Fuori Scuola | Recensione. La recensione del film “Fuori Scuola” a cura di Rita Ricucci. Mario Spinocchio esordisce al cinema con il suo primo lungometraggio, Fuori Scuola, prodotto da Inthelfilm con Today Entertainment. Il film nasce dalla collaborazione con due scuole romane, l’ITIS G. Armellini e l’Istituto Istruzione Superiore Cine-Tv R. Rossellini e vince il premio distribuzione Atena Nike 2024.
Tra gli attori scelti ci sono Alessandro Haber nel ruolo di dirigente Scolastico della scuola che sta frequentando il protagonista, Mattia, Lorenzo Piazzoni e Antonella Ponziani, Gabriella, madre di Mattia.
Periferia di Roma, ragazzi appena maggiorenni che non scampano all’inganno facile della strada. Mattia è uno di questi: catturato per spaccio di droghe leggere, gli viene tramutato il tempo di riformatorio in servizi socialmente utili a partire dalla pulizia della sua scuola fino al volontariato nell’ospedale oncologico dove s’innamora per la prima volta.
L’opera prima di Mario Spinocchio riesce piuttosto bene nel descrivere l’attrattiva illusoria che scatena il guadagno facile, dallo spaccio, ciò in cui è coinvolto Mattia con la spinta del suo amico Francesco, alla prostituzione giovanile, come quella in cui è incappata la loro compagna di classe solo al fine di potersi comprare un profumo firmato piuttosto che un capo d’abbigliamento di ultima moda.
Sono giovani, quelli che ritrae Spinocchio, di ogni periferia, italiana e mondiale, lasciati soli nel momento cruciale della loro crescita, negli anni in cui avrebbero bisogno di far emergere quelle che sono le loro esigenze più intime, le domande che li inquietano.
La famiglia è totalmente assente nel film di Spinocchio, Fuori Scuola punta sul buio della strada, con una fotografia grigiastra e spesso annerita dalla notte; punta sull’isolamento dei giovani che approda sugli scaloni di un parco dove si consumano alcol e musica per distrarsi dalla realtà. Ci sono solo madri, esauste e stanche: la madre di Mattia, una credibile Antonella Ponziani che collabora alla sceneggiatura, scompigliata e irrequieta, spaventata per il futuro del figlio; la madre di Alessia, Livia Cascarano, vice preside della scuola, sconvolta e annientata dalla oramai prossima e annunciata morta della figlia sul letto d’ospedale.
Gli adulti disposti a stare vicino ai ragazzi sono pochi, e quei pochi sono incapaci di trasmettere fiducia e speranza. Anche la scuola, per Spinocchio, insegnante di italiano e storia proprio all’istituto Armellini, è quell’istituzione che non riesce a penetrare lo sguardo dei ragazzi, cogliere il loro tormento, le loro ansie, i loro sogni… c’è solo una piccola luce di verosomiglianza con la realtà nella figura del Preside, un solido Alessandro Haber, che sembra avere veramente a cuore il bene dei suoi studenti.
Piuttosto i sogni vengono annullati dall’atteggiamento (poco credibile, però) di professori come Gallo, Rosario Petix, che insulta platealmente i ragazzi, soprattutto i più fragili come Mattia, fino a paragonare ‘quelli come Mattia’ “dei bruchi, dei vermi da schiacciare perché i balordi come lui sono da allontanare o emarginare”. Ma docenti come lui, sarebbero certamente ‘pane per i denti’ dell’interesse mediatico.
Purtroppo, come dice il detto “il troppo, stroppia”, Spinocchio rischia di cadere più volte nei luoghi comuni, in quel troppo che non consente di rendere credibile fino in fondo la sua storia: i delinquenti che minacciano Mattia per recuperare il denaro, ricavo dello spaccio, sequestrato all’arresto, alla vista della madre del ragazzo, tirano fuori fucili automatici e pistole di alto calibro come se avessero di fronte una banda di malavitosi; addirittura l’unico professore, Bonomo, Salvo Saverio D’Angelo, che tenta di aiutare Mattia, si reca sul posto come andasse a far visita a un gruppo di amici ma quale aiuto avrebbe potuto dare se in qualità di Pubblico Ufficiale, perché tale è un insegnante, che venuto a conoscenza dei fatti, non ha informato le Forze dell’Ordine di cui era soggetto d’attenzione Mattia, il suo stesso studente? Ma anche le battute anacronistiche di Gabriella a Mattia: quanti sacrifici fatti per te, mi sono tolta il pane di bocca, sono ridondanti.
Inoltre, la giovane ragazza, Alessia, malata oncologica, figlia della professoressa di Mattia, per quanto funzionale alla narrazione del protagonista che grazie a lei scopre l’amore, il desiderio di una vita pacifica, somiglia fin troppo a storie viste in Braccialetti rossi, perciò anche i suoi calzettoni rossi, stonano in un film la cui attenzione vuole essere sul mondo che vivono i ragazzi Fuori Scuola.
Tuttavia, nonostante questi piccoli elementi di disturbo nell’ascolto del film, Mario Spinocchio chiude in bellezza, restituendo allo spettatore la realtà più vera di Mattia, il suo sguardo, in camera, mentre si disperde nella natura, che domanda quale speranza, quale futuro gli spetta di vivere. (La recensione del film “Fuori Scuola” è a cura di Rita Ricucci)
LA SCHEDA DEL FILM “FUORI SCUOLA” (Fuori Scuola)
Regista: Mario Spinocchio – Cast: Livia Cascarano, Salvo Saverio D’Angelo, Alessandro Haber, Lorenzo Piazzoni, Antonella Ponziani – Genere: Drammatico – Anno: 2024 – Paese: Italia – Scenaggiatura: Salvo Saverio D’Angelo, Antonella Ponziani, Mario Spinocchio – Fotografia: Massimo Franchi – Durata: 1 h 20 min – Distribuzione: 98sale – Data di uscita: 7 Novembre 2024 – Il sito ufficiale del film “Fuori Scuola” di Mario Spinocchio
Trama: Fuori Scuola, il film diretto da Mario Spinocchio, racconta la storia di Mattia, un diciottenne romano che, a causa di scelte sbagliate, si ritrova invischiato in un pericoloso giro di spaccio di droga. Dopo essere stato arrestato e rinchiuso in un riformatorio, viene trovato in possesso di una grande quantità di sostanze all’interno della struttura…
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