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Incroci sentimentali Recensione Poster

d’altri tempi si direbbe, al punto che ti aspetteresti di vederli danzare con in sottofondo le voci di Serge Gainsbourg e Jane Birkin che cantano “Je t’aime, Moi non plus “. Sara e Jean, due persone felici che finita la vacanza tornano nel loro appartamento di Parigi dove il loro amore dura da dieci anni. Un rapporto inossidabile agli occhi di tutti, una coppia che ha trovato la felicità. Ma sappiamo che se c’è una cosa che gli dei non perdonano agli umani questa è proprio la felicità, e dal loro Olimpo si adoperano per intralciarla, ostacolarla e trasformarla in dramma. Così l’incontro di Sara con una sua vecchia fiamma stravolgerà il suo rapporto con Jean. Anche se il classico triangolo lui lei e l’altro ha una lunga tradizione nel cinema internazionale, e dunque può far pensare a cose già viste e scontate, la regista Claire Denis, adattando per lo schermo un romanzo di Christine Angot, con cui firma anche la sceneggiatura, impone una sua originalità di racconto impostando tutto sulle immagini colte da una telecamera nervosamente puntata sui volti dei protagonisti, e sull’intensità dei dialoghi, con cui indaga i loro sentimenti, ed è la ragione per cui “Avec Amour et Acharnement” (questo il titolo originale) ha meritatamente vinto l’Orso d’argento per la regia al festival di Berlino 2022. Ciò che aggiunge ottimi motivi per entrare in una sala cinematografica e vedere “Incroci Sentimentali” è la splendida prova dei due attori protagonisti Juliette Binoche (Sara) e Vincent Lindon (Jean), ambedue in gran forma, fisica e professionale, in grado di mantenere viva l’attenzione dello spettatore durante le due ore circa di proiezione. (La recensione del film “Incroci sentimentali” è di Claudio Montatori)