Cinema4Stelle

Joker: Folie a deux | recensione | Poster

“deux” del titolo, ci pare abbia ancor meno da dire, di certo non materiale a sufficienza per giustificare le due ore e venti di durata effettiva. Un film senza un vero e proprio sviluppo, che non decolla e che non giunge mai ad una vera svolta narrativa, in cui i due protagonisti, pur contorcendosi, sbraitando e ghignando, restano inchiodati alle loro posizioni di partenza senza subire nessun tipo di evoluzione, di crescita, di cambiamento.

Forse è colpa nostra, forse ci è sfuggito fin dal principio il disegno generale e non siamo riusciti a capire il progetto “Joker”, forse non sono riusciti a farcelo capire. Perchè  Joker? Perchè farne un simbolo degli oppressi? Cosa c’entra con il Joker di Batman? Todd Phillips ha dichiarato che Arthur Fleck non è una mente criminale. E quindi? Cosa dovremmo trovare in lui? Che cosa ci dovrebbe appassionare? Arthur Fleck è uno sventurato, uno a cui la vita ha riservato solo soprusi, è una vittima e un disadattato che non è mai padrone delle proprie azioni nè è mai consapevole fino in fondo di quello che fa e delle conseguenze di ciò che gli accade.

Dovremmo quindi indignarci per la semplice ingiustizia? Basta questo a farne il paladino grazie al quale il popolo si ribella e noi insieme ad esso? O è, viceversa, una critica verso i facili miti e i facili entusiasmi a cui il popolo sovente si abbandona, in una specie di delirio collettivo che si autoalimenta? In entrambi i casi, comunque, le motivazioni appaiono deboli, risibili, più dette che dimostrate, anche perchè il popolo non c’è, è fuori campo, non sappiamo cosa prova nè cosa cerca.

Di Joker: folie a deux rimane, di sicuro, l’intrepretazione dei due protagonisti, soprattutto, di nuovo, quella di Joaquin Phoenix capace di personificare un ritratto della follia che raramente abbiamo visto così reale e veritiero, in grado di trasformarsi anche fisicamente e senza bisogno di trucchi, un attimo prima è brutto e deforme e un attimo dopo è elegante e impeccabile che canta e balla su di un palco, in un sonno della ragione che fa della realtà e della fantasia, del pianto e del riso, concetti indistinguibili. Lady Gaga lo asseconda con il talento e il carisma che ben conosciamo.

Dietro alla macchina da presa troviamo ancora Todd Phillips al quale, se ci è permesso, vorremmo consigliare di considerare tutta la parentesi Joker come un grosso, soddisfacente equivoco e di tornare, quanto prima, alla commedia. (La recensione del film “Joker: Folie a deux” è a cura di Mirko Nottoli)