– LA VITA E’ MERAVIGLIOSA di Frank Capra (Ieri, Oggi e Domani)


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Tratto dal racconto “The Greatest Gift”, scritto nel 1939 da Philip Van Doren Stern, “La vita è meravigliosa” di Frank Capra è considerato uno dei film più popolari e amati del cinema americano. Uno dei cosiddetti cult natalizi, non solo americani con James Stewart e Donna Reed protagonisti e che vanta cinque candidature ai premi Oscar. Al centro George Bailey, un uomo onesto che fin da piccolo ha dovuto sempre sacrificarsi per gli altri: ha perso

La Vita è meravigliosa Frank Capra Analisi Critica Recensione

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l’udito da ragazzo per salvare il fratellino Harry, ha salvato dalla prigione il farmacista per cui faceva il garzone, ha rinunciato all’università per sostituire il padre alla direzione di una cooperativa edilizia.

Quando il padre muore, poi, rinuncia al viaggio attorno al mondo che programmava da una vita e decide di utilizzare i soldi risparmiati per mandare il fratellino all’università. Questi pensa di poter aiutare il fratello prendendo il suo posto a capo dell’azienda per permettergli di studiare. In realtà George scopre che Harry, così facendo, rinuncerebbe a un importante incarico offertogli dal suocero e decide di quindi di rinunciare definitivamente agli studi per non fargli perdere un’occasione così importante.

E così, una rinuncia dopo l’altra, George si sposa con l’amica d’infanzia Mary, va ad abitare in una vecchia casa umida, ha tre figli. Ma tra il crollo della borsa e la perdita di un’ingente somma di denaro da parte dello zio e che viene trovata dal perfido finanziere Potter, George non sa più come fare e medita il suicidio. Ma forse qualcuno proverà a fargli cambiare idea.

Un film che, come altri di Frank Capra, non va considerato superficialmente come un classico caratterizzato dall’inguaribile ottimismo del regista. Si tratta piuttosto di un film dove, pur essendo centrale l’ottimismo, la voglia di vivere (come il titolo stesso allude), è comunque ben presente, anche se sullo sfondo, un risvolto amaro e anche pessimista.

Al pari di un, per certi versi, più celebre Scrooge, il George di “La vita è meravigliosa” subisce uno stesso trattamento che, come per il personaggio di Dickens, gli permette di guardare il mondo da un’altra prospettiva e la propria vita sotto un altro punto di vista.

A contribuire all’ottima riuscita del film (arrivata, però, solo in un secondo momento, intorno agli anni ’70) e al suo continuo successo, anche a distanza di anni, è, tra le varie cose, anche il cast. Un James Stewart e una Donna Reed al meglio scelti dopo i rifiuti di altrettanti grandi nomi tra cui Cary Grant, Henry Fonda, Ginger Rogers e Jean Arthur.

Nomi famosi a parte, il film, come detto, nonostante abbia come scopo quello di far percepire un grande ottimismo allo spettatore nasconde, in realtà, ben più insidie di quanto si possa immaginare. In qualche modo suggerisce, nell’incubo del protagonista, la prospettiva di una realtà disgregata e violenta in cui l’individuo, separato dal contesto sociale, resta privo di identità e di funzione. E questo sembra essere, in parte, anche il ritratto di un’America “amara”.

Se si dovesse individuare una morale del film potrebbe essere quella, forse un po’ ingenua, che la vita di un uomo è legata ad altre vite. E ad avvalorarla c’è l’intervento del regista che alla vita dei protagonisti intreccia personaggi minori in modo da non far apparire George e Mary troppo isolati.

Una vera e propria favola sociale, sia per l’impostazione che per la genesi stessa, che con una struttura composta da flashback trasporta in una dimensione ultraterrena.

Nonostante questo, però, la vicenda è vera, reale e autentica, come tutto il resto del cinema di Frank Capra che, da sempre, si concentra sull’esaltazione del giusto-ingiusto e del buono-cattivo. Una vicenda che non nasconde la tragedia e la drammaticità ma le sfrutta per trasformarle in qualcosa di positivo, anche ricorrendo a magia e scene fantastiche.

La vita è meravigliosa Recensione
James Stewart in una scena tratta dal film “La vita è meravigliosa” di Frank Capra – Analisi Critica / Recensione

Così come sembra essere stata magica la scelta fatta dallo stesso Capra nell’accettare, dopo alcune perplessità, il film proposto dalla RKO. Nonostante l’iniziale ritrosia, affermerà poi nella sua biografia di aver potuto dirigere “la storia che aveva cercato per tutta la vita”.

Frank Capra, con “La vita è meravigliosa” racconta una parabola universale e, ancora oggi, attuale che, a discapito delle apparenze, affronta tematiche tutt’altro che semplici.

Sullo sfondo del film anche due aspetti fondamentali per l’America di quegli anni: l’inizio della Grande depressione e il conflitto bellico. Sfruttando questi due aspetti la provincia americana diventa per Capra teatro dello scontro fra capitalismo e socialismo.

Altro dualismo interessante è quello tra individualismo e collettività, incarnato dallo stesso protagonista che, fin da piccolo, sogna una vita avventurosa e ricca di viaggi, ma finisce per condurre una vita all’opposto, statica e priva di novità.

È, però, la conclusione della storia a metter d’accordo protagonisti e non, regista e pubblico. Una degna conclusione per quasi tutti i personaggi che ricorda le difficoltà della vita quotidiana e il fatto che ogni persona sia da preservare in qualsiasi situazione. Quello che apprendiamo è che anche nei momenti di difficoltà massima se ci sono solidarietà e aiuto reciproco si può sopravvivere e avere la meglio. Ma quello che Capra mostra sullo schermo è anche un far aprire gli occhi al pubblico sulle disuguaglianze che esistono e che continueranno a esistere. È vero che “La vita è meravigliosa”, ma a volte bisogna dare un piccolo contributo per renderla tale.

Quello che fa il film è, quindi, dare una vera e propria lezione, di cinema, ma anche e soprattutto di vita. Un film non solo e soltanto di e per Natale, ma molto di più, durante tutto l’anno. Lo era IERI, lo è OGGI e lo sarà DOMANI. (Analisi critica del film “La vita è meravigliosa” di Frank Capra a cura di Veronica Ranocchi)

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