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Maria e l’amore Recensione Poster

emarginazione degli invisibili e perfino d’arte e di cultura, e soprattutto di qualcosa a cui tutti noi aspiriamo prima o poi, la possibilità che la vita ci offra una seconda occasione, un treno che ci porti in una nuova, sconosciuta stazione, o almeno di una strana biciletta. Maria è una donna non più giovane, dalla bellezza sfiorita e da una vita che non offre altro che il ripetersi più o meno uguale dei giorni. Non che sia infelice, semplicemente il suo orizzonte è sempre quello. Ha un marito col quale è sposata da venticinque anni, un buon uomo un po’ burbero con cui ha un rapporto che non contempla più neanche qualche svogliata carezza e poca tenerezza. Fa la donna delle pulizie, un lavoro che le dà la consapevolezza di fare qualcosa di buono visto che considera utile pulire e mettere in ordine là dove mancano, ogni tanto prova a ricucire i rapporti con la figlia ma senza successo. Ora le è stato affidato un nuovo lavoro nella Scuola di Belle Arti di Parigi. Lei, un po’ timida e introversa, dapprima guarda a questo mondo con gli occhi meravigliati e un po’ intimoriti di un bambino, un po’ spaesata tra installazioni di Arte Concettuale e studenti piuttosto irriverenti, ma presto entrerà in sintonia con l’ambiente grazie anche alla frequentazione con il custode tuttofare Hubert e sarà come Alice nel Paese Delle meraviglie. I due registi, Lauriane Escaffre, Yvonnick Muller hanno saputo raccontare con intelligente tono leggero e davvero divertente temi anche drammatici come quello degli invisibili, quei lavoratori di cui non ci accorgiamo quasi mai ma che ci fanno trovare l’ufficio, la camera d’albergo o la cabina del treno puliti e ordinati. In un recente film di Emmanuel Carrère, “Tra Due Mondi”, una scrittrice si fa assumere da una ditta di pulizie per indagare su quel mondo e scrivere un romanzo, il suo tentativo di empatizzare sarà vissuto come un’invasione di campo e i due mondi resteranno separati. Qui invece è “l’invisibile” a entrare nel mondo visibile e catturarne la luce. Alcuni momenti delle avventure di Maria (Un’incantevole Karin Viard) sono davvero divertenti e il suo sodalizio con Hubert (l’ottimo Grégory Gadebois), se magari è scontato, è tenero senza sbavature e mai banale. C’è qualche occasione non sfruttata dagli autori, potevano farci ridere di più. Ma abbiamo riso abbastanza. (La recensione del film “Maria e l’amore” è di Claudio Montatori)