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Black Adam Recensione Poster

abbandonato la nave (o, piuttosto, sono stati scaricati), progetti cancellati, scarsi risultati al box-office dei progetti migliori e più personali e, al contrario, estremo successo di titoli quali The Batman e Joker, sganciati dalla continuity del vecchio universo con a capo Zack Snyder. Tutto ciò prima dell’ingresso di Dwayne Johnson nell’universo condiviso, appunto. La nuova dirigenza di Warner Bros. dopo l’acquisizione da parte di Discovery ha in mente, invece, di capitalizzare l’utilizzo delle proprie property storiche, tra cui quelle di Harry Potter e, soprattutto, dei titoli tratti dai fumetti DC. Ecco toccare a Black Adam (e a Dwayne Johnson) rinverdire i fasti del DCEU e ricostruire le fila dell’universo condiviso. Nel 2600 A.C., la nazione di Kahndaq era governata da uno spietato tiranno che la ridusse in schiavitù costringendola a estrarre un minerale nascosto nel sottosuolo, il cosiddetto Eternium. L’obiettivo era quello di forgiare la Corona di Sabbac, un artefatto capace di donare a chiunque lo avesse indossato i poteri soprannaturali del regno dei demoni. Quando un ragazzo coraggioso ha provato a opporsi, il sovrano lo ha giustiziato in piazza, trasformandolo in martire e donando alla comunità un eroe. Il giovane, così, è stato scelto dagli dei per diventare Teth-Adam, il Campione di Kahndaq. L’uomo ha affrontato il proprio nemico e ucciso il dittatore: in battaglia, però, ha trovato la morte ed è diventato un simbolo per le generazioni a venire. Tempo dopo, ai giorni nostri, il Kahndaq non è ancora un Paese libero. La popolazione riuscirà ancora una volta a credere in Teth-Adam e trovare la propria libertà? Black Adam è, allo stesso tempo, una origin story sul personaggio interpretato da Dwayne Johnson e un racconto corale sulla Justice Society, in cui spicca Pierce Brosnan. Il film del nuovo corso DC riporta l’universo condiviso alle sue origini e a quel tipo di estetica del cinema di Zack Snyder caratterizzata da pose epiche e stentoree, un contenuto ricorso a scene comiche e slow motion a profusione. Costruito su una buona coesistenza di spazio e tempo dedicato al cast di civili (protagonisti della prima parte) e di supereroi (protagonisti della seconda), Black Adam non riesce ad approfondire tutti i personaggi e lascia con l’amaro in bocca soprattutto per quanto riguarda la messa in scena della Justice Society. Nel complesso, questo tentativo di Dwayne Johnson di riportare in vita un intero universo non brilla particolarmente né diverte. Gli interrogativi sul futuro del mondo DC, tuttavia, riescono a penetrare la mente dello spettatore… E quella scena post-credits non fa altro che alimentarli…!  (La recensione del film “Black Adam” è di Matteo Marescalco)