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Ken Il guerriero – Il Film | recensione | Poster

In Italia era possibile vedere il serial animato su qualche Tv privata regionale, in primis sulla nota Junior Tv. Kenshiro è un muscoloso guerriero solitario che vive in un mondo post nucleare. Le città sono tutte un cumulo di rovine, e il terreno è riarso e tossico. Ma anche gli animi dei personaggi sono ormai distrutti, aridi, incattiviti. In questo mondo disumanizzato ci sono i deboli e i forti, e chiaramente i secondi prevaricano i primi con atti di violenza. Kenshiro è uno dei pochi che utilizza la sua forza per proteggere gli inermi, ingaggiando violentissimi combattimenti con i malvagi che spadroneggiano nelle città. Le peculiarità di questo cartoon non erano soltanto l’ambientazione cupa e il pessimismo, ma l’accentuata violenza dei combattimenti. Incessanti e dure scazzottate che terminavano con sbotti di sangue.

E questi aspetti sono accentuati nel lungometraggio Ken il guerriero – Il film, che fu realizzato nel lontano 1986 da Toyoo Ashida. Mai distribuito nei cinema italiani, questo cartoon ebbe comunque un’uscita in Vhs nella prima metà degli anni Novanta. Restaurato e con un nuovo doppiaggio, sarà proiettato come evento speciale soltanto per 3 giorni (14,15,16 ottobre) nei cinema.

Ma sebbene questa gradita riproposizione,  Ken il guerriero – Il film è stato sin dall’inizio un cult inamovibile. Il film, però, non è un adattamento fedele del fumetto, come invece lo era la serie tv, ma vi è stata apportata una rielaborazione di trama e personaggi.

Non dovendo rispettare le censure televisive, in questa versione lunga la storia accentua le parti più violente e catastrofiche. Ad esempio, i combattimenti tra Kenshiro e gli antagonisti, usualmente creature abbrutite dalla cattiveria ma anche dalle radiazioni nucleari, terminano sempre con abbondanti fiotti di sangue. Tra corpi che si gonfiano e scoppiano, oppure con i cattivi che terminano affettati dopo taglienti colpi di judo. Attenzione però. Non è violenza gratuita, ma tutto rientra in quel pessimismo che vige in una civiltà costretta a lottare anche per una goccia di acqua o una ciotola di cibo.

E Ken il guerriero, nelle sue tre rappresentazioni (anime, manga, film). semplicemente proseguiva sulla scia di tutte quelle opere che trattavano il tema della paura del post guerra nucleare. Ad esempio, anche Conan il ragazzo del futuro aveva come sfondo un mondo post apocalittico, ma in quel caso la narrazione, tramite un personaggio ragazzino dagli atteggiamenti demenziali, era più tendente alla commedia e c’era un happy end.

In Ken il guerriero, invece, non c’è speranza, se non nei bambini che, vedendo il valore etico di Kenshiro, possono ricostruire una civiltà più giusta ed equa. A distanza di quasi quarant’anni questo cartoon non ha perso la sua forza narrativa e visiva. A conferma che è un cartoon che anticipava i tempi.  (La recensione del film “Ken Il guerriero – Il Film” è a cura di Luigi R. Rami)