Esterno Notte Recensione. La recensione del film “Esterno Notte” di Matteo Marescalco. Aldo Moro zoppica trascinando una croce in una delle più potenti sequenza di Esterno notte, miniserie diretta da Marco Bellocchio, che, dopo Buongiorno
notte, torna ai nefasti eventi politici del 1978 che portarono alla morte del presidente della Democrazia Cristiana. Piuttosto che raccontare quanto avvenuto direttamente a Moro e il suo rapporto con gli aguzzini negli spazi soffocanti del nascondiglio, Esterno notte si apre all’esterno e costruisce un affresco denso e ipnotico sullo stato di assedio che paralizzava Roma in quel periodo e sui mucchi selvaggi della Repubblica nel suo frangente più buio, spiazzante, triste e paradossale. Marco Bellocchio gioca con il repertorio, utilizza l’audio e le immagini fuori campo per portare in scena una città in guerra e a un passo dall’esplosione fragorosa, popolata da fantasmi solitari in preda ad astrusi deliri. A Roma regna il caos: c’è chi invoca il ritorno del Duce, chi si buca sugli autobus, chi scippa le borsette coi motorini, chi si augura di abbracciare la morte bella sposata dagli eroi dei propri western preferiti e, infine, chi si guarda ripetutamente le mani macchiate, probabile sintomo di una colpevolezza mai ammessa fino in fondo. In Esterno notte, Aldo Moro è raccontato come fosse un fantasma, un residuo invisibile che continua ad aleggiare sulla vita dello stato italiano. L’animo sconquassato è l’epicentro di quel terremoto che, in brevissimo tempo, si allarga e coinvolge un intero Paese. Uno dei miracoli della serie di Bellocchio consiste proprio nella capacità di costruire un enorme affresco che condanna in modo provocatorio il mondo della politica riuscendo, tuttavia, a commuovere e a straziare nello sguardo empatico che volge nei confronti degli esseri veramente “umani” coinvolti in questa vicenda. Sul versante politico, quasi nessuno ne esce intatto: le Brigate Rosse sono state un’aberrazione, Andreotti un mostro privo di umanità, Cossiga un bipolare; persino il Vaticano e coloro che avrebbero dovuto fare di più hanno fatto ben poco. Esterno notte, tuttavia, non è soltanto una superficiale dichiarazione di colpevolezza ma un racconto mortifero e fantasmatico che porta in scena la dimensione privata e collettiva degli esseri umani. Le sei ore dello show sono puntellate da allucinazioni personali e sequenze oniriche che si interrogano sulla fattualità delle immagini cinematografiche e sulla disgregazione delle icone. Dove si trova Aldo Moro? È questo il quesito che Esterno notte sembrerebbe voler porre. Probabilmente, come un fantasma, è rimasto sospeso nelle profondità della storia senza che nessuno possa riuscire mai a trovarlo. Esterno notte uscirà al cinema il 18 maggio (i primi tre episodi) e il 9 giugno (i restanti tre) e andrà in onda su Rai1 il prossimo autunno. (La recensione del film “Esterno Notte” è di Matteo Marescalco)
LA SCHEDA DEL FILM “ESTERNO NOTTE” (Esterno Notte)
Regista: Marco Bellocchio – Cast: Fabrizio Gifuni, Margherita Buy, Toni Servillo, Fausto Russo Alesi, Gabriel Montesi, Daniela Marra, Vito Facciolla, Paolo Pierobon, Fabrizio Contri, Pier Giorgio Bellocchio, Antonio Piovanelli – Genere: Drammatico – Anno: 2022 – Paese: Italia – Scenaggiatura: Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino – Fotografia: Francesco Di Giacomo – Durata: 2h 40 min. – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 18 Maggio 2022 – Il sito ufficiale del film “Esterno Notte”
Trama: Esterno Notte, il film diretto da Marco Bellocchio, si svolge nel 1978. L’Italia è dilaniata da una guerra civile. Da una parte le Brigate Rosse, la principale delle organizzazioni armate di estrema sinistra, e dall’altra lo Stato. Violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. Sta per insediarsi, per la prima volta in un paese occidentale un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI), in un’epocale alleanza con lo storico baluardo conservatore della Nazione, la Democrazia Cristiana (DC). Aldo Moro (Fabrizio Gifuni), il Presidente della DC, è il principale fautore di questo accordo, che segna un passo decisivo nel reciproco riconoscimento tra i due partiti più importanti d’Italia. Proprio nel giorno dell’insediamento del governo che con la sua abilità politica è riuscito a costruire, il 16 marzo 1978, sulla strada che lo porta in Parlamento, Aldo Moro viene rapito con un agguato che ne annienta l’intera scorta. È un attacco diretto al cuore dello Stato…
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