L’ombra di Caravaggio Recensione. La recensione del film “L’ombra di Caravaggio” di Mirko Nottoli. Mentre Caravaggio si trova a Napoli, in fuga per l’uccisione di Ranuccio Tomassoni, a Roma Papa Paolo V incarica un suo agente di indagare sulla vita del pittore per decidere se concedergli o
- meno la grazia. Questo il la che dà la stura a un viaggio a ritroso per ripercorrere e raccontare la vicenda umana e artistica di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Impresa non nuova. Michele Placido non è Derek Jarman e se là si procedeva per sottrazione, Placido, regista che cede sovente al trash ma che ogni tanto, va detto, un buon film lo azzecca, alle prese con un personaggio fin troppo romanzesco, incrostato da secoli di stereotipi che ne hanno fatto l’emblema dell’artista maledetto, dell’incarnazione archetipa del genio e della sregolatezza, non conosce mezze misure, ridondante, passionale, febbrile, spesso didascalico. Un Caravaggio in versione pulp, tutto sesso-sangue-e-merda, diviso a metà tra il personaggio vizioso, lascivo, irruente e sensuale, e una sorta di fanatico religioso che conosce i vangeli a memoria e sembra spinto dalla vocazione di dar voce alla volontà di Gesù attraverso una pittura che sia celebrazione degli ultimi, degli umili, della vita vera. “La ricerca del vero”, come viene rimarcato più e più volte in maniera fin troppo esplicita, poetica che si contrappone alla visione idealistica della Chiesa che ha fornito precise norme su come si devono dipingere santi e scene sacre. Per chi contravviene la pena è l’Inquisizione (si vede anche Giordano Bruno). Caravaggio dunque come nemico della Chiesa, l’artista che grazie al suo talento riesce a smascherare le bugie della Chiesa e la Chiesa attraverso la meraviglia suscitata dalle sue opere si scopre impotente. E sono proprio le opere del Caravaggio il valore aggiunto del film che Placido intelligentemente pone al centro del racconto, affidandosi quasi ad esse. La cosa migliore che fa è probabilmente il lavoro sulla ricostruzione d’ambiente, sulle luci, nella ricerca dei volti e dei personaggi immortalati poi sulle tele che in questo modo sembrano prendere vita e da lì potersi aprire alla nostra comprensione. Ad alcune cadute di gusto un po’ triviale e folcloristico, quando si concentra sulle opere Placido riesce ad alternare scene di grande poesia, impatto visivo e partecipazione emotiva, su tutte citiamo la ricognizione condotta su Amor vincit omnia, tela blasfema coperta da un drappo, o la genesi scabrosa della celebre Morte della Vergine. Al termine, L’ombra di Caravaggio ci regala anche la sorpresa di un finale alternativo e plausibile circa il mistero che avvolge la morte dell’artista rispetto a quella ufficiale ma piena di incognite che abbiamo imparato sui banchi di scuola. (La recensione del film “L’ombra di Caravaggio” è di Mirko Nottoli)
LA SCHEDA DEL FILM “L’OMBRA DI CARAVAGGIO” (L’ombra di Caravaggio)
Regista: Michele Placido – Cast: Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti, Tedua, Vinicio Marchioni, Lolita Chammah, Alessandro Haber, Michele Placido, Moni Ovadia, Gianfranco Gallo, Brenno Placido, Lorenzo Lavia – Anno: 2022 – Genere: Drammatico – Paese: Italia, Francia – Scenaggiatura: Sandro Petraglia, Michele Placido, Fidel Signorile – Fotografia: Michele D’Attanasio – Durata: 2h – Distribuzione: 01 Distribution – Data di uscita: 3 Novembre 2022 – Il sito ufficiale del film “L’ombra di Caravaggio”
Trama: L’Ombra di Caravaggio, film diretto da Michele Placido, è ambientato nell’Italia del XVII secolo, quella in cui l’artista Michelangelo Merisi in arte Caravaggio, era noto sia per la sua genialità che per il suo carattere sovversivo. Un uomo tormentato, trasgressivo e con un animo smosso da dissidi interiori, che lo hanno consacrato nel tempo come artista maledetto. È un ribelle Michelangelo Merisi (Riccardo Scamarcio), che si ritrova costretto alla fuga a causa di una vita spericolata o, in altri versi, troppo vissuta. Dopo la condanna a morte per aver commesso un omicidio durante una rissa…
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