La recensione del film “Leggere Lolita a Teheran” a cura di Claudio Montatori. Nel 1979 Azar Nafisi torna nel suo paese di origine, l’Iran, dove una rivoluzione aveva appena posto fine alla monarchia dello Sha Reza Pahlavi che fu costretto all’esilio. Divenuta insegnante di letteratura inglese presso l’Università di Teheran, dovrà presto fare i conti con la crescente, nefasta influenza dell’ayatollah Khomeini che presto imporrà la legge coranica in tutto il Paese, costringerà le donne a portare il velo, limiterà le libertà più elementari non solo alle donne e ostacolerà l’insegnamento della cultura occidentale.
Col tempo queste limitazioni si acuiscono e Azar Nafisi abbandonerà la cattedra all’università per aprire un seminario sulla letteratura occidentale che terrà in casa propria.
Tutto questo è raccontato mirabilmente nel romanzo autobiografico Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi, che nel 2003 ha registrato un enorme successo internazionale (pubblicato in Italia da Adelphi)
e che ora il regista israeliano Eran Riklis ha tradotto in un imperdibile film caratterizzato da una narrazione lineare che punta diretta al cuore dello spettatore, e, soprattutto, delle spettatrici. Tutti coinvolti nelle storie di uomini che man mano si adeguano e preferiscono velare le loro donne, altri che dubitano e altri, pochi, che ne condividono la volontà di resistere.
Una resistenza fatta di letture (anche Lolita, appunto) e di riflessioni sui personaggi che portano le frequentatrici del salotto di Azar Nafisi a mettersi a nudo, a raccontare la propria vita. Alcune sono ribelli, altre subiscono, tutte sono costrette a nascondersi per paura della repressione, a limitare sempre più la propria autodeterminazione. Alcune vengono arrestate e torturate, altre spariscono per sempre, vengono giustiziate, per un velo mal portato magari, secondo il giudizio dei guardiani della rivoluzione.
Le cronache di questi anni, di questi mesi, di questi giorni, ci dicono che poco è cambiato in Iran da allora e che la lotta per le libertà in quel paese sarà ancora lunga. E ci dicono anche che chi le libertà le ha conquistate dovrebbe fare attenzione, dovrebbe custodirle, c’è sempre in agguato qualcuno che vorrebbe velarle. Non solo in Iran.
Un film, questo del regista israeliano, tutto al femminile, girato facendo leva, tra l’altro, sulla bravura e la bellezza di attrici rigorosamente di origine iraniana, come la magnifica protagonista Golshifteh Farahani, ormai un’affermata star internazionale che vive a Parigi, sotto scorta per il suo impegno nel movimento Donne Vita e Libertà che si oppone al regime islamico degli ayatollah.
Insieme a lei sullo schermo c’è Zar Amir, attrice e regista di cui abbiamo recentemente apprezzato il suo “Tatami”, e poi Mina Kavani, Bahar Beihaghi, Raha Rahbari, Isabella Nefar e Lara Wolf, tutte belle e brave e tutte con magnifiche capigliature, perché mai dovrebbero nasconderle? Per un laico è difficile capire perché un Dio dovrebbe essere contento se si nascondono le sue creature. Sarebbe come se Leonardo non volesse mostrare La Gioconda. Poi ci ricordiamo che anche noi in occidente abbiamo avuto chi ha messo le mutande ai nudi della Cappella Sistina. (La recensione del film “Leggere Lolita a Teheran” è a cura di Claudio Montatori)
LA SCHEDA DEL FILM “LEGGERE LOLITA A TEHERAN” (Reading Lolita in Tehran)
Regista: Eran Riklis – Cast: Golshifteh Farahani, Zahra Amir Ebrahimi, Mina Kavani, Bahar Beihaghi, Isabella Nefar – Genere: Drammatico – Anno: 2024 – Paese: Italia, Israele – Scenaggiatura: Marjorie David – Fotografia: Hélène Louvart – Durata: 1 h 48 min – Distribuzione: 01Distribution – Data di uscita: 21 Novembre 2024 – Il sito ufficiale del film “Leggere Lolita a Teheran” di Eran Riklis
Trama: Leggere Lolita a Teheran, film diretto da Eran Riklis, racconta i due anni successivi alla Rivoluzione di Khomeini, una serie di sconvolgimenti politico-sociali accaduti tra il 1978 e il 1979 in Iran, che portarono all’istituzione della Repubblica islamica sciita. Mentre le vie e l’Università di Teheran diventano lo scenario di orribili violenze, la professoressa Azar Nafisi si ritrova a dover affrontare una dura impresa: spiegare ai suoi studenti la letteratura inglese. L’insegnamento della materia non sarebbe così arduo, se non fosse che i ragazzi e le ragazze a cui Nafisi insegna sono stati esposti alla catechesi islamica, che aborrisce l’Occidente, di cui la letteratura è una delle più alte incarnazioni. Quello che ne verrà fuori sarà un toccante atto d’amore per la letteratura e allo stesso tempo una beffa a chiunque cerchi di proibire il suo studio e la sua diffusione…
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