d’amore per sua figlia Spela, Mojca Funkl, e la tenerezza con la quale lei lo intrattiene non riesce a sciogliere quel ghiaccio. Sanremo ci porta nel bosco fitto della mente di Bruno e di ogni uomo. Sulle note di Non ho l’età, di Gigliola Cinquetti, vincitrice del Festival di Sanremo nel 1964, il film di Mandić offre una lettura allegorica della canzone premiata, senza eludere, per chi ne ha memoria, il volto giovanissimo di una adolescente, quello della Cinquetti appena quattordicenne, che sussurrava a piena voce il desiderio di amare, di uscire sola con te, nonostante l’età. Nonostante tutto. E l’attesa di quel giorno, come nelle parole della canzone, diventa il giorno di Bruno. Della sua scoperta del mondo intorno e dentro di lui…ghiacciato e freddo ma sempre stupefacente e stupendo. (La recensione del film “Sanremo” è di Rita Ricucci)
LA SCHEDA DEL FILM “SANREMO” (Sanremo)
Regista: Miroslav Mandić – Cast: Bruno Sandi Pavlin, Duša Silva Čušin, Dare Boris Cavazza, Špela Mojka Funkl – Genere: Drammatico – Anno: 2020 – Paese: Italia/Slovenia – Scenaggiatura: Miroslav Mandic – Fotografia: Peter Zeitlinger – Durata: 1h 25 min – Distribuzione: Incipit Film – Data di uscita: 9 Giugno 2022 – Il sito ufficiale del film “Sanremo”
Trama: Bruno, anziano e affetto da Alzheimer, ospite di una casa di riposo, ogni giorno si innamora di Duša, e ogni sera se ne dimentica. Duša, una gentile signora ospite della stessa struttura, anche lei affetta da Alzheimer, è una figura un po’ ambigua, forse un po’ maliziosa. Talvolta i due si incontrano durante le attività proposte nella struttura e flirtano come se si scoprissero per la prima volta, altre invece non si riconoscono nemmeno. Quando Bruno è in compagnia di Duša, prova un dolce “sollievo” che allevia la sua confusione e nostalgia per il passato. Un passato che riaffiora invece con forza quando è solo, e lo spinge a fuggire dalla casa di riposo…
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