– I DELINQUENTI | recensione | film


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I Delinquenti Recensione. La recensione del film “I Delinquenti” a cura di Rita Ricucci. Rodrigo Moreno torna in sala, l’11 aprile, con I delinquenti, un film drammatico e avvincente che provoca lo spettatore a domandarsi quale aspetto abbia la libertà. Morán, Danile Elìas, lavora in banca da oltre 10 anni quando, un giorno, decide di fare il colpo della sua vita e rubare ben oltre 600.000 dollari e guadagnarsi così una pensione anticipata. Per poter raggiungere l’obiettivo ha bisogno dell’aiuto di Román, un collega diligente e ignaro del colpo, con il quale è pronto a dividere il bottino dopo aver scontato il minimo della pena prevista, ossia tre anni e mezzo. Di fatto, tutto procede come calcolato da

I Delinquenti Recensione Poster

I Delinquenti Recensione Poster

Morán se non ci fosse l’imprevisto dell’inevitabile: per Román quello dell’insostenibile peso del rimorso e dell’inquietudine nell’essere complice di una rapina e avere in custodia i soldi; per Morán quello della fatica e del rischio che corre in prigione dove impera la violenza dei più forti.

Rodrigo Moreno dopo la precaria regia dell’ultimo film, A Mysterious world, vira verso la risolutezza con I delinquenti dove scrittura e regia, che fima entrambi, si amalgamano perfettamente dando vita a fluide metafore e allegorie narrative in uno sfondo esistenzialista. Ancora una volta fa leva sulla bravura e sul feeling dei suoi attori: Esteban Bigliardi nei panni di Román, Margarita Molfino in quelli di Norma, Cecilia Rainero come Morna.

Il racconto si divide in parti nelle quali emerge più di ogni altra cosa la contrapposizione di ambienti che denotano il clima esistenziale dei personaggi: dalla giungla metropolitana dove incontriamo i primi protagonisti, Morán e Román, alla affascinante foresta di Alpa Corral dove incontriamo le protagoniste femminili, Norma e Morna. A partire dal dress code di Morán, camicia, cravatta e giacca, è chiara la routine logorante che lo porta al lavoro snervante e vuoto di impiegato presso una banca. Le strade affollate di Buenos Aires, il sudore provocato dal caldo torrido sottolineano l’assenza di vitalità della capitale argentina. All’opposto c’è il silenzio di una florida natura, quella di Alpa Corral, il gorgoglìo di un fiume e la maestosità delle rocce della collina.

Così Rodrigo Moreno, se nella prima parte stringe lo zoom sulla pelle dei protagonisti, sulle loro spalle incurvate dagli zaini, sugli occhi spenti dal mancato sonno, nella seconda apre lo sguardo dello spettatore con panoramiche mozzafiato sulla natura imperiosa di Alpa Corral. Ed è proprio in questo luogo di notevole bellezza che Rodrigo Moreno sembra far l’occhiolino al grande regista Rafael Filippelli, mancato nel 2023, a cui dedica il film, quando il protagonista incontra un giovane filmmaker, Ramón che sta cercando di girare un documentario.  

Anche il gioco linguistico dei nomi rievoca una dualità che tende a scoprirsi solo apparente perché come in un nome c’è già la traccia dell’altro, così in una persona c’è il destino dell’altro. Morán è in parte Román, il collega, amico complice che si ritrova a vivere il dramma del compagno di avventure senza neppure saperlo mentre Morán troverà maggiori affinità con Ramón, il libero e indipendente filmmaker. Anche le sorelle, nel medesimo gioco anagrammatico di Norma e Morna sono due facce della stessa medaglia: la prima sembra incarnare la dolcezza delle acque del fiume quando accoglie i travagli esistenziali dei protagonisti mentre la sorella ha la stazza della stabilità e della solidità di una roccia.

Rodrigo Moreno fa incetta di metafore e simboli senza perdere l’opportunità di operare delle vere e proprie allegorie usando il cavallo come patrimonio dell’immaginario collettivo di una libertà indiscutibile contro una motocicletta, segno di una civiltà emancipata a scapito di una libertà più controllata e pericolosa.

Dunque, non è importante domandarsi dov’è la libertà, “A dónde está la libertad”, come canta Pappo’s Band, quanto piuttosto che forse da qualche parte che dobbiamo raggiungere, “Quizás la tengan en algún lugar que tendremos que alcanzar”.

Ed è la musica di Pappo a comporre una persuasiva colonna sonora che spinge lo spettatore a a cavalcare la presenza dell’unica libertà incontaminata: la natura. (La recensione del film “I Delinquenti” è a cura di Rita Ricucci)

Una scena tratta dal film “I Delinquenti” di Rodrigo Moreno – Recensione / Analisi

LA SCHEDA DEL FILM “I DELINQUENTI” (Los Delincuentes)

Regista: Rodrigo Moreno – Cast: Daniel Elías, Margarita Molfino, Esteban Bigliardi, German De Silva, Cecilia Rainero – Genere: Commedia – Anno: 2023 – Paese: Argentina, Lussemburgo, Brasile, Cile – Sceneggiatura: Rodrigo Moreno – Fotografia: Alejo Maglio, Ines Duacastella – Durata: 3 h – Distribuzione: MUBI in collaborazione con Lucky Red – Data di uscita: 11 Aprile 2024 – Il sito ufficiale del film “I Delinquenti” di Rodrigo Moreno

Trama: I Delinquenti, film diretto da Rodrigo Moreno, racconta la storia di Morán e Román, due impiegati di banca argentini che decidono di liberarsi di ogni obbligo imposto loro dalla società e dal mondo del lavoro. Uno di loro commette un furto e scompare dai radar per qualche giorno. È così che scopre che esiste un’alternativa alla monotona vita condotta fino a quel momento e che si era convinto fosse l’univa via possibile. L’uomo è completamente preso da questa nuova esistenza, mentre il suo collega si ritrova a nascondere in casa un grossa somma di denaro che non gli appartiene. Il destino comune dei due dipendenti, improvvisatisi delinquenti, inevitabilmente finirà per unirli…

I Delinquenti, film di Rodrigo Moreno – Trailer

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