Flee Recensione. La recensione del film “Flee” di Tommaso Di Pierro. Può un film raccontare la realtà mutandola in arte con il solo uso delle immagini? La risposta è sì, se parliamo di film documentari. Ma può un film documentario essere animato, stupire e ammaliare come farebbe qualsiasi
pellicola con immagini riprese direttamente dal vivo? La risposta è sì, se parliamo di un film come Flee, opera quarta del regista danese Jonas Poher Rasmussen e primo documentario animato della sua carriera. Il film narra la storia di Amin, ragazzo/adulto perennemente in fuga dalla guerra e da sé stesso. Da ragazzo fugge dall’Afghanistan insieme alla sua famiglia in seguito all’invasione dell’Armata Rossa e ai successivi scontri con i mujaheddin che si susseguono per tutti gli anni ottanta. Da adulto fugge dal suo passato e dal ricordo di esso, ora che la vita presente a Copenaghen, con un buon lavoro e un compagno che ama, è in grado di offrigli felicità e conforto dopo il turbolento viaggio attraverso l’Europa in veste di rifugiato. Ma solo narrare quanto più di doloroso per noi stessi può renderci liberi dal maleficio, solo comunicare agli altri quanto vissuto può davvero beneficiarci, non tanto aiutando a cancellare chi siamo e da dove veniamo, quanto a convivere con i nostri stessi traumi. E così Amin racconta e racconta e attraverso la sua storia rimaniamo catturati dalla grettezza e dalla crudeltà di quanto esposto e dalla forza interiore di chi come lui ha un grande peso sulle spalle e desidera solo essere all’altezza di chi lo ha amato e protetto. Non ci sono parole per esprimere la grazia di un film così avanguardistico eppure così semplice nel descrivere un dramma umano che non ha mai fine. Perché il viaggio di Amin è il viaggio di tanti profughi in giro per il mondo, un viaggio dell’anima oltreché fisico, che allaccia relazioni e infauste esperienze, che dona risultati ma anche amarezze, rinchiudendo l’animo nel silenzio, aspettando che qualcuno bussi alla porta per farlo parlare. Estremamente attuale e opportunità di apprendimento per tutte le età, Flee è ancora una volta quell’esempio d’animazione che urla per farsi sentire, per farsi ammirare, per rivelare al mondo che il modo migliore per fare cinema è farlo in maniera creativa e sorprendente, come solo un film d’animazione come questo, e altri, hanno saputo fare. Flee è un tassello in più nella storia del cinema, che ha appresso la lezione di maestri come Ari Folman e Marjane Satrapi – registi rispettivamente di Valzer con Bashir e Persepolis – e li ha eguagliati, donandoci un’esperienza emozionale intensa e armoniosa che rimarrà giustamente negli anni a venire. L’animazione non può e non deve essere inferiore alla realtà, è il reale essa stessa. (La recensione del film “Flee” è di Tommaso Di Pierro)
LA SCHEDA DEL FILM “FLEE” (Flee)
Regista: Jonas Poher Rasmussen – Genere: Animazione – Anno: 2021 – Paese: Produzione Internazionale – Sceneggiatura: Jonas Poher Rasmussen – Musica: Uno Helmersson – Durata: 1h 23 min – Distribuzione: I Wonder Pictures – Data di uscita: 10 Marzo 2022 (Italia) – Il Sito Ufficiale del Film Flee
Trama: Flee, film diretto da Jonas Poher Rasmussen, racconta la storia di Amin, un uomo di 36 anni che in giovanissima età è fuggito dalla sua patria, Kabul, per trovare rifugio a Copenaghen. Oggi Amin è un accademico affermato e sta per sposarsi con l’amore della sua vita, ma l’uomo nasconde segretamente il suo passato di rifugiato. Nessuno sa chi è veramente, nemmeno il suo fidanzato, ed è riuscito a costruire per bene il castello ideale della sua esistenza, sebbene sia fatto solo di carte e che la minima rivelazione sul suo passato possa farlo precipitare proprio come una folata di vento. Per la prima volta dopo anni, però, Amin decide di rivelarsi e raccontare la storia della sua odissea giovanile al suo migliore amico. Dopo vent’anni, sembra aver capito finalmente che per conquistare del tutto quel futuro che tanto desidera ha bisogno prima di confrontarsi con il suo doloroso passato…
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