– LA BOCCA DELL’ANIMA | recensione | film


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La bocca dell’anima | Recensione. La recensione del film “La bocca dell’anima” a cura di Rita Ricucci. È in sala il primo lungometraggio di Giuseppe Carleo, La bocca dell’anima, un film drammatico girato in una terra prosperosa di storia naturale come la Sicilia. Siamo nell’entroterra siculo, in pizz’ alla montagna, in cima alle montagne che sovrastano le calde coste palermitane. In paese torna Giuva’, Giovanni Velasques, Maziar Firouzi, reduce della battaglia a Pantelleria.

La bocca dell'anima Recensione Poster

La bocca dell’anima | recensione | poster

Mentre la famiglia lo vuole sposato, accasato ed erede della terra del padre, Giovanni cerca di elaborare il dolore della perdita dell’amico, compagno d’armi, Eric Marchese, disperso nel mare. Mariannina, Serena Barone, sua madre, riconoscendo in lui, più precisamente nel centro del suo ventre, sede de La bocca dell’anima, la presenza di “un altro”, uno spirito protettore, compie nel figlio una vera e propria iniziazione ai misteri della magia.

Tuttavia, Giovanni, tra l’esplorazione di riti magici atavici e la costrizione all’appartenenza alla comunità, cristiana e civile, della sua terra, vive uno stato confusionale che gli lacera la mente e lo costringe a scappare da quella realtà per rifugiarsi sui monti, come un eremita. Per lui, infatti, è più dura di quanto poteva immaginare perché la guerra gli ha lasciato un desiderio di libertà che non vede appagato neppure tra le braccia (e le gambe) di Angela, la promessa sposa secondo le rispettive famiglie.

Attraverso le ricerche dell’antropologa Elsa Giggino e sull’esperienza diretta con gli ultimi guaritori magici ancora attivi in Sicilia, Giuseppe Carleo cerca di compiere un giro completo sulla personalità del protagonista. Il giovane regista, dopo il cortometraggio del 2018, Parru pi tia, una commedia sempre inerente ai costumi della terra siciliana, cerca di affrontare un tema tanto affascinante quanto ostico e alquanto ambizioso, che è quello dell’esplorazione del subconscio, dove albergano i desideri più reconditi, dove restano ammutolite le passioni più vere, e restano sigillate le verità più sincere. Giovanni diventa un guaritore per mezzo di “fatture” e per questo diventa il “nemico” per antonomasia del parroco, evidentemente della dottrina cattolica in primis, mentre la stessa comunità dei fedeli, nella loro ipocrisia, alterna ai rosari recitati in chiesa, la visita e le offerte a Giovanni nella speranza di risolvere le loro questioni.

Nonostante tutto il lavoro di ricerca e di scrittura del film La bocca dell’anima perde forza proprio negli assi di ripresa del simbolico, tra il culto profano e quello sacro e la continuità narrativa dell’interiorità del protagonista tende a disperdersi piuttosto che a rafforzarsi, scivolando nel prevedibile.

Allo stesso modo, i volti, visibilmente scelti e adornati, nel trucco e nei costumi, come riflessi contrapposti di un Cristo, quello del reduce Giovanni, già verso l’ora della Passione, e Maria, quello di Angela, la moglie, con il parallelismo all’accettazione, per Giuseppe, del bambino Gesù, come per Giovanni di suo figlio, dal quale si tiene lontano. Persino il breve viaggio sull’asino, prima di lei, poi con in groppa il Giovanni-Giuseppe e il bambino ha la memoria di uno dei più famosi racconti evangelici.

Di fatto, dunque, la somministrazione oculata di informazioni estrapolate dalla tradizione orale e riportate nella ricerca di Elsa Guggino, così trascritte e revisionate nella sceneggiatura di Carlo Cannella e lo stesso Carleo, non aiutano il ritmo empatico del film e sommergono la questione principale del rapporto di Giovanni con Eric, il Marchese.

Per questo, il finale, per quanto luminoso, diventa anch’esso lapalissiano e i particolari, dalla nudità come le azzurre acque marine, assumo l’evidenza di una mancata esplorazione dell’intimità vera del protagonista a vantaggio di un report, dal tono documentaristico di pratiche pseudo religiose, sia nei riti cristiani che in quelli della magia popolare.

Perciò La bocca dell’anima inteso come luogo dove custodire i propri desideri non ha pienamente incluso l’inquietudine e il travaglio del protagonista Giovanni che prima di ogni altra cosa, cerca di comprendere se stesso nel mondo, piccolo o grande che sia, senza negarsi la possibilità di essere “diverso”. (La recensione del film “La bocca dell’anima” è a cura di Rita Ricucci)

Una scena tratta dal film “La bocca dell’anima” di Giuseppe Carleo – Recensione / Analisi

LA SCHEDA DEL FILM “LA BOCCA DELL’ANIMA” (La bocca dell’anima)

Regista: Giuseppe Carleo – Cast: Maziar Firouzi, Marilù Pipitone, Serena Barone, Maurizio Bologna, Alessio Barone, Sergio Vespertino, Claudio Collovà – Genere: Drammatico – Anno: 2024 – Paese: Italia – Sceneggiatura: Carlo Cannella, Giuseppe Carleo – Fotografia: Leone Orfeo – Durata: 1 h 54 min – Distribuzione: Wanted Cinema – Data di uscita: 26 Settembre 2024 – Il sito ufficiale del film “La bocca dell’anima” di Giuseppe Carleo

Trama: La Bocca dell’Anima, il film diretto da Giuseppe Carleo, è ambientato nella Sicilia degli anni 40 del Novecento e racconta l’oscuro trauma che cova nell’anima di Giovanni Velasques (Maziar Firouzi), un reduce della Seconda Guerra Mondiale. Pallido, sporco ed emaciato, l’uomo ritorna nel suo paese natale, un piccolo villaggio arroccato sulle montagne della Sicilia. Un oscuro trauma che si porta dalla guerra provoca in lui una violenta crisi. A liberarlo da questa sofferenza è una vecchia maara (Serena Barone) che lo inizia all’arte della magia, rivelandogli di possedere il “dono”: lo spirito…

TRAILER UFFICIALE La Bocca dell’Anima un film di Giuseppe Carleo (2024) 120”

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