La recensione del film A Working Man a cura di Steven Orlando. Distribuito nelle sale italiane dal 10 aprile, A Working Man è l’ultimo film diretto da David Ayer, regista di Suicide Squad (2016) e The Beekeeper (2024). Scritto a quattro mani da Ayer e Sylvester Stallone, la sceneggiatura è tratta dal romanzo Levon’s Trade di Chuck Dixon con Jason Statham chiamato a vestire i panni del protagonista nel nuovo adrenalinico action movie firmato Amazon MGM Studios. Insieme a lui, sono presenti nel cast attori di fama internazionale come Michael Peña, David Harbour e Jason Flemyng.
Levon Cade (Statham) è un decorato ex agente Black Ops che ha abbandonato la carriera militare per condurre una vita tranquilla come operaio edile in un’azienda di costruzioni. Quando Jenny, la figlia del titolare (Peña), viene misteriosamente rapita, comincia la ricerca di Levon per riportarla a casa che lo porterà a scontrarsi con l’inquietante mondo dei trafficanti di esseri umani.
In A Working Man, Ayer prosegue il discorso sull’uomo “comune” chiamato all’azione già avviato con The Beekeeper (2024), sempre interpretato da Statham, il quale conduce una vita serena come apicoltore. Nel suo ultimo film, il cineasta esibisce ancora una volta il proprio stile, lo stesso che lo ha contraddistinto nel panorama del cinema d’azione degli ultimi anni, basato sulla resa realistica, cupa e immersiva delle sue storie – basti pensare al promettente esordio Harsh Times – I giorni dell’odio (2005), al finto documentario End of Watch – Tolleranza zero (2012), e all’intenso war movie Fury (2014).
Ormai esperto nel cinema di genere, Ayer costruisce un racconto che si inserisce perfettamente nei codici cinematografici del film d’azione: Levon è un individuo violento e sanguinario (uccide ogni nemico che si pone in mezzo tra lui e il ritrovamento di Jenny), che obbedisce ai canoni della pura spettacolarità a scapito di una vera e propria evoluzione del personaggio.
I ritmi frenetici dettati dalle sparatorie e dagli inseguimenti sono anch’essi rappresentati in maniera convenzionale al genere, mentre risulta ridondante l’eccesso di violenza, prettamente gratuita, che viene mostrata. Nonostante le qualità di David Ayer, A Working Man non si sbilancia, non prende rischi ma finisce per omologarsi a tanti altri prodotti mainstream sembrando un film già visto.
Dopo gli insuccessi di Suicide Squad (2016), non per quanto riguarda gli incassi al botteghino, del rovinoso prodotto per Netflix Bright (2017) e di The Tax Collector – Sangue chiama sangue (2020), passato in sordina, con The Beekeeper (2024) e A Working Man la filmografia di Ayer sembra essersi assestata sui binari di un (s)comodo manierismo, dirigendosi sempre di più verso prodotti dalla scarsa originalità mandati in pasto al grande pubblico, delineando la parabola discendente del regista. (La recensione del film A Working Man è a cura di Steven Orlando)

LA SCHEDA DEL FILM A WORKING MAN (t.o. A Working Man)
Regista: David Ayer – Cast: Jason Statham, David Harbour, Michael Peña, Jason Flemyng, Merab Ninidze, Maximilian Osinski, Cokey Falkow, Noemi Gonzalez, Arianna Rivas, Emmett J. Scanlan, Greg Kolpakchi, Kenneth Collard, David Witts – Genere: Azione, Thriller – Anno: 2025 – Paese: USA, Gran Bretagna – Sceneggiatura: Sylvester Stallone, David Ayer – Fotografia: Shawn White – Durata: 1 h 56 min – Distribuzione: Warner Bros. Pictures – Data di uscita: 10 Aprile 2025 – Il sito ufficiale del film A Working Man
Trama: A Working Man, il film diretto da David Ayer, racconta la storia di Levon Cade (Jason Statham), un ex membro dei Royal Marines che ha abbandonato la sua carriera nel corpo speciale per dedicarsi a una vita tranquilla come operaio edile, sperando di essere un buon padre e lasciandosi alle spalle un passato fatto di violenza e missioni impossibili...
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