Sono “The Brutalist” ed “Emilia Perez” i due film vincitori dei premi più importanti dell’82esima edizione dei Golden Globe. Due film audaci e non convenzionali: il primo un’epopea post-bellica della durata di 215 minuti di Brady Corbet e il secondo è un trans-musical di Jacques Audiard in lingua spagnola che cambia genere. “The Brutalist” ha vinto anche come miglior regista per Corbet e come miglior attore per Adrian Brody. “Emilia Pérez” ha vinto il premio come miglior film, commedia o musical, consegnando al film di Jacques Audiard un premio importante e aumentando le possibilità di vittoria anche agli Oscar. Delusione per “Vermiglio” di Maura Delpero, che era candidato come miglior film in lingua non inglese e che l’Italia ha scelto per essere rappresentata agli Oscar, mentre “Challengers” di Luca Guadagnino è stato premiato per la colonna sonora.
Premio speciale della giuria a Cannes, il musical su un narcotrafficante messicano che cambia sesso era arrivato alla serata dei Golden Globe con dieci nomination. È stata premiata Zoe Saldana come miglior attrice non protagonista, ma non Karla Sofia Gascon che sarebbe stata la prima trans a vincere come migliore attrice, e la canzone “El Mal”. Audiard, approdato in finale con ben cinque candidature a titolo personale, ha ringraziato la giuria dei Globe “per aver celebrato questa idea di follia”.
In onda dal Beverly Hilton sulla Cbs, la serata ha dato ragione a Audiard, ma anche Brady Corbet, premiato per la regia di “The Brutalist” assieme al protagonista Adrian Brody. Corbet, che ha invocato i diritti del regista di far film-fiume come il suo, è stato l’unico della serata che ha mandato un messaggio di cordoglio all’attrice di “White Lotus” Aubrey Plaza, il cui marito, il regista Jeff Baena, si è tolto la vita venerdì scorso a Los Angeles. Sul fronte italiano la delusione per “Vermiglio” è stata mitigata dal Golden Globe per la miglior colonna sonora originale assegnato a “Challengers” di Luca Guadagnino. “Wicked” ha avuto un riconoscimento come campione al box office, una categoria istituita l’anno scorso dopo che i Globe erano stati acquisiti dalla nuova gestione subentrata alla Hollywood Foreign Press Association.
Fernanda Torres di “Io Non Sono Qui” (premiato per la sceneggiatura al Lido) a sorpresa ha battuto star come Angelina Jolie, Tilda Swinton, Kate Winslet e Pamela Anderson come miglior attrice in un dramma. A Sebastian Stan è andato il Globo per “A Different Man” come miglior attore in un musical/commedia, ma non per “The Apprentice”, il film su Donald Trump giovane per cui pure era candidato. Demi Moore ha vinto il suo primo Golden Globe (miglior attrice in una commedia/musical), applauditissima dopo aver ammesso che prima di “The Substance” pensava di essere arrivata al capolinea. “Flow – Un Mondo da Salvare” ha vinto come miglior lungometraggio a cartoni animati. Diretto da Gints Zilbalodis, è stato selezionato per rappresentare la Lettonia agli Oscar del 2025 nella sezione del miglior film internazionale. (dal tgcom24)
Lascia un Commento