ARMAND, la recensione del film di Halfdan Ullmann Tøndel


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La recensione del film “Armand” a cura di Rita Ricucci. Dal 1° gennaio 2025, al cinema, l’esordio di Halfdan Ullmann Tøndel, Armand, un film drammatico che fa leva sulla perfidia degli adulti, incapaci di parlare, e di dolori taciuti nella solitudine domestica. A scuola, sono convocati i genitori, padre e madre, di Jon, e la madre di Armand, per via di uno spiacevolissimo incidente accaduto nei bagni dei maschi. A detta di Jon, tornato a casa,

Armand | Recensione | Poster

Armand | Recensione | Poster

lamentava alla madre di aver subito un abuso verbale, oltre che fisico, da parte di Armand, con parole e gesti troppo ‘da adulti’. La scuola, nella figura del preside, della segretaria e della maestra di classe, stanno cercando di trovare una soluzione all’accaduto senza dover necessariamente rivolgersi ad esterni. Tuttavia, Elizabeth, la madre di Armand, viene a conoscenza dei fatti solo in quel colloquio, alla presenza di tutti. 

Respirare l’arte cinematografica da generazioni, ereditare magari la curiosità creativa di indagare la mente della persona, è ciò che Halfdan Ullmann Tøndel ha, senza dubbio, ereditato dai suoi nonni Ingmar Bergman e Liv Ullmann, ma il saper disegnare una traccia dell’inconscio umano, così vivido, sospeso nel confine invisibile tra l’onirico e il reale attraverso il linguaggio del corpo, è il merito e pregio di Halfmann Ullmann Tøndel, pronipote talentuoso e originale.

L’introspezione di Ullmann Tøndel non avviene per mezzo di molte parole piuttosto di spazi che “stringono” o “allentano” la presa sulla mente della persona: i protagonisti e lo spettatore restano in una stanza dove una cattedra ospita i giudici, maestra, segreteria e preside della scuola, e tre sedie dove siedono, uno al fianco dell’altro, i tre genitori.

La vicenda è come un gomitolo di spago a cui si cerca il capo: la ruvidità del gomitolo è quella di Sarah, madre di Jon, nonché sorella di Thomas, il marito defunto di Elizabeth; la fibra della corda è quella del dolore taciuto di Elisabeth, per molti anni, a causa di Thomas; infine, il colore grezzo dello spago è quello che il marito di Sarah avrà il coraggio di dare per svelarne il capo.

Il primo punto di forza del film, è il fatto che i bambini non si vedono, Jon e Armand sono il risultato di una esasperata situazione di ostilità, di ipocrisia e anche invidia e gelosia di una donna verso l’altra. Quello che Halfmann Ullmann Tøndel riesce a dipingere è la verità di Elizabeth, una splendida Renata Reinsve, che esaurisce mirabilmente lo sguardo simbolico che la regia pronuncia, delle sue paure, della prepotenza subita, anelando a una libertà dell’anima di cui la sua femminile fragilità non sente ancora di meritare.

Un altro punto di forza del giovane regista, è la fotografia che restituisce la vera natura dei protagonisti attraverso l’uso dei colori: freddi e bluastri della stanza dove sostano Sarah e il marito, la camicetta di lei azzurro ghiaccio che la rende algida, i suoi capelli biondi ma aridi, si oppongono chiaramente ai colori caldi di cui Elizabeth è portavoce, il suo cardigan lungo color sabbia, i suoi capelli ramati e raccolti in una coda, le sue labbra calde di amore non ricevuto.

Tra gli ultimi punti di forza di Ullmann Tøndel c’è lo spazio: inquadra corridoi come labirinti di segreti che Elizabeth percorre cercando la via di fuga; scale interminabili i cui gradini sono per Elizabeth una vera discesa agli inferi della falsità e della lussuria fino a trasformarsi in un abuso violento, pervaso dalla paura, dallo sgomento, chiuso in un primissimo piano delle parti del viso di Elizabeth che tentano di sottrarsi. Infine lo spazio esterno, il cortile interno alla scuola dove un proverbiale diluvio inonda il male, lava via ogni traccia di meschinità.

Armand è un film intensamente emozionante e l’interpretazione desiderata da Halfdan Ullmann Tøndel per Renata Reinsve risveglia il sapore vigoroso del teatro danza della grande Pina Bausch dove i corpi mordono la scena muovendosi sinuosi e impercettibili a rendere tangibili i pensieri più nascosti di Elizabeth, oscuri al suo stesso cuore. (La recensione del film “Armand” è a cura di Rita Ricucci)

Una scena del film “Armand di Halfdan Ullmann Tøndel | Recensione di Rita Ricucci

LA SCHEDA DEL FILM “ARMAND” (t.o. Armand)

Regista: Halfdan Ullmann Tøndel – Cast: Renate Reinsve, Ellen Dorrit Petersen, Øystein Røger, Loke Nikolaisen, Thea Lambrechts Vaulen, Endre Hellestveit, Vera Veljovic-Jovanovic – Genere: Drammatico – Anno: 2024 – Paese: Norvegia – Scenaggiatura: Halfdan Ullmann Tøndel – Fotografia: Pål Ulvik Rokseth – Durata: 1 h 40 min – Distribuzione: Movies Inspired – Data di uscita: 1 Gennaio 2025 – Il sito ufficiale del film “Armand” di Halfdan Ullmann Tøndel

Trama: Armand, il film diretto da Halfdan Ullmann Tøndel, racconta di un evento controverso accaduto in una scuola elementare. Armand (Loke Nikolaisen) e Jon hanno 6 anni e sono amici inseparabili. Un giorno, Jon accusa il suo migliore amico di aver oltrepassato ogni limite nei suoi confronti senza però specificare cosa sia successo. L’accusa crea grande scompiglio e nonostante genitori e insegnanti cerchino di saperne di più, i due bambini raccontano versioni confuse scontrandosi senza mai dare dettagli utili…

ARMAND Trailer Ufficiale Italiano Dal 1° Gennaio al Cinema

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