L’edizione numero 21 avrà luogo a Reggio Emilia dal 26 ottobre all’1 novembre. In programma cortometraggi da tutto il mondo ma anche lungometraggi d’autore, incontri e workshop per tutti, per indagare le identità di genere e culturali, religiose e animali, nella storia del cinema e delle arti.
«In un momento storico come quello che stiamo vivendo è estremamente urgente e importante parlare di identità. Lo abbiamo chiesto ai filmmaker, che hanno inviato le loro opere da tutto il mondo: abbiamo ricevuto per questa edizione più di duemila cortometraggi. Lo declineremo, come è nostra abitudine, attraverso una serie di incontri, workshop e approfondimenti»: Alessandro Scillitani, ideatore e Direttore Artistico del Reggio Film Festival introduce l’edizione numero 21, che avrà luogo a Reggio Emilia dal 26 ottobre all’1 novembre 2022 e che avrà per titolo/tema Identità.
«Tratteremo l’identità di genere, in dialogo con alcuni autori di libri, con Porpora Marcasciano, attivista e consigliera a Bologna. Sarà mostrato il film Allah Loves Equality sulla condizione LGBTQ+ in Pakistan. E incontreremo Valentina Petrillo, atleta paralimpica transgender, insieme a Elisa Mereghetti, che sta realizzando su di lei un docufilm» continua Alessandro Scillitani «A proposito di identità e appartenenza, con l’antropologo Francesco Remotti ci interrogheremo, in questo momento di crisi tra guerre, pandemie e difese dei confini, su quale sia la patria a cui apparteniamo».
«Ragioneremo di identità e natura con il documentario Il Sapore della Terra di Giulio Giunti e con alcuni cortometraggi a tema, ci chiederemo inoltre se i delfini si chiamano per nome» aggiunge «Parleremo anche di identità al femminile e di gender washing, ovvero della pratica diffusa di inserire la parità di generi all’interno dei film, mentre con il critico Michele Pascarella faremo un excursus sul tema dell’identità nella storia della fotografia e dell’arte visiva contemporanea».
«Ci sarà spazio anche per le realtà più cinefile: la presentazione del libro di Nicola Bassano su Federico Fellini e una lezione di cinema su Woody Allen condotta dal critico cinematografico Roberto Manassero» conclude Alessandro Scillitani «Apriremo una finestra sul Nazra Film Festival, che raccoglie i corti palestinesi. E incontreremo lo scrittore Massimo Vitali, che ha impiegato otto anni per vedere il suo libro trasformarsi in un film».
Lascia un Commento