– A novembre si riaccendono le luci del MedFilm Festival, il festival del cinema del Mediterraneo (News)


A novembre si riaccendono le luci del MedFilm Festival, il festival del cinema del Mediterraneo, la più longeva manifestazione cinematografica di Roma che quest’anno tocca uno storico traguardo: la sua 30° edizione. Sono infatti trenta gli anni di presenza e programmazione continuativa dell’unico festival in Italia dedicato alle cinematografie del Mediteranneo, fondato e diretto da Ginella Vocca, a riprova dell’attualità e centralità di un’idea positiva di Mediterraneo e delle culture che su di esso si affacciano e vivono.

Dal 7 al 17 novembre i film e gli eventi del MedFilm Festival animeranno cinema e musei della Capitale. Dal concorso cinematografico ai meeting industry, dalle retrospettive storiche ai focus tematici, dagli eventi letterari alle masterclass universitarie e agli incontri in carcere con i detenuti.

Tra le prestigiose sedi che ospiteranno la manifestazione: il MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, il The Space Cinema Moderno, il Teatro Palladium, la Casa del Cinema.

Questa trentesima edizione sarà motivo di celebrazione, ma anche e soprattutto di riflessione sul percorso compiuto dal 1995 ad oggi, per un festival a cavallo tra due secoli che ha raccontato gli ultimi trent’anni della storia contemporanea attraverso il cinema e gli audiovisivi, finestre aperte sul mondo.

È quindi naturale la proposta di una retrospettiva che parte quest’anno per concludersi nel 2025 con la 31°edizione, dal titolo MEDITERRANEA e con la partecipazione di cinque registe che hanno attraversato la storia recente del festival, autrici, amiche e donne che portano avanti la loro idea di arte e di vita. Tra le anticipazioni, la presenza durante il festival della regista marocchina Maryam Touzani, ospite a più riprese con i suoi film, che quest’anno incontrerà il pubblico in sala per presentare il suo lavoro Adam, e della regista siriana Soudade Kaadan, cui è stata affidata nel 2020 l’apertura del MedFilm con il misterioso e potente The Day I Lost My Shadow, che tornerà a presentare al pubblico del festival.

Siamo poi lieti di annunciare in anteprima due dei nomi più importanti che prenderanno parte alla 30°edizione del MedFilm Festival: Nabil Ayouch, sceneggiatore e regista marocchino, che aprirà il festival il 7 novembre al MAXXI con il film in concorso Everybody Loves Touda, opera coraggiosa e musicale sulla forza rivoluzionaria delle donne, prossimamente in sala grazie a Maestro Distributions e candidato marocchino agli Oscar 2025; e Rashid Masharawi, una delle voci più importanti del cinema palestinese che porterà ben due pellicole, l’anteprima italiana di Passing Dreams e il film collettivo From Ground Zero, direttamente da Gaza, titolo quest’ultimo scelto per rappresentare la Palestina agli Oscar 2025. Masharawi terrà anche una masterclass per gli studenti dell’Università La Sapienza di Roma, partner storica del festival.

Tra i premi speciali segnaliamo che il più alto riconoscimento conferito dal MedFilm Festival, il Premio Koinè, rivolto a personalità del mondo dell’arte, della scienza, dell’impresa culturale e dell’associazionismo che si siano distinte per l’impegno a mantenere vivo il dialogo tra i popoli del Mediterraneo, quest’anno verrà conferito, per la prima volta ad un regista, a Matteo Garrone, per il suo ultimo lavoro Io capitano, che sarà proiettato in occasione della Cerimonia di Premiazione il 13 novembre. Questa la motivazione: “Tra i più tenaci, versatili e internazionali cineasti italiani, Matteo Garrone si aggiudica il Premio Koiné 2024. Per la prima volta attribuito a un regista, il riconoscimento va ad un autore che film dopo film costruisce ponti tra culture, generazioni e popoli, muovendosi fra il più sofisticato cinema d’autore e l’attenzione per il pubblico. Potente per immagini e immaginario, Matteo Garrone crea relazioni vere con le persone e le comunità che racconta: nel suo film, Io capitano, ha parlato con chiarezza del desiderio negato a tanti giovani di viaggiare, riuscendo a incarnare nei suoi personaggi il sogno di una Koiné comune”.

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